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Spiritualità
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Come incontrare Dio come persona e non come idea

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AndrewFirst | Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 04/02/22

Il cuore dev'essere liberato da attaccamenti, paure, teorie, ego... e deve scoprire che l'amore non è una cosa che si merita

Fare quello che Dio mi chiede è così semplice… Ma come sapere ciò che vuole da me?

O come so che quello che faccio è davvero ciò che Dio desidera e non quello che io stesso ho sempre cercato nella mia maniera malata?

E come posso distinguere tra i miei desideri nascosti sotto la pelle e la Sua volontà che lotta per farsi strada tra le acque dei miei mari?

“Il mio cuore dev’essere liberato, in primo luogo dall’attaccamento disordinato a tutte le cose, e poi soprattutto dall’attaccamento disordinato a se stessi”

King, Herbert. King Nº 2 El Poder del Amor

Dipendenze che legano

ZALEŻNOŚĆ

Gli attaccamenti sono sottili. Vedere le mie dipendenze non è tanto semplice.

A volte sì, è ovvio, ho bisogno di aiuto per spezzare le catene, e se non chiedo aiuto continuerò ad andare alla deriva senza trovare la mia direzione.

Altre volte, però, mi riempio di paura e non so avanzare, non riesco a trovare un cammino sicuro. Non mi separo dalla terra che mi grida, mi supplica, mi chiama.

Libero dagli attaccamenti, libero da me stesso.

Disordine interiore

FEMALE OFFICE WORKER

Disordinatamente. Con quella mia anima in cui i compartimenti sono mescolati e confusi, senza che io riesca a mettere ordine.

Non so pulire, né ordinare o stabilire priorità. Non riesco a comandare, né a far sì che i miei ordini vengano ascoltati.

Fuggo da me stesso in una lotta inutile per trovare una strada, un sentiero più facile, più aperto.

Le mie idee di Dio

Fare ciò che Egli mi dice sarebbe facile se me lo dicesse con voce chiara. Ma la Sua chiamata non è così evidente. E io ho imparato ad amare l’idea di Dio, non conosco del tutto la persona:

“La maggior parte degli uomini di oggi, anche quelli che possono parlare con entusiasmo di Dio, non ama affatto Dio come persona, ma ama un’idea”.

King, Herbert. King Nº 2 El Poder del Amor

Non mi innamoro della Sua carne in Gesù, né mi sono appropriato del Suo volto. Non sono riuscito a toccare le Sue mani calde.

SUNSET

Le idee sono più facili da gestire rispetto alle persone. Le idee si adattano alle mie mani, ai miei occhi, alla mia pelle.

Le persone si allontanano, superano il mio sguardo, eccedono la mia immaginazione. Accade ancor di più con Dio. È infinito e eterno. Trascende ogni idea che ho di Lui.

Voglio ridurlo a parole e contenerlo in preghiere che Lo spieghino, come se fosse una teoria tirata fuori da un libro.

Un Dio su misura

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O come se fosse un prodotto dei miei pensieri. Un Dio con le mani legate, in base ai miei sogni. Perché non mi deluda, non mi scandalizzi.

Se Gli lego le mani non farà cose strane. Se Gli trattengo la lingua non dirà nulla di inappropriato. Lo limito.

Il mio Dio creato in base ai miei limiti. Non è eterno, e così mi sento in pace e sicuro.

Cosa potrà ordinarmi che io non sappia fare? L’ho sottomesso, limitato. Nulla di quello che mi chiede eccede le mie capacità.

Un Dio fatto idea, limitato al mio pensiero, soggetto a una definizione. Conciso ed esatto, preciso e palpabile.

Realismo

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Le parole del profeta mi commuovono:

“«Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni». Io risposi: «Ahimè, Signore, Dio, io non so parlare, perché non sono che un ragazzo». Ma Signore mi disse: «Non dire: “Sono un ragazzo”, perché tu andrai da tutti quelli ai quali ti manderò, e dirai tutto quello che io ti comanderò. Non li temere, perché io sono con te per liberarti»”.

Un Dio personale mi ama come sono e mi invia. Vuole rendermi forte. Vuole rivestirmi del Suo potere.

E vuole che dica che è Lui a mandarmi. Chi è Lui nella mia vita? Lo vedono o vedono me?

Istinti di protezione negativi

Liar

Mi piacerebbe liberarmi da tante paure che non mi fanno essere libero. Tanti attaccamenti che frustrano il mio grido di libertà. Tante scaramucce per evitare di parlare con Dio faccia a faccia.

Voglio fare sempre ciò che mi chiede, ma non ascolto la Sua voce. Ascolto più quella voce interiore che desidera ciò che non è bene per me e persegue quello che non mi giova.

Faccio più caso alla mia vanità ferita, al mio orgoglio che vuole erigere fortezze per proteggere il mio ego. Che non macchino, che non mi danneggino.

Mi cerco in tutto ciò che faccio, dico, sogno o scrivo. Come un naufrago che cerca l’isola dei suoi sogni in cui poter riposare.

Cosa vuoi da me?

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Vuole che rinunci ai miei progetti per essere libero, per camminare senza direzione, per perdermi in un deserto nascosto in mezzo a mille boschi.

Resto quieto volendo udire la Sua voce. Una voce che mi dica cosa devo fare, facile o difficile che sia.

Rinunciando a qualcosa o accettando il dono della vita. Legando corde in mezzo alla foresta. Cercando fonti sotto la terra scavata. Scoprendo uccelli che sognano la luce del sole volando controvento.

E sotto la mia pelle quel pizzicore strano che desidera farsi largo verso la superficie. Il desiderio di abbracciare la vita e tenere i frutti.

L’amore non si merita

CASHMERE SOCKS

Il desiderio di dare l’amore che porto dentro senza pretendere di essere amato a mia volta.

Amare ed essere amato senza meriti, senza nulla che giustifichi l’amore che do e che ricevo, al contrario di quello che diceva Freud: “Se amo qualcuno, bisogna che questi lo meriti per qualche titolo”.

Spezzate le mie catene, Gesù desidera solo che ami senza che nessuno lo meriti. E che ami me stesso anche senza meritarlo.

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