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Avere accesso a un lavoro dignitoso è la migliore delle politiche sociali

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Shutterstock | Ragne Kabanova

Juan José Omella - pubblicato il 02/05/22

Il cardinale Juan José Omella, presidente della Conferenza Episcopale Spagnola e arcivescovo di Barcellona, riflette sul valore umano e cristiano del lavoro

Ieri [il 1° maggio, n.d.t.] abbiamo celebrato San Giuseppe Lavoratore, patrono dei lavoratori, data che coincide con la Festa del Lavoro. Il fatto che quest’anno la festa cada di domenica mi richiedeva una riflessione sul valore umano e cristiano del lavoro.

“Il lavoro è dignità”, dice spesso Papa Francesco. Questo motto ci offre un’indicazione per collocare il lavoro nel contesto dell’umanesimo cristiano. Il grave problema attuale è la sua scarsità e la precarietà delle condizioni di lavoro, che interessano un settore importante della popolazione in età lavorativa.

Il lavoro è un diritto fondamentale, ma a molte persone viene negato. Tanti cittadini disoccupati disperati bussano alla porta delle parrocchie, e l’unica cosa che chiedono è un lavoro dignitoso che permetta loro di andare avanti, soprattutto nel caso di famiglie vulnerabili. Le Caritas diocesane e parrocchiali accolgono e accompagnano queste persone segnate dalla sofferenza e dall’angoscia.

Nonostante le incertezze provocate dalla guerra in Ucraina e le problematiche causate dalla pandemia nella nostra economia, sembra che ci sia una tendenza al recupero nelle percentuali relative all’impiego. La disoccupazione diminuisce senz’altro, ma dietro i dati c’è una realtà che dovrebbe preoccuparci: l’impoverimento costante e la disuguaglianza lavorativa. Può essere che ci siano più lavoratori ma siano più poveri. Avere un lavoro dignitoso non è più un diritto, per molti è un privilegio. La realtà globale della nostra diocesi è che una persona su tre, ovvero quasi un milione di persone, vive in condizioni di esclusione sociale (cfr. Rapporto FOESSA).

Papa Francesco difende instancabilmente la necessità di articolare l’economia al servizio della persona. Insiste sul fatto che la persona è il centro di gravità, il valore essenziale della società, e che l’economia deve mettersi al suo servizio, non il contrario. In questo momento, purtroppo, il paradigma neoliberale che regge l’economia globale e che trasforma il mondo in un grande mercato è nocivo per gran parte dell’umanità. Per questo, propone di trovare un nuovo paradigma economico, che con le parole di Papa Benedetto XVI dovrebbe essere basato su un’etica “amica della persona” (Caritas in veritate, 45). Quello che dice Papa Francesco è in piena sintonia con il pensiero di Benedetto XVI.

Avere accesso a un lavoro dignitoso è la migliore delle politiche sociali. Per questo, è necessario che le amministrazioni pubbliche si sforzino di creare le condizioni idonee perché gli imprenditori investano in attività economiche che generino lavoro. Chiediamo nuovamente ai nostri governanti, agli imprenditori, ai sindacati e ai vari agenti sociali un grande patto per fermare l’aumento della povertà promuovendo un lavoro dignitoso.

Care sorelle e cari fratelli, dobbiamo agire per costruire una società più umana e fraterna. Così sia.

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