Prima che la vita di santa Gemma Galgani diventi segnata dal misticismo (riceverà le stigmate), le sue prospettive erano molto lontane dalla Chiesa. Gemma Galgani da giovane poteva avere un futuro stabile e ricco come farmacista. Il padre faceva quel lavoro e immaginava per la figlia il suo stesso destino. Ma prima la madre e poi il padre morirono quando lei era giovanissima, lasciando la famiglia nella miseria più assoluta (Gemma aveva ben 7 fratelli).
Da farmacista a badante
Allora, un collega di suo padre, un farmacista lucchese Matteo Giannini, accoglie Gemma per badare ai suoi figli (ne ha otto) e aiutare un po’ in casa. Lei, si legge su Famiglia Cristiana (che ne ha tracciato questo ritratto inedito) avrebbe voluto entrare tra le suore passioniste, ma non è stato possibile. Ben venga dunque la nuova sistemazione. Non ha molta salute, però. Non può far molto in casa Giannini. E potrà fare sempre meno. Ma non solo.
I fenomeni mistici
Da quel momento iniziano fenomeni inspiegabili nella vita di Gemma Galgani. Mentre alla fine del 1800 il mondo esulta per l’energia elettrica che solleva l’uomo dalla fatica, per i vaccini che lo salvano dal male. Ecco, la scienza genera felicità e salute per tutti, cancella le paure, avvera ogni speranza, abroga e sostituisce Dio. Nella casa del farmacista lucchese, invece, la ragazza Gemma Galgani dice che ha colloqui con Gesù, con la Madonna. Ma c’è di peggio: quei discorsi concernono la sofferenza, il dolore innocente, l’imitazione di Gesù suppliziato; proprio i temi meno sopportati dal “moderno pensiero”.
La vigilia di Pasqua
Santa Gemma Galgani ha le stigmate e il vescovo chiama fior di medici intorno a Gemma; bisogna controllare ogni cosa, perché tanti fatti “incredibili” si producono anche per via di suggestione. Ma non trovano nulla di anomalo.
Gemma soffre molto negli ultimi anni per una malattia che l’aveva già colpita in passato. Muore alla vigilia di Pasqua nel 1903 e sarà la prima santa morta e canonizzata (1940, da Pio XII) nel XX secolo.
