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I sogni di don Bosco sulle sciagure dei Savoia e la Chiesa perseguitata

San Giovanni Bosco

© Public Domain

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/05/22

Si tratta di veri e propri sogni premonitori

Fin da piccolo don Giovanni Bosco fa sogni che si avverano. A nove anni Gesù e Maria gli manifestano cosa farà da grande: vede un cortile pieno di ragazzi che giocano allegri, alcuni però bestemmiano e lui si lancia contro di loro per farli tacere, quando compare un Uomo che lo chiama e gli dice di mettersi alla testa di quei giovani: «Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. […]».

In Una storia della Chiesa. Papi e santi, imperatori e re, gnosi e persecuzione” (edizione Cantagalli) a cura di Angela Pellicciari, si raccontano le incredibili visioni del fondatore dei salesiani, che investivano il mondo della politica e la Chiesa stessa.

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Maria Cristina di Savoia: la famiglia dei nobili di origine francese, è al centro dei sogni premonitori di Don Bosco.

La legge anti-conventi

Il tempo passa e nel novembre del 1854 il parlamento subalpino discute la legge che sopprime i conventi di clausura e mendicanti. Questo il contesto in cui Bosco sogna un valletto in uniforme rossa che grida: «annunzia: gran funerale in Corte!». Cinque giorni dopo il sogno ritorna ma questa volta il valletto grida: «annunzia: non gran funerale in Corte, ma grandi funerali in Corte!».

L’appello

Don Bosco scrive al re Vittorio Emanuele per tenerlo aggiornato sulle visioni notturne e per scongiurarlo «di impedire a qualunque costo quella legge», ma Cavour, dopo aver consultato i teologi ministeriali, così rassicura il sovrano: «Maestà, non si spaventi di ciò che ha scritto Don Bosco. Il tempo delle rivelazioni è passato».

I lutti

Agli inizi del 1855 i lavori del parlamento sono interrotti per una serie di gravi lutti che colpiscono la Corona: il 12 gennaio muore a 54 anni la regina madre Maria Teresa, il 20 gennaio a 33 anni la regina Maria Adelaide, il 10 febbraio a 33 anni muore Ferdinando duca di Genova, fratello del Re, il 17 maggio a 4 mesi muore Vittorio Emanuele duca del Genovese, ultimogenito del Re.

“Piomberanno mali sulla tua casa”

Quando il progetto ministeriale arriva all’approvazione finale, nell’aprile del 1855, Bosco scrive al Re: «Dicit Dominus: Erunt mala super mala in domo tua» (Dice il Signore: mali su mali piomberanno sulla tua casa), «Se V. S. segna quel decreto segnerà la fine dei reali di Savoia». Vittorio Emanuele II firma la legge soppressiva delle comunità religiose il 28 maggio 1855. Alla sua morte, il 9 maggio 1878, gli succede Umberto I. All’uccisione di Umberto I, il 29 gennaio 1900, gli succede Vittorio Emanuele III. Dopo l’abdicazione di Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1946, regna, per meno di un mese, Umberto II, “re di maggio”.

Lo scontro tra le navi

Fra i tanti sogni, don Bosco ne fa uno che non è chiarissimo in tutti i suoi aspetti, ma che il 30 maggio 1862 racconta ai suoi ragazzi. Si tratta della battaglia in mare aperto tra una schiera di navi nemiche ed una immensa capitanata dal Papa.In mezzo all’immensa distesa del mare si elevano dalle onde due robuste colonne, altissime, poco distanti l’una dall’altra. Sopra di una c’è la statua della Vergine Immacolata, ai cui piedi pende un largo cartello con questa iscrizione: “Auxilium Christianorum”; sull’altra, che è molto più alta e grossa, sta un’ostia di grandezza proporzionata alla colonna, e sotto un altro cartello con le parole: “Salus Credentium”.

L’aggressione

Nella battaglia il pontefice viene ucciso ma successivamente subentra un altro Papa al suo posto, al timone della nave, che intanto si dirige verso le due colonne. «Il nuovo Papa, superando ogni ostacolo, guida la nave in mezzo alle due colonne, quindi con una catenella che pende dalla prora la lega a un’ancora della colonna su cui sta l’Ostia, e con un’altra catenella che pende a poppa la lega dalla parte opposta a un’altra ancora che pende dalla colonna su cui è collocata la Vergine Immacolata».

La vittoria del Papa

In quel momento cambia la storia della battaglia: «tutte le navi nemiche fuggono, si disperdono, si urtano, si fracassano a vicenda. Le une si affondano e cercano di affondare le altre, mentre le navi che hanno combattuto valorosamente con il Papa, vengono anch’esse a legarsi alle due colonne. Nel mare ora regna una grande calma».

La devozione a Maria

Don Bosco commenta sui sogni: «Le navi dei nemici sono le persecuzioni. Si preparano gravissimi travagli per la Chiesa. Quello che finora fu, è quasi nulla rispetto a quello che deve accadere. Due soli mezzi restano per salvarsi fra tanto scompiglio: Devozione a Maria SS., frequente Comunione».

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