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La figura della “Vecchia Quaresima”, un’antica tradizione che ci porta alla Pasqua

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Jeanne Emmel | Shutterstock

Merche Crespo - pubblicato il 02/03/22

Questo personaggio dell'immaginario popolare è rappresentato da una donna con sette gambe, una per ogni settimana della Quaresima. I bambini possono usarla come calendario, togliendo una gamba ogni settimana e scrivendovi sopra un proposito per vivere meglio questo tempo liturgico

Il periodo della Quaresima, che inizia il Mercoledì delle Ceneri, comprende 40 giorni di preparazione alla Pasqua. Fondamentalmente, è un periodo che ci invita ad aprire il cuore all’amore di Dio mediante alcune pratiche: il digiuno, la preghiera e l’elemosina, che esprimono la conversione in relazione a noi stessi, a Dio e agli altri.

Nel suo Messaggio per la Quaresima 2021, Papa Francesco ci ha ricordato che “il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione, sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione”, fondamentali per rinascere come uomini e donne nuovi.

La Quaresima offre senz’atro a grandi e piccoli l’opportunità per educare e aumentare la nostra forza di volontà e mettere in pratica una serie di propositi. Siamo tutti chiamati a unirci a questo processo di conversione e penitenza di tutta la Chiesa. Per incoraggiare i bambini a compiere uno sforzo di miglioramento, possiamo suggerire loro di scegliere un proposito settimanale e di annotarlo.

Le sette gambe della Quaresima

È allora che sorge la possibilità di realizzare un’opera manuale grazie alla figura della “Vecchia Quaresima” con le sue sette gambe, che rappresenta un calendario con le settimane di durata del periodo quaresimale. Su ogni gamba, i piccoli della famiglia possono scrivere la propria intenzione e un progetto di miglioramento settimanale. Col passare delle settimane, rivedono il proposito precedente, esaminando in che misura lo hanno realizzato, e ne formulano uno nuovo per la settimana entrante.

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Ricorda il periodo di digiuno e astinenza

La Quaresima ha generato un ricco ed esteso panorama nell’immaginario e nell’arte popolari. Nel caso della Vecchia Quaresima (o Signora Quaresima), questa figura femminile, che rappresenta una vecchietta con un fazzoletto in testa, un cesto pieno di verdure nella mano destra e un baccalà nella sinistra, ricorda il periodo di digiuno e astinenza tipico di quest’epoca – i 40 giorni della Quaresima accompagnati da privazioni, pasti poco abbondanti e astinenza dalla carne. Sotto la sua gonna lunga e ampia appaiono sette piedi, che devono essere tagliati man mano che passano le settimane.

Questa tradizione è diffusa in molte zone della Spagna, soprattutto in Catalogna e a Mallorca. Quando arriva la Domenica di Pasqua, è abitudine bruciare la figura, che normalmente è fatta di carta, per rappresentare la fine di questo periodo. A Mallorca, all’arrivo della quarta settimana, i bambini “segano” la figura a metà, motivo per il quale viene chiamata “Sa Jaia serrada”.

Tradizione diffusa in molti Paesi

Anche in Italia, in Francia e nei Paesi di tradizione germanica è diffusa la tradizione di rappresentare la Quaresima come una vecchietta rugosa e dall’aspetto sgradevole, visto che si impone all’epoca del Carnevale, con le sue feste e la sua allegria, facendo passare a un periodo più calmo, con giorni di digiuno, preghiera e ordine.

In Grecia esiste un’antica tradizione che sopravvive in alcune famiglie cristiane ortodosse, quella della Kyra Sarakosti, una figura realizzata con la carta o con la pasta del pane a forma di donna e con sette piedi, ognuno dei quali viene tagliato ogni sabato di Quaresima. La donna ha una croce sulla testa a simboleggiare la sua fede; ha le mani unite, segno che sta pregando; non ha bocca, perché digiuna e per evitare conversazioni oziose; non ha neanche orecchie, perché non vuole ascoltare pettegolezzi, calunnie o giudizi errati, e resta con gli occhi chiusi per vivere meglio questo periodo di sforzo ascetico.

Propositi familiari

È del resto in Quaresima che abbiamo l’opportunità perfetta per mettere ordine nella nostra vita, compiere un esame di coscienza e mostrare pentimento. Magari in famiglia possiamo realizzare insieme una serie di propositi, che in molte occasioni può portare a una penitenza comune: ridurre le ore trascorse davanti alla televisione, limitare l’uso del cellulare o consultare meno le reti sociali, o ancora non consumare pasti abbondanti scegliendone di semplici e umili.

Possiamo anche formulare intenzioni familiari in positivo: leggere insieme in famiglia, comporre una benedizione dei pasti speciale per questo tempo quaresimale, realizzare qualche escursione in campagna approfittando dell’imminenza della primavera.

Ciò che conta è che tutti i membri della famiglia partecipino come possono alle pratiche quaresimali, e i bambini si coinvolgano dando loro il senso che hanno davvero, ma non come imposizione o divieto.

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