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La polarità tra Francesco e Benedetto, un plus – I cristiani afghani trovano nuova speranza in Pakistan – & altro…

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HANDOUT / VATICAN MEDIA / AFP

i.Media per Aleteia - pubblicato il 24/06/22

Ogni giorno, Aleteia offre una selezione di articoli scritti dalla stampa internazionale sulla Chiesa e le questioni principali che preoccupano i cattolici nel mondo. Le opinioni e i punti di vista espressi in questi articoli non sono quelli degli editori.

Venerdì, 24 giugno 2022

1. Riformulando la polarità tra Francesco e Benedetto come un punto a favore e non il contrario

2. Il cardinale Schönborn mette in guardia contro una “strumentalizzazione degli abusi” da parte della via sinodale tedesca

3. Castità prima del matrimonio: molto rumore per nulla in Italia

4. La teologia morale è in crisi, sostiene un teologo americano

5. I cristiani afghani trovano nuova speranza in Pakistan

1. Riformulando la polarità tra Francesco e Benedetto come un punto a favore e non il contrario

In un articolo d’opinione, il giornalista di Crux John Allen sottolinea “l’anomalia storica di due Papi viventi, uno regnante e uno emerito, entrambi residenti in Vaticano ma nessuno dei due nel Palazzo Apostolico, che sembrano rappresentare in carne e ossa due agende alternative per il futuro cattolico”. Queste visioni contrastanti, sostiene, vengono spesso portate nell’arena politica ed ecclesiale, a volte sovrapponendosi alle divisioni politiche tra destra e sinistra. Allen cita esperti e osservatori che vedono la polarità di Francesco e Benedetto come fattore in grado di esacerbare queste divisioni, ma propone una lettura alternativa dicendo che il cattolicesimo dovrebbe essere diverso dalla politica secolare, “che è un gioco a somma zero, in cui ci sono sempre un vincitore e un perdente”. “La coesistenza tra Francesco e Benedetto a pochi metri l’uno dall’altro all’interno del Vaticano, per quanto a volte possa essere scomoda, è forse la più grande conferma di quella differenza che la storia abbia mai evocato”, sostiene Allen. Nel 2007, rispondendo a un sacerdote che gli aveva chiesto come conciliare il gioco del calcio e lo studio del Diritto Canonico, Papa Benedetto XVI ha detto a un sacerdote che un approccio pastorale positivo e realmente cattolico significa vivere nell’et/et; vivere la propria umanità e l’umanesimo dell’uomo e al contempo non dimenticare Dio. “Forse lo stesso spirito ‘et/et’ potrebbe funzionare altrettanto bene su altri fronti”, conclude il giornalista di Crux

Crux, inglese

2. Il cardinale Schönborn mette in guardia contro una “strumentalizzazione degli abusi” da parte della via sinodale tedesca

Intervistato dall’edizione tedesca della prestigiosa rivista Communio, il cardinale Schönborn, arcivescovo di Vienna, definisce la sinodalità “un percorso al contempo spirituale e volto all’azione”, che consiste nel cercare le “vie” del Signore. Affrontando il Sinodo tedesco, che basa la sua azione su una risposta alla crisi degli abusi, il cardinale Schönborn vede un rischio di “strumentalizzazione degli abusi” stessi. “I comportamenti abusivi vengono usati per affrontare le richieste di riforma della Chiesa e decidere provvisoriamente al riguardo”, sostiene, ritenendo “molto discutibile il fatto che questo renda davvero giustizia al soggetto dell’abuso e alle persone interessate”. A suo avviso, più che soluzioni gerarchiche o ecclesiologiche, la “cura per il clericalismo” che porta agli abusi è soprattutto “la sequela di Gesù”, lamentando che “nei dibattiti sulla via sinodale si senta parlare troppo poco di conversione e discepolato”. Il porporato si chiede da dove trarrebbero la propria legittimazione i corpi competenti che alcuni riformatori tedeschi ritengono dovrebbero essere istituiti al posto di vescovi o sacerdoti, e ricorda che la sinodalità è una realtà diacronica, ovvero che è inscritta nella storia della fede. “L’asserzione, ripetutamente formulata e rinfocolata dai media, che se la Chiesa non si modernizza ora, se non si apre adesso, perirà crea uno spiacevole senso di destino tragico”, perché secondo lui la ragione dell’esistenza della Chiesa cattolica ha meno a che fare con la modernità delle sue strutture che con la chiamata di Cristo a camminare con Lui.

Communio, tedesco

3. Castità prima del matrimonio: molto rumore per nulla in Italia

Domradio, il sito web della diocesi di Colonia, è sorpreso del fatto che la recente pubblicazione di linee-guida sull’accompagnamento al matrimonio da parte del Vaticano abbia suscitato scalpore in Italia. Il motivo dello scontento di alcuni influencer e media italiani, che evocano una “fastidiosa sessofobia”, è la promozione della castità. Il documento di 97 pagine è ridotto dai suoi critici a pochi passi che evocano la questione della castità prima del matrimonio. Dopo aver letto la sezione, tuttavia, è evidente che nel documento non viene affermato niente di nuovo. La castità è presentata come una “virtù preziosa” nel matrimonio ma anche prima di esso, perché prepara “all’autentico dono di sé, vissuto nella vita matrimoniale”. Nell’Incontro Mondiale delle Famiglie in pieno svolgimento a Roma, poi, la questione della castità non sembra centrale per Papa Francesco o gli organizzatori. Piuttosto, sembra essere offuscata dalla questione dell’accompagnamento da parte della Chiesa delle coppie che stanno sperimentando una rottura o stanno divorziando e si stanno risposando civilmente. Il matrimonio è un tema importante, che merita di non rimanere relegato alla mera questione della castità.

Domradio, tedesco

4. La teologia morale è in crisi, sostiene un teologo americano

Secondo un articolo d’opinione pubblicato dall’autore statunitense George Weigel sul sito conservatore First Things, dal Vaticano II c’è stata una “decostruzione della teologia morale cattolica”. L’esperto dice che il Concilio Vaticano II ha giustamente “esortato a un rinnovamento della teologia morale cattolica”, ma ne è invece risultato il fatto che molti teologi morali affermino che non esiste nulla che sia un “atto intrinsecamente malvagio”. A suo avviso, questo punto di vista è stato presentato come qualcosa di nuovo, ma in realtà è stato “stantio, intellettualmente sterile, pastoralmente infruttuoso e socialmente irresponsabile”. Weigel loda le encicliche di Giovanni Paolo II del 1993 e 1995 Veritatis Splendor (Lo Splendore della Verità) ed Evangelium Vitae (Il Vangelo della Vita), che dice volevano di fatto confermare “la duratura convinzione del cattolicesimo” del fatto che ci siano atti intrinsecamente malvagi. Secondo Weigel, “nessun Papa nella storia moderna della Chiesa ha compiuto sforzi maggiori di San Giovanni Paolo II per spiegare le verità della fede cattolica agli scettici e spesso cinici tardo-moderni e post-moderni”, e condanna chi sminuisce “l’eroismo intellettuale e morale di Giovanni Paolo II”.

First Things, inglese  

5. I cristiani afghani trovano nuova speranza in Pakistan

“Sei stato tracciato. Sappiamo che sei un kafir [infedele] alla Shia e un giornalista che scrive contro di noi”. Questo il contenuto della telefonata anonima che Arifa Rahimi ha ricevuto tre giorni prima che i talebani prendessero il controllo di Kabul. UCA News dedica un articolo al destino dei cristiani afghani che si sono convertiti dall’islam e sono fuggiti in Pakistan nel settembre 2021, aiutati dalle organizzazioni umanitarie cristiane. Molti di loro, però, vivono ora in condizioni miserabili, senza alcun reddito. Circa 450 famiglie afghane che vivono in un parco a Islamabad protestano da mesi per chiedere uno status legale, e molte vogliono raggiungere i Paesi europei. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha stimato che in Pakistan ci siano circa 1,3 milioni di rifugiati afghani registrati. In Afghanistan, si ritiene che i cristiani – costretti a praticare il loro culto in segreto – sianno tra i 10.000 e i 12.000. La loro presenza viene negata dai talebani.

UCA News, inglese

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