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Un cappellano militare dall’Ucraina: “La pace non è un’ideologia, è una responsabilità”

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Nur Photo/East News

Karol Wojteczek - pubblicato il 23/03/22

“Non abbiamo modo di sapere quanti filosofi, medici, insegnanti, bravi padri e madri siano rimasti sepolti sotto le macerie per via del male insensato che ha invaso le nostre strade”, afferma il coordinatore dei cappellani militari greco-cattolici, p. Andriy Zelinsky SJ.

P. Andriy Zelinsky ha assistito i soldati ucraini negli ultimi 16 anni. Come cappellano di prima linea, li ha accompagnati nella guerra del 2014 nel Donbass.

“È molto difficile veder morire degli amici. Non si tratta di conoscenti, persone che si sono incontrate una o due volte. Sono amici. E ne ho persi tanti. Non uno, due o tre”, ha affermato in un’intervista a Crux.

Attualmente, insieme ai leader della Chiesa greco-cattolica ucraina, p. Zelinsky si è spostato a Leopoli, dove coordina il ministero degli altri cappellani militari.

Dove si fermerà la Russia?

“La nostra guerra è iniziata nel 2014”, ha affermato, “ma all’epoca l’Occidente ha deciso di non notarlo. Tutti hanno semplicemente chiuso gli occhi, fingendo che in Ucraina non stesse accadendo niente. Oggi, però, non siamo soli”.

Il gesuita, politologo, ha spiegato che il Governo russo non vuole “solo” conquistare tutto il Donbass o perfino tutta l’Ucraina. L’obiettivo è un profondo cambiamento geopolitico in Europa.

L’intenzione di Putin, ha affermato, è una “trasformazione geopolitica” che avrà un impatto su tutta l’Europa, perché la Russia ha “ambizioni molto superiori all’Ucraina. È importante capirlo, perché a volte siamo preda della nostra ignoranza. Abbiamo cercato di fingere, di credere che ci fosse pace”.

“La pace, però, è il risultato della nostra apertura alla verità e alla giustizia”, ha dichiarato Zelinsky. “E dobbiamo aprirci ad essa, perché come ha detto Gesù solo la verità ci farà liberi”.

“Riguarda i valori su cui è stato costruito tutto il mondo occidentale, l’intera tradizione giudaico-cristiana”.

“Siamo tutti responsabili della pace”, ha aggiunto. “E la pace non inizia con le parole. La pace non è un’ideologia, è una responsabilità”.

“La città più pacifica che ho visitato”

P. Zelinsky ha anche sottolineato la devastazione inflitta dall’esercito russo, indicando che solo a Kharkov gli occupanti hanno distrutto circa 60 scuole e 600 edifici residenziali e che Kiev è stata bombardata incessantemente.

“Kiev è stata sempre una delle città più pacifiche che io abbia mai visitato”, ha confessato. “Ricordo la mattina di febbraio in cui tutto questo paradigma mentale è stato completamente distrutto dalle bombe russe”.

“E non abbiamo ancora modo di sapere quanti filosofi, medici, insegnanti, bravi padri e madri siano rimasti sepolti sotto le macerie per via del male insensato che ha invaso le nostre strade”.

“Stiamo testimoniando il male. Qual è la ragione strategica di gettare una bomba di 500 chili su un reparto maternità, su una scuola o su un edificio residenziale?”

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