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10 consigli di Don Bosco che faranno sentire i vostri figli unici e amati (FOTO)

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Miriam Esteban

Miriam Esteban Benito - pubblicato il 05/02/22

Avete mai sperimentato la gradevole sensazione di come qualcuno possa farvi sentire unici? Sentirsi unici e amati piace a tutti, ne abbiamo bisogno

Sentirsi unici e amati è il primo ingrediente per raggiungere la felicità in questa vita. Il 31 gennaio abbiamo festeggiato San Giovanni Bosco, un santo che ci ha lasciato attraverso la sua vita e la sua opera ottimi consigli per l’educazione dell’infanzia e della gioventù. La sua saggezza può servirci da guida per l’educazione dei figli in una famiglia cristiana, soprattutto in quest’epoca di pandemia.

Il 25 marzo 2020, di fronte alla crisi del coronavirus che colpiva tutta l’umanità, Papa Francesco ci ha lasciato queste parole:

“Cari fratelli e sorelle, ogni vita umana, unica e irripetibile, vale per sé stessa, costituisce un valore inestimabile. Questo va annunciato sempre nuovamente, con il coraggio della parola e il coraggio delle azioni. Questo chiama alla solidarietà e all’amore fraterno per la grande famiglia umana e per ciascuno dei suoi membri”.

Don Bosco aveva il magnifico dono di far sì che i suoi ragazzi vivessero ogni momento ordinario della vita, nonostante le difficoltà, con grande gioia, e il cammino di fede come un’avventura grandiosa verso la felicità.

Come ci riusciva? Come possiamo imitarlo?

Per San Giovanni Bosco, l’educazione si basa sull’amore:

“Non basta amarli, devono rendersi conto di essere amati”.

Il santo era capace di far sentire ogni ragazzo amato, prezioso, stupendo, e che la vita aveva grandi progetti per lui, i progetti di Dio.

Come far sì che un ragazzo si senta amato?

Quando vogliamo bene a qualcuno, gli stiamo dicendo che confidiamo in lui, che stimiamo le sue virtù, gli diamo forza, perché promuoviamo la sua fiducia in sé. Don Bosco faceva sì che i suoi ragazzi si sentissero scelti, unici e fortunati grazie all’amore fraterno che praticava con loro (una parolina all’orecchio, condivisione di giochi, consigli, teatro, risate…).

Per imitare San Giovanni Bosco come educatori non ci sono trucchi o ricettari, ma un verbo infallibile: “stare”.

Se qualcosa caratterizza lo stile di Don Bosco è il fatto di “stare stando”. Per lui era importantissimo dedicare tempo e affetto, donarsi col cuore ai giovani e accompagnarli in ogni momento significativo della loro vita, riponendo fiducia in loro, preoccupandosi per loro. In definitiva, uno “stare con loro da parte di Dio”. Da questo “stare”, il santo costruisce l’affetto tra l’educatore e i ragazzi, creando un clima familiare e di riconoscenza.

Imitiamo Don Bosco in quell’amore fraterno e riusciremo a sviluppare la conoscenza di sé dei nostri ragazzi, a rafforzare la loro autostima, l’attaccamento sicuro, e a poco a poco, quasi senza rendercene conto, entreremo nel loro cuore.

Cerchiamo di promuovere “un rapporto umano attento alla persona del giovane, sinceramente cordiale e affettuoso, ispirato alla carità cristiana, che spinge l’educatore ad avvicinarsi per comprenderlo e farsi carico delle sue necessità e dei suoi problemi” (Bosco, Memorie dell’Oratorio, Libreria Ateneo Salesiano, Roma 2011, 128).

Questo modo di guardare i giovani comporta un legame cristiano, un incontro fraterno che permette di trovare Dio in qualsiasi bambino o giovane.

San Giovanni Bosco ha saputo vivere, con gioia e fiducia nel Padre, l’avventura della trama pedagogica. Non si trattava di un’allegria teorica, ma di una gioia che educa dalla vita.

Come diceva San Giovanni Paolo II, quindi,

“Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità!” (Enciclica Evangelium vitae, 5).”

Se volete avvalervi di altri consigli di Don Bosco per educare i vostri figli, consultate questa galleria:

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