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Dio è nella metropolitana di Kiev: celebrata la prima messa (FOTO)

chiesa greco cattolica ucraina

Йосафат Ковалюк | Facebook

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 02/04/22

Una dipendente del servizio di trasporti ha offerto ad alcuni religiosi della Chiesa greco-ucraina uno spazio ritirato per svolgere l’attività di assistenza spirituale

La Chiesa greco-cattolica ucraina scende nella metropolitana di Kiev, diventata ormai un bunker anti aereo: due sacerdoti e due suore celebrano la santa messa di domenica e confessano alcuni giorni alla settimana. «Ogni volta che “risalgo”, mi rendo conto di quanto sia importante esserci», racconta padre Giosafat Kovaliuk, sacerdote della Chiesa greco-cattolica, dopo l’ennesima “incursione” in metropolitana. Qui la gente di Kiev si sente al sicuro da eventuali raid dell’esercito russo.

Crisi di panico e ansia

Il religioso spiega come è nata l’idea di scendere in metropolitana per celebrare la messa e il sacramento della confessione. «La nostra parrocchiana Victoria Romaniuk, giovane medico, fin dall’inizio impegnata come volontaria nella metropolitana, ci ha raccontato la sofferenza delle persone che si trovava di fronte quotidianamente. Tanti avevano crisi di panico, ansia, si sentivano persi. È stata lei – prosegue padre Giosafat, appartenente all’ordine di San Basilio il Grande, ad Avvenire (31 marzo) – a suggerirci di “scendere” per cercare di consolarli». Padre Giosafat non se l’è fatto ripetere.

“Ci siamo mescolati tra loro”

Insieme al confratello Toma Kushka e alla religiose basiliane Elene Basarab e Elisabetta Varnitska, due settimane fa, si è recato in una stazione del centro – il nome non può essere rivelato per ragioni di sicurezza – per incontrare i rifugiati. «È stato tutto molto naturale. Siamo scesi e ci siamo mescolati a loro. Alcuni, riconoscendoci come preti, si sono avvicinati spontaneamente in cerca di una parola di conforto, di una preghiera, di una chiacchierata per sfogarsi». 

“Ci hanno chiesto di essere confessati”

Altre volte, prosegue il religioso della Chiesa greco-cattolica, «erano i volontari a portarci qualcuno particolarmente sofferente. Si sono rivolti a noi, persone di ogni fede e non credenti. Vari cattolici ci hanno chiesto di essere confessati: alcuni non lo facevano da anni. Abbiamo compreso che la nostra presenza era necessaria».

Ogni domenica sera

I sacerdoti e le religiose, riporta sempre Avvenire, hanno preso a recarsi alla stazione della metro con regolarità, a giorni alterni. Una dipendente del servizio di trasporti ha offerto loro uno spazio ritirato per svolgere l’attività di assistenza spirituale. Il 27 marzo, padre Giosafat ha celebrato, per la prima volta, la messa lungo i binari della metropolitana di Kiev. 

E da allora, ogni domenica, la sera, la stazione della metro avrà la sua Divina Liturgia. Mentre confessioni e assistenza spirituale proseguiranno con regolarità anche durante la settimana.

La resistenza della Chiesa ai tempi dell’URSS

La Chiesa greco-cattolica – a cui aderiscono quattro milioni di ucraini, il 10 per cento della popolazione – ha una lunga storia di “presenza” nei momenti cruciali.«Ai tempi dell’Urss – conclude padre Giosafat – i sacerdoti partivano per la Siberia per non lasciare soli i dissidenti spediti nei campi di lavoro. La Chiesa greco-cattolica non ha mai smesso di celebrare, nonostante il divieto: lo facevamo nelle case private. Durante la “rivoluzione arancione” prima e la protesta di Maidan, poi, siamo rimasti con la gente. Non la abbandoneremo certo ora. Ci danno molta forza le parole di papa Francesco». 

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