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L’aborto nella Carta dei Diritti UE: parlano i Vescovi d’Europa 

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AGENCY / Anadolu Agency via AFP

Agnès Pinard Legry - pubblicato il 08/02/22

A fronte della volontà di Emmanuel Macron di iscrivere un “diritto all’aborto” nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece) ha espresso, in data 8 febbraio 2022, la sua viva inquietudine e la propria opposizione. I Vescovi europei hanno pure ricordato che l’integrazione europea deve evitare ogni “imposizione ideologica”.

La volontà dichiarata di Emmanuel Macron, di attualizzare la Carta Europea dei Diritti Fondamentali per includervi il riconoscimento di un “diritto” all’aborto suscita viva inquietudine tra i Vescovi europei. 

«Fin dal principio, il processo d’integrazione europea è sempre stato sostenuto e accompagnato da vicino dalla Chiesa», ricorda la Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (Comece), presieduta dal cardinale lussemburghese Jean-Claude Hollerich. 

Se i vescovi europei sono concordi sull’importanza di difendere e di promuovere i valori dell’Unione europea, essi tengono a sottolineare che 

uno dei principali valori è il rispetto della dignità di ogni persona umana in ogni tappa della sua vita, in particolare nelle situazioni di totale vulnerabilità, come è nel caso di un bambino nascituro. 

Una legge «sprovvista di fondamento etico» 

Da un punto di vista giuridico, precisa la Comece, 

non esiste alcun diritto all’aborto riconosciuto nel diritto europeo o internazionale. Tentare di cambiare questo introducendo un preteso diritto all’aborto nella carta dei diritti fondamentali dell’UE va non soltanto contro le credenze e i valori europei fondamentali, ma costituirebbe una legge ingiusta, sprovvista di fondamento etico e destinata ad essere una causa di perpetuo conflitto tra i cittadini dell’UE. 

Andando un poco oltre, la Comece ricorda che 

l’integrazione europea dovrebbe sempre favorire e promuovere il rispetto delle differenti identità ed evitare le imposizioni ideologiche. [In tal senso] la proposta del presidente Macron di inserire tale preteso diritto non può in alcun caso essere considerata come un rinnovato respiro allo zoccolo dei nostri diritti. 

Dal dicembre 2009 e dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la Carta dei Diritti Fondamentali ha la medesima forza giuridica dei trattati. Essa è dunque cogente, per gli Stati membri, e ogni cittadino può appellarvisi in caso di non-rispetto di questi diritti in un testo europeo. Per modificare questa Carta è necessaria l’unanimità degli Stati membri. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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