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Il Papa ci invita a “parlare” con santi e defunti: non è una cosa magica

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 05/02/22

“E’ semplicemente parlare con un fratello una sorella che ha percorso una via giusta e ora è davanti a Dio”

Nè magia, né superstizione: “parlare” con santi e defunti, chiamarli, invocarli, è una devozione sana e Papa Francesco ci invita a praticarla. 

Il pontefice ha dedicato la catechesi del 2 febbraio 2022 a San Giuseppe e alla comunione dei santi e ha spiegato che è «grazie alla comunione dei santi che sentiamo vicini a noi i Santi e le Sante che sono nostri patroni, per il nome che portiamo, per la Chiesa a cui apparteniamo, per il luogo dove abitiamo, e così via. Ed è questa la fiducia che deve sempre animarci nel rivolgerci a loro nei momenti decisivi della nostra vita». 

La via giusta 

«Non è una cosa magica – ha aggiunto il Papa – non è una superstizione la devozione ai santi, è semplicemente parlare con un fratello una sorella che ha percorso una via giusta e ora è davanti a Dio e io parlo con questo fratello e questa sorella per una intercessione per una mia necessità».

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Espressione d’amore

Noi stessi abbiamo una devozione o la vediamo in altri, per esempio, una devozione ai vecchi genitori, «è una espressione di amore», dice Francesco. Sappiamo che «abbiamo degli amici in cielo, c’è un legame esistenziale che non si rompe».

Mentalità pagana

A volte, sottolinea il Pontefice, «il cristianesimo può cadere in forme di devozione che sembrano riflettere una mentalità più pagana che cristiana. La differenza fondamentale sta nel fatto che la nostra preghiera e la devozione del popolo fedele non si basa sulla fiducia in un essere umano, o in un’immagine o in un oggetto, anche quando sappiamo che essi sono sacri». 

Comunione dei santi

Persino quando ci affidiamo pienamente all’intercessione di un santo, o ancora di più della Vergine Maria, afferma Papa Francesco, «la nostra fiducia ha valore soltanto in rapporto a Cristo. E il legame che ci unisce a Lui e tra di noi ha un nome specifico: “comunione dei santi”. Non sono i santi a operare i miracoli, ma soltanto la grazia di Dio che agisce attraverso di loro».

Peccatori salvati 

E spiega che «la “comunione dei santi” è la comunità dei peccatori salvati. Tutti sono a casa anche i bestemmiatori, questa è la comunione dei Santi, che tiene insieme la comunità dei credenti e chi è in cielo».

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Il legame tra noi e Maria 

Ai fratelli e alle sorelle che ci hanno preceduto possiamo rivolgerci sempre, come si fa con un amico presente accanto a noi. «Tutti abbiamo bisogno di amici; tutti abbiamo bisogno di relazioni significative che ci aiutino ad affrontare la vita. Anche Gesù aveva i suoi amici, e ad essi si è rivolto nei momenti più decisivi della sua esperienza umana. Nella storia della Chiesa ci sono delle costanti che accompagnano la comunità credente: anzitutto il grande affetto e il legame fortissimo che la Chiesa ha sempre sentito nei confronti di Maria, Madre di Dio e Madre nostra. Ma anche lo speciale onore e affetto che ha tributato a San Giuseppe. In fondo, Dio affida a lui le cose più preziose che ha: suo Figlio Gesù e la Vergine Maria» (Famiglia Cristiana, 2 febbraio).

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