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La Bibbia non si può utilizzare come una sfera di cristallo

BIBLE

Pascal Deloche | GoDong

Alvaro Real - pubblicato il 07/03/22

Come interpretare la Bibbia? Cosa dice all'uomo di oggi? Quali perle nascondono i suoi testi?

Oscar García Aguado è un sacerdote di Madrid (Spagna) che ha scritto due opere: Aprende a manejar la Biblia. Aproximación al Antiguo Testamento e Aprende a manejar la Biblia. Para disfrutar del nuevo testamento, due testi che nascono dietro richiesta del delegato alla Catechesi di Madrid, Manuel María Bru: “Oscar, devi mettere per iscritto la tua esperienza”.

Si tratta dell’esperienza di offrire Scuole Bibliche o Lezioni Bibliche a catechisti e per la formazione di adulti e laici nelle parrocchie.

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Questo periodo può essere un buon momento per leggere o rileggere la Bibbia, e per questo servono alcune nozioni che Oscar spiega molto bene: “La Rivelazione non si riduce alla Bibbia. La Rivelazione di Dio è dinamica”.

Non è un “oracolo”

Oscar, nel tuo libro dici che “per leggere la Bibbia bisogna avere regole interpretative e prudenza”. La questione di aprire la Bibbia a caso, leggere qualche versetto e vedere cosa ci dice Dio non serve? In fondo non è l’oracolo di Delfi…

No. La Bibbia non può essere utilizzata come una sfera di cristallo per indovinare cosa dobbiamo fare in ogni momento. La Bibbia è parte di un dialogo che Dio vuole stabilire con ciascuno di noi. Questo dialogo va curato, perché bisogna comprendere molto bene il messaggio. È importante non accedere alla Bibbia come se fosse un metodo divinatorio. La Bibbia deve servire per la preghiera, per l’incontro personale con Dio, per vivere secondo la Sua volontà, per l’annuncio del Suo amore… La Bibbia è stata scritta per fede.

Cito testualmente dal libro: “Possiamo dire che ogni parola scritta nella Bibbia è parola di Dio se è unita a ciò che Dio vuole”. Ora mi chiedo: come possiamo sapere cosa vuole Dio?

La Rivelazione di Dio non si esaurisce nella Bibbia. È una premessa che tutti devono aver chiara. La Rivelazione non si riduce alla Bibbia. La Rivelazione di Dio è dinamica. È l’incontro che Dio, che fin dall’inizio dell’umanità (Genesi) ha avuto contatto con l’uomo e si è rivelato a poco a poco in ogni circostanza agli uomini di ogni epoca. Ora anche a noi.

È vero che noi abbiamo il bagaglio di tutta quella rivelazione meravigliosa, di quella storia di salvezza iniziata con Abramo e che arriva fino ai nostri giorni, con il culmine di Gesù, la Parola di Dio fatta carne che ha fatto irruzione nella storia.

Ma chi interpreta?

Bisogna tener conto del fatto che Dio parla a ciascuno di noi, e questo parlare ha parole, che sono davvero nella Bibbia, ma… abbiamo bisogno di un interprete.

La Bibbia dà parole alla voce di Dio nel nostro cuore, ma ora dobbiamo trovare un interprete, e questo interprete è lo Spirito Santo che palpita nella Chiesa. È la Chiesa che ha l’interpretazione adeguata per sapere cosa Dio vuole da noi.

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Nel suo primo libro sull’Antico Testamento ci parla di perle. Ce ne può raccontare qualcuna che possa servirci in questi giorni?

Moltissime. In questi giorni raccomanderei ad esempio il Salmo 8: “O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra (…)  che cosa è l’uomo perché te ne ricordi?”; il Salmo 23: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla”; la consolazione di Isaia al capitolo 49: “Ti ho disegnato sui palmi mie mani”, Ezechiele 36 e Osea 2.

Quando si leggono questi testi, ci si rende subito conto che quello che Dio vuole da noi, ora, è purificarci. Purificarci e trarre il meglio da noi. Lasciare cammini, sentieri che dovevamo abbandonare e aprire un cammino più autentico. Ci dona un’acqua pura e ci fa innamorare nel deserto; vuole eliminare molte idolatrie. Compie una vera interpretazione del tempo contemporaneo, del tempo che viviamo.

Conoscere Cristo

Lei dice che se non si conosce Cristo non si può interpretare né il Nuovo né l’Antico Testamento…

Non lo dico io, lo dice San Girolamo. La mancata conoscenza della Scrittura è la mancata conoscenza di Cristo. Il centro di tutta la Scrittura è Cristo, l’Evento di duemila anni fa.

È quello che fa interpretare tutto l’Antico Testamento e che fa interpretare tutto quello che si dice dopo di Lui. Cristo lo dice ai discepoli di Emmaus: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti!” Iniziando da Mosè e passando per tutti i profeti, ha fatto capire loro che tutto parlava di Lui. Per leggere la Bibbia, bisogna leggerla partendo da Cristo Risorto.

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Passiamo al Nuovo Testamento. Mi piace l’avvertimento che fa, di fare attenzione a dire “Ma questo lo so già!”

Noi che leggiamo abitualmente il Nuovo Testamento possiamo incorrere in un pericolo. Lo ascoltiamo a Messa o lo leggiamo nelle App con le letture quotidiane. Sono tentazioni di vanità, di conoscere già tutto, al punto che sembra che non abbia da dirci niente di nuovo. La Scrittura serve perché possiamo parlare con Dio.

Apocalisse

Nel momento in cui ci troviamo, senza volere possiamo cadere in una lettura errata dell’Apocalisse. Come va letta? È una specie di visione della fine del mondo o no?

L’Apocalisse è una Rivelazione per la comunità cristiana dell’epoca in cui è stata scritta, ma offre questa Rivelazione ai cristiani di ogni epoca. L’Apocalisse è stata letta sempre. Non si legge ora perché c’è una circostanza avversa, si legge anche nei momenti positivi.

L’Apocalisse è la parola ispirata che Dio ha dato all’apostolo San Giovanni in alcune rivelazioni per dire alla comunità cristiana, di fronte alla persecuzione soprattutto romana, “Coraggio! Forza!” L’ultima parola non ce l’ha il male, ma Dio, ce l’ha Cristo vittorioso, ed è la stessa parola che viene detta ora a noi: “Coraggio! Forza!” L’ultima parola nella storia è quella di Dio.

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