All’indomani della tragedia sulla Marmolada, si prende consapevolezza della catastrofe. È il giorno dello sconcerto, dello strazio dei parenti e dei soccorsi che non si fermano. I dati su vittime e dispersi sono in continuo aggiornamento. Le ultime notizie informano di un bimbo, dato per disperso, che è a casa sano e salvo e di 4 dispersi trovati vivi.
Un piccolo fiato di sollievo in mezzo a quello che è stato definito un inferno di ghiaccio.
Tecnicamente gli alpinisti sanno spiegare cos’è successo: è crollato un seracco, una massa di ghiaccio larga 200 metri e alta 80 si è staccata provocando una valanga che è scesa da quota 3200 metri a quota 1800 raggiungendo la velocità di 300 km/h.
Umanamente, quegli stessi alpinisti, intervenuti nei soccorsi, hanno dovuto assistere a una scena che li ha lasciati soffocati dal dolore:
«Per oltre mille metri abbiamo trovato resti straziati in mezzo a una marea informe di ghiaccio e detriti», racconta Gino Comelli del Soccorso Alpino.
Da Corriere
Valanga sulla Marmolada: una carneficina inimmaginabile
Il bilancio provvisorio è di 7 morti, 9 feriti e una quindicina di dispersi. Si sa per certo che domenica pomeriggio erano presenti due cordate, ciascuna di 6 alpinisti, sul luogo della valanga. Ma non si sa ancora con precisione quante persone fossero effettivamente presenti su quel versante della Marmolada e si girano i parcheggi di accesso ai sentieri per fare una triste conta di possibili vittime.
Una piacevole escursione estiva su una delle montagne italiane più amate si è trasformata in una catastrofe inimmaginabile.
“Una valanga di neve, ghiaccio e roccia ha colpito un sentiero di accesso in un momento in cui c’erano diverse cordate, alcune delle quali sono state spazzate via”, ha detto la portavoce dei servizi di emergenza Michela Canova.
Da Agi