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La reazione del Presidente di Sant’Egidio all’intervista del Papa – Ricatto dell’Occidente al Papa – & altro…

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Antoine Mekary | ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 05/05/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Giovedì, 5 maggio 2022

1. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio reagisce all’intervista del Papa al Corriere della Sera

2. Il ricatto dell’Occidente al vescovo di Roma

3. Concentrarsi sul consenso nella divisione provocata dall’aborto negli Stati Uniti

4. Più di 1.200 vescovi e sacerdoti filippini sostengono il candidato presidenziale Leni Robredo

5. Disegni sui muri di una chiesa di Roma ricordano il rifugio segreto di ebrei e antifascisti

1. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio reagisce all’intervista del Papa al Corriere della Sera

Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha affermato di essere rimasto “molto colpito” dalla richiesta di Papa Francesco di un incontro con Putin in un’intervista al Corriere della Sera. Impagliazzo ha descritto il gesto come un atto “di grande coraggio, di grande generosità e anche di grande realismo”. Il quotidiano Avvenire gli ha posto alcune domande per permettergli di articolare il suo pensiero sul tema. “Proporsi per andare direttamente da Putin è anche un modo per ‘salvare’ la Chiesa ortodossa russa da un’eccessiva dipendenza dalle logiche politiche del Cremlino”, ha affermato Impagliazzo, interpellato sulla possibilità di un incontro del genere. Il presidente di Sant’Egidio ha anche ricordato il ruolo di ogni leader religioso, “pregare per la pace e non per la vittoria”, ma non ha dimenticato di sottolineare il paradosso attuale: “Oggi i cristiani sia in Ucraina, sia in Russia sono in un certo senso costretti a pregare per la vittoria. Il Papa vuole invertire questo schema”.

Avvenire, italiano

2. Il ricatto dell’Occidente al vescovo di Roma

Il vaticanista Gianni Valente critica l’“assillante assedio politico-ecclesiastico” intrapreso da alcuni per “estorcere” a Papa Francesco a i suoi collaboratori “una esplicita scomunica” di Putin e del Patriarca Kirill. Nulla di ciò che il Papa ha fatto per porre fine al conflitto, sottolinea il giornalista, sembra sufficiente per chi, soprattutto negli Stati Uniti, ritiene che si debba “allineare” e sostenere apertamente l’Occidente contro la Russia. Il Papa, insiste, non è “il guru di una lobby politico-religiosa di fabbricazione occidentale”. È come vescovo di Roma che comunica con il Patriarca Kirill, e quindi si pone in una posizione molto lontana dalle “fantasie dei cristianisti ideologici occidentali” che fino a poco tempo fa prevedevano un riavvicinamento con Mosca, insiste Valente. In questo, sottolinea, è erede di Benedetto XV, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI e Benedetto XVI, aggiuungendo Giovanni Paolo II alla lista e ricordando che il Pontefice polacco, pur apprezzato dai circoli nord-atlantici, aveva criticato senza ambiguità la prima Guerra del Golfo. “Il compito del Vescovo di Roma non è quello di impartire ai fratelli ortodossi lezioni di modernizzazione occidentale”, conclude Valente, considerando il Pontefice più importante che mai oggi nella sua “disarmata povertà”.

Gianni Valente Blog, italiano

3. Concentrarsi sul consenso nella divisione provocata dall’aborto negli Stati Uniti

Un documento trapelato che indica come la maggioranza dei membri della Corte Suprema degli Stati Uniti potrebbe essere a favore del rovesciamento della decisione del 1973 che ha legalizzato l’aborto nel Paese ha acceso gli animi da entrambe le parti della controversa questione. Charles Camosy, docente di Teologia ed Etica sociale, indica che “il trapelamento potrebbe essere importante” quanto i dibattiti sull’aborto, perché mostra quanto l’argomento sia diventato critico e in grado di polarizzare se qualcuno è disposto a “violare la scatola nera del decision-making della Corte Suprema”. “Chi ha fatto trapelare il documento sembra credere che la posta in gioco sia così alta da essere disposto a distruggere la capacità di funzionare della Corte”, sostiene Camosy, ritenendola una minaccia alla democrazia. Avendo scritto un libro sulla capacità di divisione dell’aborto, Camosy afferma che sul tema c’è ben più terreno comune di quanto si pensi. In questo momento di tensione negli Stati Uniti, suggerisce che si possa trovare una “forza moderatrice” nelle “istituzioni religiose”, che possono aiutare a mostrare sia a chi sostiene l’aborto che a chi lo osteggia che “possono cooperare per sostenere le donne nel loro desiderio di tenere i propri bambini”. “Dobbiamo fare quanto è in nostro potere per abbassare i toni e concentrarci invece sul terreno comune di una maggioranza esausta”, conclude.

Religion News Service, inglese

4. Più di 1.200 vescovi e sacerdoti filippini sostengono il candidato presidenziale Leni Robredo

I membri del movimento cattolico Clero per la Scelta Morale nelle Filippine sono usciti dalla riserva a cui sono teoricamente soggetti esortando a scegliere, nelle elezioni presidenziali del 9 maggio, leader “il cui cuore cerchi davvero il cuore del Buon Pastore”. Stanno dimostrando il proprio sostegno alla candidatura di Leni Robredo, vicepresidente uscente, nota per il suo impegno a sostegno dei diritti umani e per le sue scarse relazioni con il Presidente populista Rodrigo Duterte, che non può presentarsi per la rielezione e potrebbe paradossalmente sostenerla. La sfida è contrastare Ferdinand Marcos Jr, figlio ed erede politico dell’ex dittatore rovesciato nel 1986 durante un movimento di protesta sostenuto dalla Chiesa cattolica. Favorito nei sondaggi, ha il sostegno della Iglesia Ni Cristo, una setta locale con molto potere, che ha due milioni di membri a cui viene imposta un’obbedienza totale alle istruzioni di voto fornite dai leader.

EFE, spagnolo

5. Disegni sui muri di una chiesa di Roma ricordano il rifugio segreto di ebrei e antifascisti

La chiesa di San Gioacchino a Roma è ricca di affreschi, mosaici e vetrate. I suoi veri capolavori, però, non si trovano forse nell’abside o alle finestre, ma nascosti in soffitta. Sotto il tetto, infatti, tanti disegni a carboncino coprono le pareti della chiesa. Tre di loro sono molto grandi e mostrano Gesù con una corona di spine, la Madonna col Bambino e un uomo moderno seduto su una sedia semplice e con la testa tra le mani. I disegni sono stati scoperti da padre Ezio Marcelli, un sacerdote 90enne che sale ancora le scale fino alla soffitta senza difficoltà, e sono stati realizzati da ebrei e antifascisti che vennero nascosti nella chiesa durante la II Guerra Mondiale. “Il significato di ciò che è avvenuto qui, del fatto che la gente venisse perseguitata e le si desse la caccia per condannarla a morte, ha un significato reale ancora oggi”, ha spiegato. Tra gli oggetti trovati sul posto, pacchetti di sigarette, mazzi di carte e un articolo di un quotidiano antisemita.

Reuters, inglese

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