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Quel che si sa dell’infanzia di Gesù 

JESUS FRA ANGELICO

Luisa Ricciarini//Leemage

Guido di Pietro, detto “Il Beato Angelico”, La Madonna delle ombre (part.)

Philippe-Emmanuel Krautter - pubblicato il 13/05/22

Fin dalla nascita (e perfino prima), Gesù occupa un posto essenziale nel cuore del Nuovo Testamento. Tuttavia, benché la Natività del Bambino sia ben nota, i Vangeli sono più parsimoniosi circa i dettagli della sua infanzia.

Un natale raggiante. La nascita di Gesù Bambino, il cui racconto è riportato da due dei quattro Vangeli canonici, quelli di Matteo e Luca, resta probabilmente una delle natività più note al mondo. Sia per il suo carattere umile, nel contesto periferico ai margini della scena pubblica (gli alberghi erano occupati), sia per l’elemento meraviglioso conferito dalla luce celeste e dalle trombe angeliche. 

Matteo precisa che Gesù è nato in Giudea, a Betlemme precisamente, mentre Luca menziona la povertà della stalla e della mangiatoia: 

Gesù è nato a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode il Grande. Ed ecco che vennero dei Magi, dall’Oriente a Gerusalemme. 

Mt 2,1 

E [Maria] mise al mondo il suo primogenito; lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. 

Lc 2,7 

I due evangelisti, però, non sono affatto prolissi e non menzionano altro sulla nascita di Gesù Bambino. Tuttavia, se alcuni elementi (come l’asino e il bue) furono certamente aggiunti più tardivamente alla scena meravigliosa della natività, già spuntava il tratto caratteristico del messaggio di questa nuova fede: è tra i più umili, tra i deboli (un bambino!) che il Salvatore appare. Una umiltà che resterà sbalorditiva nel resto della vita di Gesù. 

Una prima infanzia appena evocata 

Allo stesso modo, gli evangelisti non si dilungano su tutti i primi anni di Gesù. Luca riporta tuttavia il rituale al quale ogni primogenito ebreo veniva sottoposto secondo la legge di Mosè: 

Quando fu compiuto il tempo prescritto dalla legge di Mosè per la purificazione, i genitori di Gesù lo condussero a Gerusalemme per presentarlo al Signore, secondo quanto sta scritto nella Legge: «Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore». 

Lc 2,22-23 

È in occasione di questo rito di passaggio che un evento unico accadde, quando per azione dello Spirito Santo un sant’uomo di nome Simeone riconobbe nel Bambino il Messia annunciato dalle Scritture antiche: 

…Perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli; 

luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo Israele. 

Lc 2,30-32 

I genitori di Gesù non compresero immediatamente quell’annuncio profetico, che prefigurava il destino di Gesù fin da quei tempi remoti. 

Tra i dottori della Legge 

Solo l’episodio della salita al Tempio, verso l’età di 12 anni, narra un momento dell’infanzia di Gesù, figlio di Dio. Mentre Luca sottolinea che Gesù cresceva in età, sapienza e grazia, questa crescita si manifestò con un primo evento che rendeva testimonianza del suo futuro ruolo messianico. 

Ogni anno, i suoi genitori si recavano a Gerusalemme per la Pasqua. Anche quando Gesù aveva 12 anni, essi fecero lo stesso pellegrinaggio. In quell’occasione, però, al momento del ritorno i genitori persero di vista il bambino. Solo dopo tre giorni di ricerche angosciate lo ritrovarono, al Tempio, seduto in mezzo ai dottori della Legge: 

Tutti quanti lo sentivano erano meravigliati
della sua intelligenza e delle sue risposte. 

Lc 2,47

Vicino al Padre suo 

All’età in cui normalmente un bambino ascolta ancora giudiziosamente le parole dei dottori della Legge, Gesù prefigura già l’attività profetica che svolgerà nell’età adulta. I suoi genitori, però, angosciati per la loro comprensibilissima paura, non mancarono di chiedergli: 

Figlio, perché ci hai fatto questo? Tuo padre e io angosciati ti cercavamo! 

E Gesù rispose con una parola ancora più incomprensibile per loro: 

Perché mi cercavate? Non sapevate che devo stare nelle cose del Padre mio? 

Questi brevi elementi riportati dai Vangeli (canonici) bastano a farci comprendere che la vita terrena di Gesù sarebbe stata collocata non solo sotto il segno del rispetto verso i suoi genitori, ma anche della sottomissione al Padre celeste. 

L’importanza della Parola condivisa e incarnata ne costituisce uno dei tratti essenziali. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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