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Spiritualità
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Aveva una vita già tutta scritta. Poi la conversione, radicale, a Lourdes 

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Marzena Wilkanowicz-Devoud - pubblicato il 11/02/22

Creatrice del festival di evangelizzazione Amen-Toi, Julie Le Rouge confida ad Aleteia come la sua conversione spirituale a Lourdes, una notte del luglio 2013, ha cambiato tutto nella sua vita.

Quando Julie risponde al telefono per raccontare ad Aleteia la storia della sua sconvolgente conversione a Lourdes, la sua voce di perla è spezzata da scoppi di risa che durano a lungo. Pur senza vederla, s’indovina una grande energia nella sua gaiezza, con la quale sta federando numerosissime persone di ogni età: Julie non ha che 23 anni, eppure da Freigné, nel Maine-et-Loire, sta dirigendo parecchi progetti al contempo. 

Tra questi spicca il festival Amen-Toi [gioco di parole in francese, perché il significato letterale “amen-tu”, ossia “di’ amen”, è omofono dell’espressione “ammene-toi”, cioè “pòrtati”, “porta te stesso”, N.d.T.]. Per la sua prima edizione, nel 2018, ha raccolto più di mille persone: 

L’idea sembrava balzana: organizzare un festival con mille partecipanti in piena campagna, proprio in mezzo ai campi. 

Il suo successo ha sbalordito tutti, a cominciare dai suoi genitori, che allora non erano praticanti. Temevano soprattutto che il carattere timido e riservato della figlia risultasse un ostacolo capitale per una scommessa così audace. Eppure i mille partecipanti – cifra di cui Julie non ha mai dubitato, perché li ha visti – c’erano. 

Un segno visibile, per quella che all’epoca era studentessa di Diritto: una brillante carriera sembrava esserle promessa, eppure sentiva di dover fare una scelta, quella di lasciare una vita confortevole e ben tracciata per darla a Cristo. 

Per me era una cosa evidente: volevo condurre una vita coerente e farne un cammino di santità. 

Così diceva Julie, svelando che questo cammino radicale è cominciato a Lourdes all’inizio del mese di luglio 2013. 

Una conversione radicale alla grotta di Lourdes 

Julie aveva allora 15 anni, si diceva lontana dalla fede e dalle pratiche religiose, eppure era tentata di seguire il catechismo in preparazione alla confermazione con i suoi compagni di liceo. La preparazione includeva però un viaggio a Lourdes: 

Un vero calvario – è il suo ricordo –: messa tutti i giorni, momenti di preghiera… tutto questo mi sembrava superato e da sfigati. 

Negli ultimi giorni della settimana, il responsabile le disse che il gruppo si era iscritto per un momento di adorazione alla grotta. Invitò Julie ad unirsi a quella preghiera, che doveva aver luogo… alle 3 del mattino! Mezza addormentata e bofonchiando, Julie ci andò: 

Arrivando alla grotta ho visto il Santissimo esposto. Non sapevo davvero che cosa fosse, l’espressione “presenza reale” non mi diceva niente. Un amico mi ha passato una corona del rosario dicendomi di recitare le preghiere che avevo in un libretto. 

Mi sono trovata sola sulla mia sedia. Non dovevo fare altro: pregare o dormire aspettando che finisse. È stato in quel momento che ho detto a Dio: 

Se esisti, manifestati e in questo caso accetterò di seguirti. Sennò, saremo l’uno per l’altra dei perfetti sconosciuti e non ci rivedremo più. 

Julie s’addormentò col rosario in mano, prima di essere svegliata dai propri singhiozzi: 

Fu allora che ho sentito una promessa risuonare dentro di me: «Non preoccuparti, sono sempre con te». 

Non dubitò neanche per un istante: era Gesù che le parlava dal Santissimo Sacramento. 

In quel preciso momento – ricorda commossa –, mi sono sentita amata in modo incondizionato per la prima volta nella mia vita. 

Poi, durante la messa, mentre il prete sollevava l’ostia, Julie ebbe la certezza di essere «visitata da Gesù». Sentì un immenso desiderio di fare la comunione: 

Un velo che mi accecava si squarciò di colpo. Questo ha cambiato tutto nella mia vita – aggiunge la giovane –: il mio modo di pensare, di parlare e, più tardi, di pregare. 

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Julie Le Rouge al festival Amen-Toi nel 2018

Presa nel trasporto, i colpi di testa di prima scomparvero. Primo fra tutti l’accesso d’ira contro Dio, che non aveva fatto nulla per salvare la zia preferita, bruscamente rapita da un cancro. Poi quelli contro la sua famiglia, nella quale 

non c’era affetto: ci si amava, sì, ma senza dare a vedere le fragilità o i sentimenti. 

Per questo Julie preferì non annunciare la propria conversione ai genitori, e neppure ai due fratelli Amaury e Gauthier. Non voleva dare l’impressione di essere diventata una “illuminata”. Paradossalmente, la giovane visse la sua nuova vita di convertita al liceo, in occasione della preparazione alla Confermazione. Fu un pretesto per andare a messa il più spesso possibile: dato il passo che si apprestava a compiere, non doveva giustificarsi più di tanto con sua madre Caroline. 

Quest’ultima si ricorda di non essersi resa subito conto della vita spirituale che conduceva la figlia. S’era però ben avveduta del cambiamento del suo comportamento: 

Al suo ritorno da Lourdes l’ho trovata diversa: più leggera, più raggiante. Solo che, essendo io stessa ad anni luce dalla fede, non potevo comprendere quel che accadeva davvero. Julie non mi ha detto niente fino al ritorno da un ritiro trascorso al Foyer de la charité a Tressaint, qualche mese più tardi. Quel che aveva vissuto lì era così forte che non poteva più tenerlo per sé. 

Dopo aver convinto degli amici del liceo a fare un ritiro spirituale, infatti, Julie li condusse a Tressaint per il fine-settimana della Misericordia, nell’aprile 2014. Visse di nuovo un momento forte durante l’adorazione. Fu per lei lo scatto definitivo, «una seconda conversione». Profondamente commossa, disse alla madre di andarci anche lei. All’epoca era malata di un cancro: «Le ho solo detto che le avrebbe fatto benissimo», racconta. 

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Caroline conferma, sorridendo: 

Mi sono iscritta senza farmi domande, e la mia conversione ha avuto luogo laggiù, quell’estate. È stata radicale, anche se mia figlia continua ad andare molto più forte di me. 

La madre di Julie si rende conto della grazia di vivere questo cammino verso Dio con sua figlia, anche se non è sempre facile: 

Julie è una giovane donna dei nostri tempi. È gioiosa, ha carattere… e al contempo è di una profondità talvolta insondabile. Nei suoi occhi c’è qualcosa che non riesco sempre a spiegarmi. Sento che vive cose di cui non si possono cogliere la dimensione e la portata… 

Un festival per evangelizzare le campagne 

Julie non aveva che 18 anni, allora, e volle rispondere a una chiamata ricevuta, che le era stata perfino trasmessa in un sogno: creare un festival per evangelizzare le campagne, in un evento che facesse confluire generazioni e confessioni cristiane differenti. Per il festival coniò un nome originale: “Amen-Toi”. 

Quando ho voluto rispondere a questa chiamata, solo il mio parroco mi ha sostenuta. All’epoca tutti mi dicevano che non ce l’avrei mai fatta. Io però dicevo che ce l’avrei fatta, a qualunque costo, e che ci sarebbero state mille persone. Dio non mi ha mentito. Da allora, l’appuntamento è stato coronato di successo per due volte, prima di doversi interrompere per la pandemia. Il risultato è che, adesso, quando mi viene in mente una nuova iniziativa nessuno va più in paranoia! 

Julie parla e ride, ma oggi la sua équipe conta una cinquantina di persone. Abbandonato il Diritto, Julie ha intrapreso gli studi di Teologia «per capire meglio la Parola di Dio». A sua volta le capita di tenere corsi di catechismo o di andare a fare testimonianze in qualche diocesi. Con la preparazione delle prossime edizioni del festival da una parte, eccola che lancia un altro nuovo progetto, che può pure sembrare un po’ matto sulle prime: la creazione di una scuola di evangelizzazione che sia al contempo una casa-famiglia per le persone in difficoltà, anch’essa in piena campagna. La Casa di Davide

Una conversione che tocca tutta la famiglia 

Stavolta, però, Julie non è più sola. Numerosi volontari, i parenti perfino i genitori si sono coinvolti e la consigliano. Sono diventati, come dice lei stessa, «bruciati come lei». I suoi fratelli – Gauthier di 20 e Amaury di 16 – la sostengono robustamente. La famiglia allargata s’impegna a sua volta: qualche zio e zia, ma anche le cugine. Toccati dalla testimonianza di Julie, seguono la chiamata di Dio – ciascuno a modo suo. 

Come spiegare l’esplosione di questa 23enne? Per sua madre, 

poiché Julie ha detto sì, Dio le dà quel di cui c’è bisogno per andare avanti: le armi, l’intelletto, la facilità di relazione. Ma prego molto per lei, ho paura che cada. È successo ad altri, dunque bisogna vigilare. 

Julie riconosce che la sua azione la trascende: 

Sono progetti di Dio, non si tratta di cose mie. La mia sfida è nel discernere e nel saper ascoltare la volontà di Dio. La sua citazione preferita, che è diventata una specie di motto, la deve a santa Caterina da Siena: «Se diverrete quel che dovete essere, infiammerete il mondo». 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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