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Vaccino anti Covid: perché escludiamo effetti collaterali a lungo termine

INIEZIONE, VACCINI, MRNA

Di Billion Photos|Shutterstock

Ospedale Bambino Gesù - pubblicato il 12/04/22

Il processo di sviluppo di un vaccino comincia sempre con una valutazione degli effetti collaterali, prima di valutare l’efficacia. Se questi test non generano dati di assoluta sicurezza, lo sviluppo del vaccino viene interrotto.

Di Alberto Eugenio Tozzi

All’introduzione di nuovi vaccini per il bambino segue quasi costantemente la preoccupazione dei genitori per i possibili effetti collaterali.

Proprio perché le vaccinazioni vengono somministrate a persone sane, nella maggioranza dei casi a bambini, sarebbe inaccettabile utilizzare prodotti che non offrano la massima garanzia in termini di sicurezza.

Ecco perché il processo di sviluppo di un vaccino comincia sempre con una valutazione degli effetti collaterali, prima di valutare l’efficacia.

La valutazione della sicurezza di un vaccino

La valutazione della sicurezza prosegue nel corso dello sviluppo dei vaccini su numeri di pazienti sempre crescenti, in modo da identificare anche effetti collaterali rari. 

Se questi test non generano dati di assoluta sicurezza, lo sviluppo del vaccino viene interrotto.

Ma la valutazione della sicurezza dei vaccini prosegue anche dopo l’introduzione della vaccinazione nella pratica comune, quando le persone vaccinate sono molto numerose, in modo da riconoscere eventuali effetti collaterali rarissimi.

Nel caso in cui vi sia un sospetto riguardo effetti collaterali gravi provocati da un vaccino in uso, il prodotto viene sospeso per un’indagine approfondita che offre ulteriori garanzie.

Nessuno dei vaccini oggi presenti manifesta effetti collaterali a lungo termine

Una preoccupazione comune quando si parla di nuovi vaccini sono gli effetti collaterali a lungo termine, quelli che potrebbero essere osservati anche molto tempo dopo la loro somministrazione.

Sebbene questa possibilità venga contemplata e indagata continuamente, nessuno dei vaccini che oggi abbiamo a disposizione ha mai manifestato effetti collaterali a lungo termine.

Al contrario, alcune malattie che con le vaccinazioni possono essere prevenute possono provocare gravi conseguenze dopo anni, come la temibile panencefalite sclerosante subacuta, una malattia neurologica gravissima e progressiva, che raramente si associa al morbillo.

Perché escludiamo effetti collaterali a lungo termine

Tutte queste osservazioni sono valide anche per i vaccini anti-COVID-19 a mRNA, quelli che utilizziamo oggi.

Ovviamente, per adesso non possiamo contare su un lungo periodo di tempo per stabilire l’assenza di effetti collaterali a grande distanza, ma abbiamo alcuni fatti concreti che ci permettono di escludere questa possibilità.

Il primo è che anche nella popolazione adulta, che finora ha ricevuto due o tre dosi del vaccino, in questo periodo non è stato mai registrato alcun effetto collaterale a grande distanza dalla somministrazione che sia riconducibile al vaccino.

Il secondo aspetto è che le componenti del vaccino si degradano rapidamente dopo aver esercitato la propria funzione.

Come funziona l’RNA messaggero

Infatti, l’RNA messaggero contenuto nel vaccino è facilmente degradabile e proprio per questo motivo viene conservato a temperature molto basse e viene protetto da una piccola bolla di materiale lipidico.

L’RNA messaggero, una volta somministrato il vaccino, entra in alcune cellule dell’organismo e si attacca agli organelli che servono per costruire le proteine, i cosiddetti ribosomi.

Dopo alcuni giorni si degrada completamente

L’RNA messaggero rimane nella cellula solo alcuni giorni, dopo i quali si degrada completamente. Durante questa funzione l’RNA messaggero del vaccino non ha nessuna interazione con il DNA della cellula, che si trova nel nucleo, un compartimento completamente separato, e quindi non può in nessun modo causare un danno o una modificazione genetica.

L’RNA messaggero serve per far produrre alla cellula una proteina del tutto simile ad una delle proteine del virus SARS-CoV-2, la cosiddetta proteina Spike. 

Quest’ultima rimane stabile solo per alcune settimane, il tempo necessario per indurre la risposta immunitaria protettiva.

Non esistono i presupposti biologici perché si verifichino effetti collaterali a lungo termine

Dopo questo tempo anche la proteina indotta dal vaccino viene degradata non lasciando alcuna traccia delle componenti del vaccino nell’organismo.

Nonostante sia comprensibile che i genitori possano preoccuparsi per eventuali effetti collaterali del vaccino che possano compromettere la salute del bambino nel futuro, non esistono i presupposti biologici perché si verifichino effetti collaterali a lungo termine.

Nonostante questo, l’eventuale comparsa di effetti collaterali inattesi a lungo termine viene costantemente monitorata per garantire la massima sicurezza della popolazione vaccinata, inclusi i bambini.

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