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Dall’inferno della guerra pregano (nei bunker e nei ripari)

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Agnès Pinard Legry - pubblicato il 05/04/22

Mentre dall'Ucraina la guerra continua a gettare per le strade d'Europa centinaia di migliaia di rifugiati, altri restano in patria e pregano.

«Dove due o tre sono uniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». Queste parole del Vangelo secondo san Matteo trovano oggi, in Ucraina, un senso particolarissimo. La guerra scatenata dalla Russia il 24 febbraio spinge ogni giorno centinaia di migliaia di Ucraini sulle vie dell’esilio.

Altri scelgono (o non hanno possibilità di scelta) di restare nel proprio Paese, e malgrado l’orrore della loro vita quotidiana, la paura dei bombardamenti o ancora la paura di non veder sorgere il sole l’indomani, continuano a pregare e a rivolgere a Dio la loro lenta e dolorosa supplica per la pace. Aleteia ha selezionato alcune foto di queste persone che in Ucraina, a qualunque costo, continuano a pregare – da un riparo, da un bunker, da una metropolitana – perché la pace torni finalmente nel loro Paese.

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]

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