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Zita, la domestica maltrattata che non dimenticava i poveri

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Fred de Noyelle / GoDong

Aliénor Goudet - pubblicato il 28/04/22

Questa santa impiegata domestica nell'Italia del XIII secolo dimostrò virtù eccezionali, e nonostante la vita difficile non dimenticò mai le persone meno fortunate


Nel 1218, in una famiglia povera toscana nacque una bambina. Allevata da un padre lavoratore e una madre molto pia, Zita imparò rapidamente l’umiltà, il senso del servizio e l’amore nei confronti di Dio.

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Aveva un carattere dolce e flessibile alla volontà divina. La sua più grande lezione era non dimenticare mai che c’erano persone più povere di lei.

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Senza lamentarsi e sempre con un sorriso, andava tutti i giorni al mercato a vendere le verdure coltivate dai genitori.

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La sua famiglia era così povera che quando Zita aveva 12 anni venne mandata dalla famiglia Fatinelli di Lucca per lavorare come domestica.

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Una povera che aiutava i poveri

Malgrado la durezza dei suoi padroni, era assidua nei suoi compiti e buona con tutti.

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Al mattino si alzava molto presto per andare a Messa, e offriva sempre la metà del suo pasto ai mendicanti.

Di notte, dormiva a terra per lasciare il proprio letto alle donne senzatetto.

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La sua pazienza e la sua gentilezza suscitarono la gelosia degli altri domestici. Veniva insultata e calunniata, ma sopportava le prove con grazia e dignità, senza nutrire il minimo senso di vendetta.

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Zita finì per conquistare il cuore dei suoi padroni e dei compagni di lavoro. Quando morì nel 1278, tutta la città accorse a renderle omaggio, e si dice che sulla sua tomba si verifichino molti miracoli.

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