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Lo stato di salute del Papa – Le donne che aspirano a diventare diaconi – & altro…

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Pope Francis during his weekly general audience in St. Peter's square at the Vatican

Antoine Mekary | ALETEIA

i.Media per Aleteia - pubblicato il 13/06/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.
 

Lunedì, 13 giugno 2022

1. Quello che sappiamo, e quello che non sappiamo, sulla salute del Papa

2. Perché è bene essere cattolici anche se non si crede in Dio

3. Vari dicasteri e molte nunziature aspettano i loro titolari

4. In Germania, un vescovo scelto anche dai laici? 

5. ‘Dio potrebbe chiamarci’: le donne che aspirano a diventare diacono

1. Quello che sappiamo, e quello che non sappiamo, sulla salute del Papa

L’annuncio di Papa Francesco del rinvio del viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan, pianificato per gli inizi di luglio, a causa della sua osteoartrite al ginocchio destro ha fatto sì che “la macchina dei pettegolezzi romani sempre in attività” andasse “in sovraccarico”, afferma il giornalista di Crux John Allen. Come risultato, il vaticanista espone ciò che è noto e ciò che non lo è circa la salute del Pontefice. In primo luogo, cita il fatto che il viaggio papale in Canada, in programma per la fine di luglio, non è stato ancora cancellato. Se Francesco venisse operato al ginocchio, una procedura apparentemente semplice con tempi di recupero piuttosto brevi, “potrebbe ancora recarsi in Canada, e presumibilmente essere in condizioni migliori per affrontare il viaggio”, spiega Allen. Il Papa, tuttavia, apparentemente resiste all’idea di sottoporsi a un intervento. Il giornalista indica che il prossimo “punto di riferimento importante” è per la fine di agosto, quando Francesco dovrà creare 21 nuovi cardinali, presiedere due giorni di incontri con i porporati del mondo e compiere un viaggio di un giorno a L’Aquila, dove visiterà la tomba di Papa Celestino V, che rinunciò volontariamente al pontificato. Citando questi eventi, Allen suggerisce comunque “cautela prima di giungere a conclusioni”, spiegando che potrebbero anche non rivelare nulla. “Come si dice in tv”, conclude il giornalista, “’Rimanete sintonizzati!’”

Crux, inglese

2. Perché è bene essere cattolici anche se non si crede in Dio

In un articolo pubblicato sul sito spagnolo The Objective, il filosofo spagnolo Miguel Ángel Quintana Paz difende l’idea che ci sia “qualcosa di cattolico che va al di là” della fede cattolica in sé e che merita di essere condiviso. Presenta quindi i 6 assiomi del suo “Stile di Vita Cattolico”, princìpi che possono essere condivisi, dice, anche con chi non ha fede. Il primo principio di questa “cultura cattolica” è che un cattolico crede che chiunque possa e debba migliorare se stesso e la qualità della vita propria e di chi lo circonda. In secondo luogo, può quindi riporre la sua fiducia nella vita e nell’esistenza del prossimo, e vedere una soluzione laddove chiunque altro vede la fine, nella fattispecie nella povertà e nella morte. Il cattolicesimo, ecco il terzo punto, valorizza la razionalità, senza oscurare la realtà dell’uomo che è “anche fede, emozione, oscurità”. In quarto luogo, il cattolicesimo sostiene una mondanità che include una sociabilità che non permette di essere “completamente assorbiti dalle cose del mondo”. In quinto e in sesto luogo, infine, il cattolicesimo ci insegna a vedere la bellezza dove si trova e a perdonare per andare avanti.

The Objective, spagnolo

3. Vari dicasteri e molte nunziature aspettano i loro titolari

L’entrata in vigore della Costituzione Praedicate Evangelium il 5 giugno ha creato un vacuum istituzionale e ha indicato se alcuni officiali della Curia rimarranno o meno al proprio posto. Ad esempio, il cardinale Tagle, fino a poco fa prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, non hanno più responsabilità, visto che i loro dicasteri si sono fusi in un unico dicastero per l’Evangelizzazione, di cui il Papa stesso è prefetto. In altri dicasteri, i titolari restano in carica fino a nuovo ordine, anche se hanno più di 75 anni. È il caso del cardinale Ouellet alla Congregazione per i Vescovi o del cardinale Sandri alle Chiese Orientali. La questione relativa alle strutture organizzative emerge anche per le nunziature: il 10% di loro è vacante o ha un titolare con più di 75 anni. È il caso della nunziatura a Damasco, con il cardinale Zenari, e della nunziatura a Washington, con l’arcivescovo Christophe Pierre. Il sito web Faro di Roma riferisce anche la nomina dell’abate dell’abbazia di Montecassino come abate della basilica di San Paolo fuori le Mura, segnando il ritorno dei Benedettini alla guida di questa basilica romana dopo 12 anni di assenza.

Faro di Roma, italiano

4. In Germania, un vescovo scelto anche dai laici? 

A 74 anni, l’arcivescovo Hans-Josef Becker di Paderborn ha chiesto a Papa Francesco di essere sollevato dal suo incarico, ritenendo che le sfide future richiedano che sia una generazione più giovane ad assumere il compito. Un processo regolato dal Concordato con la Prussia del 1929 sta per iniziare a trovare un successore. Il Capitolo di Paderborn dovrà stilare una lista di candidati che verrà trasmessa a Roma dalla nunziatura. Il Papa rimanderà indietro una selezione ristretta con i nomi di tre candidati, tra cui il Capitolo sceglierà il nuovo arcivescovo. Influenzato dal processo sinodale in corso, il Capitolo ha deciso che i laici dovrebbero essere più coinvolti nelle fasi locali del processo.

Katholisch.de, tedesco

5. ‘Dio potrebbe chiamarci’: le donne che aspirano a diventare diacon

Se la Chiesa cattolica non prende in considerazione l’idea di ordinare delle donne al sacerdozio, l’ordinazione femminile al diaconato permanente è una possibilità reale, visto che una commissione creata da Papa Francesco sta studiando il progetto, spiega l’autore di un articolo d’opinione pubblicato sulla rivista America. Per Anna Keating, l’ostacolo principale per l’opinione pubblica è la paura che le donne candidate al diaconato non siano realmente cattoliche. Ad ogni modo, sostiene, la maggioranza è “estremamente obbediente alla Chiesa, il che è esattamente il motivo per cui vuole assisterla nel ministero diaconale”. La Keating lascia la parola a varie donne convinte che Dio possa chiamare le donne a questa missione. Chiedono la possibilità di discernere nelle proprie comunità una possibile chiamata al diaconato, ricordando che si tratta di un servizio, e che molte sarebbero felici e disposte a offrirlo.

America, inglese

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