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Il Papa, il Sud Sudan e la schiavitù – Quando il lavoro diventa una religione – & altro…

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POPE FRANCIS - VATICAN - ST. Peter's Square - Audience

Antoine Mekary | ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 27/05/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Venerdì, 27 maggio 2022

1. In Siria, “la gente continua a morire di fronte all’indifferenza del mondo”

2. Il Papa, il Sud Sudan e la schiavitù

3. Presto ci saranno tre Papi?

4. Il Papa incontrerà le vittime del conflitto congolese a Goma

5. Quando il lavoro sostituisce la propria fede è un problema

1. In Siria, “la gente continua a morire di fronte all’indifferenza del mondo”

La Siria è scomparsa dal radar dei media, ma la sofferenza nel Paese non fa che aumentare, lamenta Joseph Tobji, arcivescovo maronita di Aleppo. “La situazione peggiora giorno dopo giorno. Il 90% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, e il mondo ci ha dimenticati”, ha detto a Vatican News. È vero che i combattimenti non si verificano quasi più, tranne che nel nord del Paese, ma è la fame ad affliggere ora la popolazione, ferita da undici anni di sanzioni internazionali. “L’intera popolazione è diventata mendicante”, dice il presule. La guerra in Ucraina ha poi fatto aumentare il prezzo di grano e olio, rendendo la vita quasi peggiore che sotto le bombe, hanno confessato alcuni fedeli al presule maronita.

Vatican News, francese

2. Il Papa, il Sud Sudan e la schiavitù

In occasione del viaggio del Papa in Sud Sudan all’inizio di luglio, il vaticanista Sandro Magister ha pubblicato un articolo sul suo blog in cui mette in luce la schiavitù esistente in questa zona dell’Africa. Ancora oggi, dice Beatrice Nicolini, docente di Storia africana e Relazioni internazionali, in Sud Sudan è possibile comprare un bambino dalla sua famiglia d’origine e venderlo per trarne un buon profitto. “La maggior parte dei raid sono volti ad acquisire bambini e bambine per lo sfruttamento militare e sessuale da parte delle milizie ribelli”, scrive. Questa pratica ha luogo nella regione meridionale del Paese, al confine con Uganda, Kenya ed Etiopia, una zona tradizionalmente nera e non musulmana. Papa Francesco approfitterà sicuramente del suo viaggio per condannare pubblicamente queste azioni barbare.

Settimo Cielo, inglese

3. Presto ci saranno tre Papi?

Visto il peggioramento delle condizioni di salute di Papa Francesco, tra l’intervento al colon dello scorso anno e il dolore al ginocchio che lo ha costretto a usare una sedia a rotelle, continuano le speculazioni su una sua possibile e prossima rinuncia. Incontrando di recente i vescovi italiani riuniti in assemblea plenaria, il Pontefice avrebbe confidato di non volersi sottoporre a un intervento, vista l’esperienza spiacevole dell’operazione subita nel luglio 2021. Sembra che abbia detto che preferirebbe rinunciare piuttosto che operarsi di nuovo, citando la preoccupazione per i “problemi alla testa” che provoca l’anestesia generale. Le parole del Papa, non confermate dal Vaticano, hanno sollevato una domanda cruciale nella stampa tedesca: presto ci saranno tre Papi – due ritirati e uno nell’esercizio delle sue funzioni?

Die Tagespost, tedesco

4. Il Papa incontrerà le vittime del conflitto congolese a Goma

Il 4 luglio prossimo, durante il suo viaggio in Africa, Papa Francesco incontrerà a Goma le vittime del violento conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, riferisce il sito di informazione spagnolo Religión Digital. In un Paese che ha uno dei numeri più elevati di sfollati interni negli ultimi anni, le parole del Pontefice sono attese con ansia. Il sito rivela anche un altro appuntamento sull’agenda: domenica 3 all’orfanotrofio Maman Koko di Kimbondo. Il vaticanista Hernán Reyes Alcaide sottolinea che questi due incontri mostreranno le preoccupazioni costanti del pontificato di Francesco, che riesce a parlare di una questione più ampia dando attenzione a una singola realtà.

Religion Digital, spagnolo

5. Quando il lavoro sostituisce la propria fede è un problema

“Tra molti professionisti statunitensi, il lavoro sta sostituendo la religione – e in alcuni casi sta perfino assumendone la forma”, afferma Carolyn Chen, co-direttore del Centro per gli Studi Religiosi dell’Università della California a Berkeley, in un articolo d’opinione pubblicato su The New York Times. Per redigere il suo libro “Work Pray Code”, l’esperta ha intervistato tra il 2013 e il 2018 più di 100 lavoratori della Silicon Valley, che le hanno detto continuamente che la loro carriera è un “viaggio spirituale” e che il lavoro che svolgono è una “chiamata”. “Il vangelo del lavoro è un’argomentazione debole, una soluzione eticamente vuota per affrontare il nostro bisogno essenziale di appartenenza e significato, e ci sta divorando come individui e comunità”, spiega la Chen. A questo proposito, cita la storia di un fervente cristiano evangelico che dopo essersi unito a una start-up non ha avuto più tempo per partecipare alla sua Chiesa. “Il lavoro ha dato a John non solo una nuova identità, ma anche un nuovo obiettivo nella vita e una serie di valori diversa. Anziché abbracciare la missione cristiana di cambiare il mondo diffondendo il Vangelo, John ha abbracciato la missione della compagnia: ‘cambiare il mondo’ con la sua app”, aggiunge la Chen. L’esperta sostiene che la società, le comunità e la democrazia sono tutte influenzate negativamente quando la gente adora il lavoro. L’aspetto peggiore è che le persone in questione perdono qualsiasi senso di sé e di identità, centrando la propria vita sulla compagnia per cui lavorano.

The New York Times, inglese

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