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L’identikit del docente postmoderno, sai qual è?

SUORE DOCENTI ALBERO ULIVO ATENEO REGINA APOSTOLORUM

© Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

Ateneo Pontificio "Regina Apostolorum" - pubblicato il 30/06/22

di Laura Salvo* 

“L’insegnamento deve essere tale da far percepire ciò che viene offerto come un dono prezioso, e non come un dovere imposto”

Albert Einstein

L’insegnante è colui che imprime nella mente dell’allievo la “conoscenza”, che lascia un segno, che forma e conforma la persona verso un modello ed uno stile di vita che mette al centro l’apprendimento ed il sapere e la bellezza di trasmetterlo. Per diventare maestro e guida il docente deve essere appassionato conoscitore della sua disciplina di insegnamento, animato dalla Grazia che lo coinvolge nel dinamismo creativo dell’amore e che lo porta a cercare sempre la verità ed il bene per sé e per l’umanità. 

L’Istituto di Scienze Religiose (ISSR) dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum riconosciuto dal 1999 persegue la missione:

  • Formare Apostoli al servizio della Chiesa per testimoniare il mistero di Cristo;
  • Creare, in piena comunione con il Magistero della Chiesa, correnti di pensiero cristiano e per fare questo l’Istituto lavora costantemente sulla motivazione del corpo docente, ciò consente al docente di sentirsi parte di una comunità che lo accoglie, lo forma e lo sostiene nella sua missione.
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Il docente non è soltanto colui che trasmette nozioni o saperi, ma è una persona vicina ai suoi allievi, empatica, soprattutto nel linguaggio adottato per facilitare lo scambio docente discente, promuovendo un dinamismo circolare che alimenti la sete di sapere.

Il confronto e lo scambio, in un clima di apertura e di spontaneità, consente all’allievo di indagare dentro sé stesso e mostrare tutti i suoi dubbi e le perplessità che lo attanagliano oggi, per svolgere bene, domani, la sua professione. 

Da questa breve premessa è evidente che oggi, considerando anche tutte le sollecitazioni provenienti dal mondo virtuale, al docente è chiesto molto di più rispetto all’insegnante di trenta anni fa, ruolo già allora ricoperto con autorità e professionalità. Gli insegnanti di oggi rilevano frequentemente che, lo stare a scuola tutti i giorni, è come vivere sempre in trincea: oggi gli allievi non sono semplici, le famiglie non sono collaborative e spesso poco presenti con i propri figli, ed il docente oltre ad essere molto preparato ed aggiornato nella sua disciplina deve essere un esperto di umanità con una grande capacità di ascolto! 

Cosa significa essere esperti di umanità? Sovviene alla mente la frase che il Papa Francesco ha utilizzato il 18 maggio del 2019 “Il buon pastore ha l’odore delle pecore”, rivolgendosi ai sacerdoti diceva che oggi la Chiesa ha bisogno di essere Chiesa, ed affinché ciò accada è necessario che ogni membro si senta unito e responsabile per l’altro, in quanto tutti, prelati e laici, siamo parte del Corpo di Cristo, ognuno con le proprie vocazioni.

Queste parole possono essere sicuramente declinate rivolgendoci alla società di oggi dal momento che essa risulta chiusa, individualista, centrata solo sul proprio bene. Tutto questo cosa crea benessere o malessere? Se pensiamo che dal 2020 la depressione è diventata la prima patologia al mondo come causa di morte, la risposta viene da sé. 

Ma il Covid ci ha insegnato che l’uomo si impigrisce quando perde l’allenamento: sta emergendo una fatica post Covid nel riprendere in presenza le attività, le lezioni, il lavoro, i convegni, pur percependo la necessità dello stare insieme agli altri come esigenza e necessità. 

La relazione, di per sé, è una opportunità ma, allo stesso tempo, è anche una sfida perché chiede di lasciare la propria zona di comfort per lasciarsi mettere in discussione dalle esigenze dell’altro e trovare una mediazione tra i propri bisogni e quelli altrui. La relazione è impegnativa perché oltre a richiedere investimenti di tempo, energie, e chiarezza comunicativa, richiede di sviluppare tante competenze parallele come l’assertività, l’empatia, il saper “ascoltare”, soprattutto le esigenze dell’altra persona in modo oggettivo, chiarire le differenze, qualora emergano, e cercare gli aspetti di convergenza ricercando soluzioni diverse ad uno stesso problema. Attraverso la valutazione e la negoziazione, si portano avanti le relazioni con un impegno costruttivo e uno scambio proficuo per tutti. 

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Queste competenze relazionali, oggi quanto più necessarie al docente, chiedono di lavorare con consapevolezza su sé stessi per imparare a trasmettere in modo chiaro, ordinato e breve, il proprio pensiero, evitando espressioni vaghe e controllando le reazioni emotive di fastidio e tensione che possono innescare difesa e conflitto nella relazione.

Questi sono i presupposti di base che ogni insegnante dovrebbe sviluppare dal momento che la sua vita è piena di relazioni: con gli allievi, con i colleghi, con le famiglie, con le autorità. 

Ma l’allievo chiede ancora qualcosa in più per lasciarsi condurre: l’essere visto come persona, attraverso uno sguardo attento, autentico e limpido che comunica dritto al suo cuore e gli dice che la sua vita “ci interessa”. 

Spesso, i figli di oggi, crescono da soli o con le tate, sovente non hanno i nonni perché trapiantati in città diverse da quelle di origine dei loro genitori e, quindi, l’insegnante quando è autorevole, preparato e sinceramente interessato alla loro persona, diventa l’interlocutore privilegiato per aprire il loro cuore e dare voce a tutte le paure che lo abitano. 

Gli allievi cercano modelli di vita, “maestri” che li sappiano indirizzare verso la loro strada; spesso non conoscono i loro talenti, vivono in modo passivo e senza passioni vere, anche perché l’aver ricevuto dai genitori tutto e subito ha assopito i loro desideri: vivono senza un progetto, e tutto ciò li demotiva e li “spegne”. 

È quindi molto importante lavorare sull’umanità e sulle capacità empatiche e di ascolto del corpo docente, perché possano essere non solo “testimoni del sapere” ma un germoglio di speranza che dia stabilità e prospettiva in questa società disorientata e confusa, che ha messo al primo posto nella scala dei valori l’economia ed il successo, non dando più il primato alle relazioni significative, dal momento che i figli di oggi crescono cittadini del mondo… ma soli e senza radici!

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Laura Salvo è docente stabile dell’ISSR – Ateneo Pontificio Regina Apostolorum

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