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La Facoltà pontificia dove imparare la cultura della cura

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Natalia Hirshfeld | Shutterstock

Ateneo Pontificio "Regina Apostolorum" - pubblicato il 15/06/22

di Melissa Maioni*

Il 21 maggio 2022 c’è stata a Roma la Manifestazione Nazionale “Scegliamo la Vita”, a cui hanno partecipato migliaia di persone da tutta Italia. Questo fatto storico, che è parte della cronaca di questi giorni, ci deve trasmettere una certezza e non solo un’idea astratta: che la vita non è una sfida archiviata e “passata di moda”, ma una attualissima tendenza che va via via diffondendosi sempre di più, in coloro che avranno occhi e orecchie capaci di farsi raggiungere. 

La tutela della vita oggi sfida tutti: a livello sociale e politico, a livello scientifico, a livello storico. Chi di noi ha il coraggio di credere che la vita è un bene prezioso per tutti e non solo per i genitori che la accoglieranno? Chi di noi ha il coraggio di scommettere su modelli di azienda che valorizzano le esigenze delle famiglie numerose facendo dei loro figli il vanto dell’azienda stessa? Chi di noi ha il coraggio di credere che il futuro e la storia del nostro paese sia nelle mani delle mamme e dei papà che con tanta fatica contraddicono il ben-pensare politically correct propinato dai media? Quale uomo di scienza o professionista della salute ha il coraggio di fare della propria professione una testimonianza di servizio alla famiglia stessa?

Non tanti forse, ma evidentemente qualcuno sì. Questa è non solo una speranza, ma una certezza. 

Nell’attuale scenario politico europeo, sentiamo molti parlare di pace. Conviene però tenere sempre a mente le parole del Santo Padre:

La cultura della cura, quale impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca, costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace”.

(Discorso per la Giornata della Pace, gennaio 2021)

E dove nasce la “cultura della cura”? Continua il Santo Padre:

“L’educazione alla cura nasce nella famiglia, nucleo naturale e fondamentale della società, dove s’impara a vivere in relazione e nel rispetto reciproco. Tuttavia, la famiglia ha bisogno di essere posta nelle condizioni per poter adempiere questo compito vitale e indispensabile”. 

È importante quindi che si crei un panorama culturale che tuteli la famiglia, e la vita umana dal suo concepimento alla sua morte naturale. 

La cura della cultura è portata avanti dalle università: sono esse gli enti che hanno l’incarico di sviluppare un pensiero veritiero, capace di declinare l’antropologia umana alle varie epoche storiche. Anche la cultura della cura, quindi è affar loro e in questo panorama socioculturale è davvero importante che esse prendano coscienza di questo ruolo e di questa responsabilità.

È questo l’intento con cui portiamo avanti la nostra facoltà di bioetica e i programmi accademici dedicati presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Tutti possono trovare nella nostra offerta formativa un percorso compatibile con le proprie esigenze e le proprie aspettative. Offriamo la licenza in bioetica corrispondente alla laurea magistrale, ossia un percorso biennale che si tiene in modalità ordinaria o intensiva, che potrà poi protrarsi con il percorso dottorale. Da molti anni è attivo il corso di perfezionamento in bioetica, usufruibile anche a distanza. Insieme alla Cattedra Unesco in Bioetica e Diritti Umani offriamo il Corso di Perfezionamento in Neurobioetica, il Master in Global Bioethics in inglese, la Maestria in Bioetica in lingua spagnola. A settembre 2022 ci sarà anche la prima edizione del master in Dottrina Sociale della Chiesa applicata alle tematiche della vita in collaborazione con l’Università Finis Terrae di Santiago del Cile, l’Università Francisco de Vitoria e la Società di Vita Apostolica Laici Consacrati del Regnum Christi. Dal 4 all’8 luglio ci sarà il Corso Estivo, quest’anno incentrato sultema “Bioetica, morte e immortalità.

Come Ateneo Pontificio Regina Apostolorum sentiamo molto forte questa missione e ci mettiamo a servizio di tutti coloro vorranno prepararsi per rispondere all’appello del Santo Padre ed essere annoverati tra coloro che formano il popolo della vita. 


*Melissa Maioni è docente a contratto Facoltà di Bioetica Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

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