Lucía ha 19 anni, il suo bambino si chiama Dani e ha un mese. Le hanno detto che era molto giovane, che era un errore, che non sarebbe riuscita ad andare avanti. “Mi hanno detto che era una sciocchezza che non pensassi nemmeno ad abortire”, spiega.
Sira ha 38 anni. “Quel giorno mi hanno detto che c’erano cose fuori dal normale ed era già passata la 14ma settimana. Hanno detto: ‘Sai che sei in tempo per interrompere la gravidanza’”. Ma Sira aveva ben chiara una cosa: “Non era un’opzione fattibile”.
Gianela ha 28 anni. “Che facciamo? Non possiamo avere un bambino in queste condizioni, in piena pandemia. Non abbiamo denaro. Non viviamo insieme”, diceva al suo partner.
In Spagna, 1 gravidanza su 4 termina con un aborto
La Commissione Episcopale per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Spagnola ha appena pubblicato un video in cui racconta la storia di tre donne “a cui è stato offerto l’aborto come soluzione, ma hanno scelto la vita”.
Si tratta di un video in cui si ascolta sempre il battito del cuore di un bambino, e con questo filo conduttore e l’importanza della vita si mostra la testimonianza di queste tre donne che avevano tutto contro di loro, ma hanno deciso di dire “Sì” e hanno affrontato le difficoltà.
Purtroppo non accade sempre così, e in Spagna 1 gravidanza su 4 termina con un aborto. 11 aborti ogni 1.000 donne tra i 15 e i 44 años. Secondo dati del Ministero della Salute, Consumo e Benessere Sociale, il 91% degli aborti è avvenuto “su richiesta della donna”, e solo il 9% per rischio per la vita della gestante, gravi anomalie del feto e malattia estremamente grave e incurabile.
Domenica si svolgerà a Madrid una manifestazione in difesa della vita che ha come motivazione fondamentale la modifica della Legge sull’Aborto.