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Che ci fanno delle suore al Forum di Davos?

Lucandrea Massaro - pubblicato il 25/05/22

Il World Economic Forum si svolge nella cittadina svizzera di Davos da anni. Tempio del capitalismo globale è ancora un luogo che può costruire tendenze positive? Alcune religiose ci hanno provato

Davos è un comune svizzero con poco più di 11mila abitanti, ma da anni è il luogo dove il potere economico e politico si riunisce annualmente per analizzare tendenze, pericoli, e criticità del mondo globale. Il Forum che qui si tiene, il World Economic Forum, è un tempio della globalizzazione e del capitalismo mondiale, un vero e proprio simbolo, da sempre la sua “ideologia” è che con più scambi commerciali anche la pace e la stabilità mondiale aumenterà. E’ stato così per alcuni anni, ma per molti analisti oggi la globalizzazione è sul viale del tramonto. Staremmo assistendo ad una “de-globalizzazione”, di cui la guerra in Ucraina è un sintomo, non certo la causa, e che ha comportato l’azzeramento degli inviti sia per i politici russi, sia per gli imprenditori. Il che potrebbe comportare una accelerazione di questa “riframmentazione” del mondo, chi è escluso potrebbe non sentire più l’esigenza di partecipare (Il Post e ISPI).

Le suore alla conquista del World Economic Forum

Tuttavia – contesto a parte – Davos è ancora un luogo dove si prendono decisioni, dove si propongono soluzioni e quello che succede lì ha un peso, ecco perché la presenza di un gruppo di suore cattoliche desta interesse, specialmente se queste prendono la parola e ad ascoltarle ci sono presidenti e amministratori delegati di alcune delle aziende più grandi del mondo. A guidarle suor Patricia Murray, segretaria generale dell’Unione delle Suore Superiori (Uisg) che ha presentato il “Sister Project” (Vatican News).

Suor Patricia è al forum di Davos per la prima volta: lei che ha fondato una rete di 700mila suore nel mondo e che qui ha portato con sé suor Mary John Kudiyiruppil e suor Ruth Pilar del Mora, rispettivamente segretaria di Uisg e consigliera per la missione delle Sorelle di Maria Aiuto dei Cristiani, l’una indiana, l’altra colombiana, viene applaudita dai principali stakeholders del settore privato come ‘donna d’ispirazione’. E anche suor Mary e suor Ruth ricevono molte risposte e sostegni concreti dalle Fondazioni sulle più recenti attività che hanno portato avanti, in India per le popolazioni colpite dalla variante Delta del Covid; in Ucraina per i profughi da Kiev, sia locali sia migranti a loro volta dai Paesi dell’Africa subsahariana e del Medio Oriente. Entrambe confessano «di non avere mai immaginato di potersi trovare un giorno in un consesso di persone con portafogli così consistenti» ma «di essere felici perché bisogna creare un ponte facendo leva sulla comune umanità e anche sugli aspetti positivi del profitto per il settore privato».

Avvenire

Una rete globale di imprese e realtà religiose

A fare da ponte tra le proposte delle suore, le fondazioni e le realtà cattoliche c’è il Global solidarity fund una alleanza che crea partnership per i più vulnerabili nel settore privato, nel settore dello sviluppo e nelle comunità cattoliche. Qui a Davos il cruccio principale delle suore è la creazione di posti di lavoro, «qui non si tratta di fare beneficenza ma di incontrare gli interessi del settore privato per fornire ad esso delle risorse e incontrare le richieste delle comunità marginalizzate che cercano soluzioni onorevoli, non per la propria sussistenza ma per un reale sviluppo» spiega Marta Guglielminetti, direttore esecutivo del Global Solidarity Fund, realtà che tra l’altro proprio oggi – prima dell’Udienza – il Papa ha incontrato e a cui ha rivolto parole di stima e apprezzamento:

“Ringrazio per questo incontro, perché a me piace quando la gente è proprio sulle frontiere, nelle periferie. Semplicemente perché Gesù è andato alle periferie: Lui è andato lì a far vedere il Vangelo. Le periferie, siano del corpo, siano dell’anima; perché c’è gente che è un po’ benestante ma ha l’anima distrutta, strappata: andare anche con loro; tanta gente che ha bisogno della vicinanza”.

Acistampa

Diseguaglianze e super-ricchi che vogliono farsi tassare

Come ogni anno, al Forum di Davos, la ong Oxfam fa sapere quanto è aumentata la diseguaglianza nel mondo. Oggi – dopo due anni di pandemia, prezzi alle stelle, inflazione galoppante e guerra – la situazione è sempre più polarizzata e non accenna a tornare indietro:

Oxfam International rileva che la pandemia ha prodotto 573 nuovi miliardari, uno ogni 30 ore, mentre, quest’anno ogni 33 ore un milione di persone in più potrebbe scivolare sotto la soglia che delimita la condizione di povertà estrema, per un totale di 263 milioni di persone. In particolare, la ricchezza dei miliardari è aumentata, in termini reali, più in 24 mesi di Covid-19 che nei primi 23 anni delle rilevazioni di Forbes ed è ora equivalente al 13,9% del Pil mondiale, Una quota più che triplicata dal 4,4% del 2000. 

Rai News

In pratica poco più di 2500 persone hanno visto la loro ricchezza raggiungere la cifra di 12,7 mila miliardi di dollari (+3,78 miliardi rispetto al 2020), vale a dire poco meno del 15% del pil mondiale

“I miliardari a Davos potranno brindare all’incredibile impulso che le loro fortune hanno ricevuto grazie alla pandemia e all’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, – ha detto Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International – ma allo stesso tempo decenni di progressi nella lotta alla povertà estrema rischiano di essere vanificati con milioni di persone lasciati senza mezzi per poter semplicemente  sopravvivere”.

Rai News

Contestualmente 150 milionari e milionarie provenienti da diversi paesi hanno firmato una lettera aperta indirizzata alle persone che stanno partecipando al Forum di Davos per chiedere una maggiore tassazione: tra loro ci sono l’attore Mark Ruffalo, l’ereditiera Abigail Disney e Nick Hanauer, imprenditore statunitense che fu tra i primi a investire in Amazon. A guidarli  il milionario britannico Phil White che dice: «L’unico risultato credibile per questo convegno sarebbe tassare le persone più ricche. E tassarci ora» (Il Post).

Speriamo che queste persone incontrino suor Patricia, insieme potrebbero fare molto…

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