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La Bibbia consiglia alle vedove di risposarsi o di restare single?

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/02/22

Il biblista Don Bruno Ognibeni: non c'è un divieto a non risposarsi. Ma si sono imposte delle limitazioni. Il caso del matrimonio leviratico

Cosa consiglia la Bibbia ad una vedova? Di risposarsi? Di restare nella condizione di “single”? Quali condizioni pone a nuovi legami? Le Sacre Scritture di certo non restano indifferenti rispetto al tema, e offrono più di un suggerimento.

Aleteiasi è rivolta a Don Bruno Ognibeni, biblista dell’Istituto Pontificio “Giovanni Paolo II”, autore di due testi “Il matrimonio alla luce del Nuovo Testamento” (Lateran University Press, 2007) e “Il matrimonio alla luce dell’Antico Testamento”. Nei due volumi, Ognibeni evidenzia la possibilità di un nuovo matrimonio, ma allo stesso tempo, una serie di “limitazioni” di cui una vedova dovrebbe tenere conto.

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Il biblista Ognibene ci aiuta a capire come ricostruire la propria vita dopo il lutto.

Il diritto di risposarsi

L’apostolo Paolo dichiara che morto il marito una donna ha il diritto di risposarsi. Il suo consiglio è però che ne faccia a meno (così in 1 Cor 7,39-40). Nella prima lettera a Timoteo però dice che una vedova giovane (meno di 60 anni) è meglio che si risposi (vedi 1 Tim 5,9-15). E’ probabile la prima a Timoteo non è opera di Paolo, ma di un suo successore. La seconda (o terza) generazione apostolica ha disciplinato diversamente la questione della vedovanza.

Vedovi non risposati

La stessa prima lettera a Timoteo decreta che il vescovo e il diacono siano mariti di una sola donna (1 Tim 3,2 e 12), il che significa probabilmente vedovi non risposati. Ai vedovi era permesso di risposarsi, ma non potevano diventare diacono o vescovo. Tra i Padri della Chiesa, Tertulliano era contrarissimo al matrimonio dei vedovi e si è allontanato dalla Chiesa perché lo ammetteva.

L’Antico Testamento

La questione della condizione di vedova è affrontata anche dalla legge di Mosè. La vedova ha diritto di sposare l’uomo di suo gradimento. Limitazioni a tale diritto sono poste dalla legge di santità, laddove decreta che una vedova non possa andare in moglie al sommo sacerdote (Lv 21,14); e dal codice deuteronomico, laddove decreta che una vedova non possa essere sposata una seconda volta all’uomo che l’aveva divorziata se lei dopo il divorzio ha sposato un altro (Dt 24,3-4).

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Il matrimonio leviratico

Una terza limitazione il codice deuteronomico la impone alla vedova il cui marito è morto senza avere un figlio, obbligandola a ciò che si ha costume di denominare matrimonio leviratico: «quando dei fratelli abitano insieme ed uno di loro muore e non ha un figlio, la moglie del morto non sposerà all’esterno un estraneo: suo cognato andrà da lei, la sposerà e agirà da cognato verso di lei. Il primogenito che lei genererà avrà diritto al nome del fratello morto, e non sarà cancellato il suo nome da Israele».

La “punizione” per il cognato

E se quell’uomo non volesse sposare sua cognata? «Allora donna salirà alla porta dagli anziani e dirà: mio cognato ha rifiutato di mantenere a suo fratello un nome in Israele, non ha voluto agire da cognato verso di me, gli anziani della sua città lo chiameranno e gli parleranno, ma lui starà fermo e dirà: non voglio sposarla, sua cognata si avvicinerà a lui sotto gli occhi degli anziani, gli toglierà il sandalo dal piede, gli sputerà in faccia e dirà: così si fa all’uomo che non costruisce la casa di suo fratello. Sarà chiamato in Israele col nome: casa di colui cui è stato tolto il sandalo» (Dt 25,5-10).

Vedove penalizzate

La legge del levirato è da considerarsi penalizzante per la vedova? Certamente le pone un vincolo, dato che non le consente di sposare un estraneo alla famiglia di suo marito, a meno che il cognato si rifiuti di sposarla e la liberi così da questo vincolo. A lui è concesso di rifiutarsi, a lei no: la disparità è evidente. D’altra parte la legge del levirato offre ad una vedova la possibilità di trovare immediatamente un marito e con ciò tutti i vantaggi della condizione di donna sposata, non ultimo quello della possibile maternità.

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