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Le parole di Gesù risorto e gli angeli

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Svetlana Vorotniak | Shutterstock

Fernando Cárdenas Lee, Foyer de Charite - pubblicato il 23/04/22

Gli angeli ci invitano ad aprire i nostri sensi a una realtà che trascende ciò che è meramente sensibile

Nel corso della Settimana Santa, forse abbiamo meditato sulle 7 parole di Nostro Signore sulla Croce.

Senza cadere nella superstizione, il 7 è il numero della perfezione: Dio riposa il settimo giorno dopo l’opera creatrice, 7 sono le parole della Madonna raccolte dai Vangeli, 7 le parole di Gesù dalla Croce, 7 le Sue parole dalla resurrezione all’Ascensione.

Meditiamo un po’ su queste parole che Nostro Signore pronuncia dopo la Sua resurrezione e sul rapporto con i santi angeli:

1 “La pace sia con voi” (Gv 20, 21)

Questa prima frase che Gesù pronuncia è qualcosa di più di un saluto formale o comune che si facevano gli Ebrei. È una pace che, per il fatto della resurrezione, acquisisce un nuovo significato.

Proprio questa novità viene dal messaggio annunciato dagli angeli alle donne:

“Voi, non temete; perché io so che cercate Gesù, che è stato crocifisso. Egli non è qui, perché è risuscitato”.

Mt 28, 5-6

Il messaggio centrale della nostra fede, la resurrezione di Gesù, viene annunciato da alcuni angeli, messaggeri di parole difficili da intendere per le donne, che dicono semplicemente che “il sepolcro è vuoto”.

L’annuncio della resurrezione ha quindi origine in Dio, e Dio affida ai santi angeli il fatto di essere messaggeri di questa grande novità.

In questo modo rafforza la nostra fede, perché senza la fede nella resurrezione questa perde il suo “colore”, e anche la testimonianza dei cristiani perderà allegria e forza.

Dall’evento della resurrezione, annunciato dai messaggeri di Dio, il saluto di pace di Gesù acquista nuovi significati.

La pace è un dono che viene da Gesù risorto. Gesù è il principe della pace. Egli è la nostra pace. Da Lui deriva qualsiasi pace vera e autentica nel mondo e nel nostro cuore.

La pace che dà il risorto fa superare la paura.

Secondo Sant’Agostino, nel cuore dell’uomo c’è un desiderio di vedere l’altro e di essere visto con uno sguardo pieno d’amore, e questo porta pace.

Quante foto e immagini sulle reti sociali che non fanno altro che gridare “Guardami!”, e quanti sguardi senza amore su quelle immagini!

Gesù risorto ci vede con un amore che dà pace al nostro cuore. Sant’Agostino scrive: “Quanto più amichevolmente infatti ti vedrà Colui che ti premierà se sarai degno, egli che ti ha guardato con occhio di misericordia per chiamarti quando eri indegno? (…) Prepàrati a vedere nel cielo Colui dal quale sei stato veduto grazie alla misericordia”.

2 “Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20, 22)

Lo Spirito del risorto è il segno di una nuova creazione.

Una ri-creazione che si basa sull’umile dipendenza da Dio, sul dirigere la nostra volontà totalmente al volere divino e su una libertà che è una dipendenza da Dio per amore.

È proprio questo che fanno i servi di Dio, i santi angeli, e che noi siamo chiamati ad essere.

Essere come angeli, ovvero “con-servitori” di questi messaggeri celesti.

Ogni devozione autentica e corretta agli angeli ci porta a questa dipendenza da Dio.

3 “Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?” (Lc 24, 17)

Come con i discepoli di Emmaus, che non vedevano Gesù che camminava con loro, spesso non vediamo che il nostro buon angelo custode cammina accanto a noi e si interessa di quello che facciamo e diciamo.

La presenza dell’angelo custode ci invita ad aprire i nostri sensi a una realtà che trascende ciò che è meramente sensibile.

In quei momenti piccoli e ordinari della nostra vita, sono presenti i nostri buoni compagni celesti. Non siamo mai soli.

Non li trascurate, quindi, perché la loro presenza ci porta ad essere sensibili alle cose di Dio, ad avere un rapporto personale con Gesù e a uscire da uno sguardo meramente sensibile che spesso si sofferma sulla novità, sullo spettacolo, ma che non si sviluppa verso la meta, che è l’incontro con un Dio vivo.

“O insensati e lenti di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano” (Lc 24, 25-27).

Camminando con gli angeli vedremo che tutto è buono, e che tutto è nelle mani di un Dio pieno di bontà.

Che ci troviamo di fronte a questo Dio potente capace di risuscitare Suo Figlio, e che il potere e la morte non vincono più.

È per questo che gli angeli ci dicono “Non temere”, ma anche “Rallegrati”.

Con i santi angeli vedrete che tutto va bene, anche quando soffriamo. L’angelo vede sempre la luce che c’è dietro l’oscurità.

Il Signore ha tranquillizzato la mistica del XIV secolo Giuliana di Norwich, preoccupata per il male e la sofferenza, invitandola a riporre fiducia nel Suo amore e nella Sua onnipotenza: “Alla fine, vedrai che tutto andrà bene”.

4 “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra” (Mt 28, 18)

Secondo la tradizione della Chiesa, è il coro dei serafini che proclama la vittoria di Cristo sulla croce.

Allo stesso modo, sono loro che accompagnano il corpo di Cristo nella sua discesa alla dimora dei morti, come trionfatore sul potere della morte.

Viene infine acclamato dagli angeli realizzandosi la pienezza del Suo trionfo nell’Ascensione.

“Oggi il Signore non ha a Sua disposizione solo dodici legioni di combattenti incorporei e immortali, ma migliaia di migliaia e innumerevoli sguardi di angeli, di potestà, di schiere e altri servitori, di spiriti provvisti o sprovvisti di sei ali, di altri che hanno molti occhi o che ne sono privi, e di vari esseri che compongono le milizie celesti. Tutte queste legioni accompagnano, servono e riveriscono Cristo come loro Re e Signore…”

Omelia antica sul Sabato Santo

“Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate”.

Mt. 28, 19-20

Se in precedenza abbiamo parlato della chiamata ad essere con-servitori del nostro angelo custode, in questo aspetto siamo chiamati a lottare insieme agli angeli per instaurare il Regno dei Cieli.

Potremmo dire di essere “co-lottatori” con gli angeli. Per questo combattimento possiamo imparare dagli angeli, perché loro conoscono il demonio, le sue astuzie e le sue menzogne per allontanarci da Dio e dall’amicizia con il nostro angelo custode.

“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo. Amen” (Mt 28,20).

Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che “dal suo fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione” (n. 336).

Cristo risorto è la nostro fianco come Signore e redentore. Gli angeli sono accanto a noi come servitori di questa opera di salvezza.

Camminate con il vostro buon amico, il vostro angelo custode, e vincete la morte e il peccato.

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