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I problemi delle coppie mature

UPSET COUPLE

Dusan Petkovic | Shutterstock

Mercedes Honrubia García de la Noceda - pubblicato il 16/02/22

Sono trascorsi 40 o 50 anni da quando abbiamo detto “Sì”, ed è arrivata la routine o la scoperta di qualche “ombra”. È una grande opportunità per crescere nell'amore vero

Quando si è sposati da decenni, si può cadere nella routine. Uno dei coniugi, o entrambi, trascorre le giornate in modo quasi vuoto. Vive rassegnato alla monotonia, senza speranza di cambiamento.

Altre volte la convivenza è diventata sgradevole, perché i rimproveri emergono in modo ricorrente e lo zaino del dolore accumulato per errori passati diventa molto pesante.

Per via dell’isolamento, stiamo assistendo a sempre più coppie a cui la situazione di malattia, incertezza e dolore che stiamo vivendo chiede un caro prezzo.

All’Instituto Coincidiraccompagniamo molte coppie in questa situazione. Prima della pandemia, in genere venivano a cercare di risolvere i propri problemi di convivenza, perché il pensionamento di uno o di entrambi aveva fatto affrontare un ritmo di vita diverso. Non si trovavano o non si capivano, o addirittura non si conoscevano. Dopo il lockdown sono arrivate sempre più coppie che soffrono per questa condizione.

La paura del contagio sta generando molti conflitti nelle coppie sposate da tempo, ma ha anche permesso loro di ripensare alla propria relazione e di voler lottare per vivere più pienamente il rapporto.

Dice Papa Francesco nella sua Lettera agli sposi in occasione dell’anno “Famiglia Amoris Laetitia”:

“Le diverse situazioni della vita – il passare dei giorni, l’arrivo dei figli, il lavoro, le malattie – sono circostanze nelle quali l’impegno assunto vicendevolmente suppone che ciascuno abbandoni le proprie inerzie, le proprie certezze, gli spazi di tranquillità e vada verso la terra che Dio promette: essere due in Cristo, due in uno. Un’unica vita, un “noi” nella comunione d’amore con Gesù, vivo e presente in ogni momento della vostra esistenza. Dio vi accompagna, vi ama incondizionatamente. Non siete soli!

… Alla luce di questi riferimenti biblici, vorrei cogliere l’occasione per riflettere su alcune difficoltà e opportunità che le famiglie hanno vissuto in questo tempo di pandemia”.

Poter guardare indietro e scoprire certi errori al momento di gestire il rapporto e la convivenza è un’ottima occasione per approfittare di questo momento e imparare o praticare tecniche di comunicazione che permettano di comprendersi meglio con il partner o i familiari.

Per poter capire l’altro nelle sue necessità, dobbiamo saper guardare al di là di quello che appare a prima vista. È come prendere una lente d’ingrandimento e imparare a mettere a fuoco, scoprendo la realtà che si ha davanti e guardandola in modo diverso.

Scoprire di cosa ha bisogno l’altro

Una volta che abbiamo osservato, siamo capaci di scoprire la vera necessità dell’altro. A volte una rispostaccia o una lamentela può essere il riflesso di una necessità non soddisfatta (richiamo, dolore, sentirsi amati, chiedere aiuto quando ci si sente insicuri…).

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Altre volte, un lungo silenzio o uno sguardo duro può riflettere un sentimento di tristezza, rabbia o incertezza che non si sa esprimere a parole.

Solo nell’osservazione attenta scopriamo angoli nascosti del partner che ci permettono di riconoscere la persona che un giorno ha conquistato il nostro cuore.

Il passare degli anni

È lì che, nonostante le manie che si possono avere, il brutto carattere e il deterioramento fisico provocato dalla malattia o dal passare del tempo, si può iniziare a vivere in modo più pieno il proprio matrimonio, che siano passati 40, 50 o più anni da quando è stato celebrato.

La chiave è nel non soffermarsi sulle cose negative, ma nello scoprire, comprendere e condividere cosa ci inquieta, ci preoccupa o ci rallegra. Forse a quel punto possiamo pensare di conoscerci già. È sicuramente vero, ma non conosciamo nostro marito o nostra moglie a quell’età, con quel bagaglio e con quello sviluppo costante che hanno gli esseri umani.

Imparare a guardare il coniuge e comprenderlo richiede un atto di volontà. È un dimostrargli la volontà di amarlo nelle sue necessità, anche quando non le condivide. È un mettersi nei suoi panni e camminare insieme a lui o a lei. Impariamo a dirci le cose, ma dicendole sulla base dell’affetto e del rispetto, a non tacere. A saper chiedere perdono e a perdonare. È un mettere alla prova quell’amore maturo, che come il buon vino migliora col tempo, ma bisogna saperlo prendere al momento giusto.

Un dialogo, in che senso?

L’intesa tra due persone è frutto di un dialogo maturo: di un dialogo interiore con se stessi (conoscersi e accettarsi nelle proprie imperfezioni) e di un dialogo esteriore con il coniuge (conoscere e accettare l’altro nella sua imperfezione).

“La vocazione al matrimonio è una chiamata a condurre una barca instabile – ma sicura per la realtà del sacramento – in un mare talvolta agitato”, dice il Papa.

È in questo camminare insieme nonostante le difficoltà che possiamo continuare a scoprire la bellezza del nostro matrimonio. Vediamo il vero senso di ogni situazione, dialogando in modo costruttivo con il coniuge. Nonostante la nostra imperfezione umana, si può vivere in modo più pieno il nostro rapporto nonostante gli anni passati dal giorno delle nozze.

Consultateci scrivendo all’indirizzo consultorio@aleteia.org

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