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Luca Attanasio nel ricordo vivo della moglie

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L'ambasciatore Luca Attanasio (23 Maggio 1977 – 22 Febbraio 2021).

Paola Belletti - pubblicato il 15/02/22

Era un ragazzo normale, cresciuto all'oratorio, un uomo di fede e un ambasciatore consapevole della portata del proprio compito e dei rischi che comportava. Nel libro in uscita oggi il ritratto di una presenza che porta frutto.

Una foto mossa, come quelle che faccio spesso io, ma in questo caso non è per incapacità di messa a fuoco. Si tratta piuttosto di un’immagine che ha molti fuochi, tanti particolari da mettere in risalto, dettagli che non si possono trascurare.

Ho pensato a questo, leggendo sulle pagine di Avvenire l’anticipazione del libro che la moglie di Luca Attanasio ha scritto per ricordarlo. Sì, ci sono tanti fuochi, dentro, e tutti accesi.

Il suo Luca è il diplomatico italiano che è stato ucciso in un agguato in Congo nel febbraio dell’anno scorso. Il libro, a cura del vaticanista di TgCom24 Marchese Ragona, racconta la sua storia ricucendola insieme dagli scampoli che recupera dallo sguardo di quelli che lo hanno amato – e che ancora lo amano: la moglie, i familiari e gli amici.

Che bello questo squadernarsi della ricchezza di un uomo che era figlio, marito, padre, amico, rappresentante delle istituzioni. Un uomo di fede e di missione, dice la moglie.

L’attentato

Era il 22 febbraio del 2021 quando il giovane ambasciatore si stava spostando a bordo di un auto in cui gli faceva da scorta il carabiniere Antonio Iacovacci e da autista Mustapha Milambo, in forze al World Food Program, tutti e tre deceduti per i colpi di arma da fuoco scaricati durante l’assalto. L’autopsia confermerebbe che i proiettili che hanno raggiunto i tre nello scontro non sarebbero i colpi tipici di un’esecuzione ma di uno scontro a fuoco degenerato fino a procurare la morte dei tre.

L’agguato è avvenuto nel percorso tra Goma e Bukavu e aveva come obiettivo premeditato proprio l’ambasciatore italiano a scopo rapimento e riscatto. Questo all’attuale stato delle indagini.

Arrestati a gennaio 2022 due dei tre uomini responsabili dell’assalto al convoglio ONU; l’uomo che manca all’appello dei fermati sarebbe proprio la mente del gruppo.

Chi era “il mio Luca”

Sulle pagine del quotidiano dei vescovi italiani leggiamo un estratto del libro Luca Attanasio, Storia di un ambasciatore di pace, edito da Piemme e disponibile da oggi in libreria e negli shop on line. La voce, commossa ma che non trema, è quella di Zakia, la moglie.

Ricordare qualcuno che c’è

Pensare a Luca, ricordarlo con i suoi pregi e i suoi difetti, è sempre una ferita che si riapre. Ma devo farlo, perché tanti giovani possano prendere esempio dalla sua vita. Avrei il desiderio, qui, di parlare di lui al presente e non al passato perché il mio amore non è mai andato via. È sempre con me, è sempre con noi.

Avvenire

Luca e Zakia Seddiki, originaria del Marocco, si erano sposati nel 2015; dal loro matrimonio sono nate tre figlie: nel libro, proprio al centro delle pagine, si trova una bellissima foto di famiglia che li riprende tutti insieme. Sono tutte molto piccole, vicinissime di età e somiglianti, non solo le due più piccine che sono gemelle.

Ecco come raccontava lo stile di vita della sua famiglia e la consapevolezza della sua vocazione, che consapevolmente assimilava ad una vera e propria missione:

«Io e mia moglie abbiamo tre bambine, la più grande ha tre anni e mezzo e le gemelline due anni e mezzo, e quando dico che sono ambasciatore in Congo tutti sono stupiti, ci dicono che è pericoloso. Ma partiamo da un presupposto: fare l’ambasciatore è un po’ come una missione. Quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio». 

Così lo stesso Attanasio il 12 ottobre del 2021 a Salerno, come riporta la Gazzetta del Sud

Da questo lato della storia, dopo lo strappo della separazione e della morte, la moglie fa eco a queste sue parole mostrando proprio come le aveva incarnate e intessute nella trama dei suoi giorni.

La vita e il cursus honorum

Nato a Saronno nel 1977 è cresciuto a Limbiate. Conseguita la laurea alla Bocconi nel 2001 intraprende la carriera diplomatica due anni dopo. Entrato nel ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, viene assegnato alla direzione per gli affari economici, ufficio sostegno alle imprese, segnatamente alla segreteria della direzione generale per l’Africa. Diventerà vice capo della segreteria del sottosegretario di Stato con delega per l’Africa e la cooperazione internazionale nel 2004.

Dal 2006 al 2010 sarà presso l’ambasciata italiana di Berna, ma dal 2010 al 2013 sarà in Marocco come console reggente a Casablanca. Nel 2013 assumerà l’incarico di capo segreteria della Direzione generale per la mondializzazione e le questioni globali per la Farnesina.

Nel 2017, solo quarantenne, ricoprendo il grado di consigliere di legazione, si è insediato come capo missione a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, alla cui guida è riconfermato nell’ottobre 2019 come ambasciatore straordinario e plenipotenziario. (Cfr Wikipedia)

Un normale ragazzo eccezionale

Si intravvede un grande dolore ma composto, frutto di un vero lavoro di ricomposizione di sè e della propria vita dopo questa granata che le è esplosa addosso, separandola dal “suo” Luca e lui da lei e dalle figlie. Il “ma” con cui comincia questa frase mi sembra che racconti proprio questa notte di travaglio che ha dovuto e voluto traversare per approdare comunque alla riva di una terra abitabile, colpita ma non del tutto desolata:

Ma so che la realtà, spesso dura e crudele, va affrontata e accettata. Luca era un modello di giovane italiano, entusiasta, cresciuto come un ragazzo qualunque, legato alla famiglia, agli amici e con tante passioni, con l’amore per il calcio. Luca era l’ambasciatore che ha ben rappresentato l’Italia e il corpo diplomatico nel suo impegno di tutti i giorni.

Ibidem

Lo sa che il suo Luca è ormai famoso proprio per come è stato ucciso ma anche per come si è scoperto che ha vissuto. Sa che la morte assomiglia alla sepoltura di un seme per questo ne racconta la fioritura:

Questo libro nasce perché la sua morte possa essere come un fiore che sboccia per tanti altri che vorranno seguire il suo esempio, per aprire la curiosità di chi vuol conoscere meglio la vita di questo giovane ambasciatore che era il figlio, il padre, l’amico, il marito.

Ibidem

Come un giardino

Il “suo” Luca ora è anche nostro, Zaiki ci aiuta a contemplarne i colori e a riconoscerne il profumo. Il mondo, a guardarlo senza speranza, sembra un luogo selvaggio, pericoloso. Per Luca invece era un giardino e in un giardino si sa c’è sempre da fare, intervenire con misura, aiutare, sostenere, ripulire, dare acqua e sostanze utili.

Era un sognatore che guardava il mondo come un bel giardino, sempre con grandi motivazioni che gli hanno permesso di raggiungere i propri obiettivi, molto serio e preciso al lavoro: nonostante il viso d’angelo, si arrabbiava molto se le cose non erano fatte con correttezza e onestà. Ma allo stesso tempo era un uomo che aveva la capacità di offrire un ambiente sereno per lavorare in una grande squadra.

Ibidem

E’ “solo” un ragazzo!

Era spontaneo e tanto goffo come un bambino, portava gioia ovunque passasse: simpatico e sempre pronto a fare una battuta. Il sorriso, insomma, non lo abbandonava mai. Aveva davvero un cuore giovane e questo riusciva a farlo trasparire. Una volta, in un negozio, in fila davanti alla cassa, io e Luca avevamo dietro a noi una signora con una bellissima bambina di cinque-sei anni. La piccola a un certo punto si è messa davanti a mio marito e la mamma le ha detto: «Lascia passare il signore…». La dolce risposta della bimba è stata: «Mamma, ma non è un signore, è un ragazzo!».

Ibidem

In questa lettera c’è tanto amore, custodito con pudore ma anche offerto, generosamente al mondo; messo a disposizione per il bene di tutti lo stesso per il quale l’amato marito si era offerto generosamente, senza risparmiarsi.

Dove c’è qualcosa di bello, di molto bello e attraente cercate bene: c’è di sicuro qualcuno che si sacrifica. Ma il sacrificio quello “nuovo”, quello che ha fatto nuovo Cristo stesso che fa nuove tutte le cose. Il sacrificio di chi liberamente si offre, si possiede e si dona per ritrovarsi moltiplicato.

Luca, mio dolce “Tintin”, grazie per quello che hai lasciato nel cuore delle persone che hai incontrato. Grazie d’avermi dato l’occasione di vivere come in una favola, da raccontare alle nostre tre principesse. Grazie per la nostra storia d’amore, intensa, piena di risate, di difficoltà. Solo l’amore poteva risolvere qualunque cosa. Grazie per tutte le avventure che abbiamo vissuto, per tutto ciò che abbiamo condiviso insieme. Rimarrai nel mio cuore per tutta la vita. Ti amerò per sempre. La tua Zakia

Ibidem
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