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Come insegnare ai bambini la liturgia: i primi 7 gesti (FOTO)

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Marko Vombergar | Aleteia

Merche Crespo - pubblicato il 06/03/22

I bambini si esprimono molto meglio con i gesti che con le parole, e il loro rapporto con Dio ha più senso per loro quando il corpo esprime ciò che provano

Da sempre, l’uomo si esprime in modo più pieno quando unisce il gesto alla parola. Essendo esseri sociali, abbiamo bisogno di segni e simboli per comunicare meglio con gli altri: una stretta di mano, un bacio, un abbraccio, un sorriso che esprime affetto, un saluto…

Nel nostro rapporto con Dio accade lo stesso. La Storia della Salvezza è piena di espressioni degli uomini nei confronti di Dio e di Dio verso di noi, e attualmente, durante la liturgia in cui celebriamo il culto di Dio, usiamo gesti molto vari.

È utile ripensare alla celebrazione dei sacramenti, piena di dettagli, segni e gesti: il segno della Croce, la genuflessione, unzioni, abbracci o inclinazioni del capo.

Gesù, il primo catechista

Gesù si è servito spesso di segni e gesti durante la Sua predicazione. È stato battezzato nel fiume Giordano con acqua, ha imposto le mani ai malati, ha lavato i piedi ai discepoli, e quando pregava si ritirava in un luogo tranquillo in silenzio. Il più grande gesto di Gesù ha avuto luogo durante l’Ultima Cena, nella quale ha spezzato il pane e lo ha condiviso insieme al vino con gli apostoli.

La Chiesa ha mantenuto tutte queste espressioni di Gesù e le ha inserite nella liturgia e nei sacramenti. Per questo motivo, noi catechisti dobbiamo insegnare ai bambini il significato spirituale di tutti i segni religiosi.

Iniziare i bambini alla liturgia

Quando iniziamo a pregare insieme ai bambini e insegniamo loro la preghiera e il silenzio, anche se sembra difficile, scopriamo possibilità inaspettate. I piccoli hanno una grande capacità di intavolare un’amicizia profonda con Dio.

Di fatto, hanno un’intelligenza spirituale molto sviluppata, ma bisogna favorire la loro crescita con la liturgia, nella catechesi e in casa con la famiglia.

Secondo Luis M. Benavides, noto per i suoi apporti alla metodologia catechetica, “iniziare i bambini alla liturgia è uno dei compiti più belli che si possano realizzare nella catechesi”, e questa iniziazione deve cominciare nei primi anni. Così si inseriscono nella preghiera comunitaria della Chiesa.

Quali gesti e segni possiamo insegnare ai bambini?

La maggior parte dei bambini non ha tuttavia la maturità o le conoscenze necessarie per comprendere tutti i significati della liturgia. Ci sono molti contenuti che sfuggono alla loro conoscenza e comprensione, e quindi durante la catechesi bisogna inserire a poco a poco, nella loro testa e nel loro cuore, il linguaggio proprio delle celebrazioni.

Fondamentalmente, bisogna lasciare che si esprimano a modo loro, per far sì che le prime esperienze liturgiche non siano noiose per loro.

Esiste però una serie di gesti sacri attraverso i quali possiamo introdurli alla vita di fede e che si inseriscono profondamente nella loro vita.

Da lì possiamo guidarli alla grande celebrazione della Chiesa, l’Eucaristia, che rappresenta il punto culminante della liturgia e a cui partecipa tutta la comunità.

Ecco alcuni di questi segni sacri:

Concludo l’articolo con una citazione di Luis M. Benavides, tratta dal suo libro Metodología Catequística para niños:

“I bambini non solo si divertono di più quando tutto il corpo esprime quello che sentono, ma questa espressione fa sì che sentano più profondamente quello che dicono. Una cosa è dire che siamo contenti perché Gesù ci ama, e un’altra molto diversa è ballare intorno a un’immagine di Gesù intonando con tutto il nostro essere una bella canzone”.

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