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Dio dà, Dio toglie. La santa normalità dei coniugi Bernardini Bedonni

Les époux Bernardini, géants de la sainteté familiale

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Annalisa Teggi - pubblicato il 06/07/22

Sergio Bernardini perde la moglie e tre figli in pochi anni. Si risposa con Domenica Bedonni da cui avrà 10 figli, 8 dei quali consacrati. Una famiglia al cospetto del mistero di Dio, nelle cui mani anche ciò che è tolto si moltiplica in un bene inimmaginabile.

La matematica di Dio lascia sconcertati. Lo sa bene Giobbe, le cui parole apparentemente folli di fronte alle prove più dure sono un invito a superare la tentazione della disperazione:

«Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; sia benedetto il nome del Signore».

BAMBINO, GIOCO, NUMERI

Chi parla non è un uomo che ha fatto i conti e contempla un risultato comprensibile. Qui c’è un uomo che benedice il mistero della sottrazione e della generosità, elargite da Dio in una misura eccedente, rispetto a qualsiasi criterio umano.

La stessa benedizione si ritrova nella storia semplice e straordinaria dei coniugi venerabili Sergio Bernardini e Domenica Bedonni, come raccontata e meditata nel testo La santità nelle famiglie del mondo, un sussidio del Dicastero dei Laici, la Famiglia e la Vita per fidanzati, sposi, comunità ecclesiali.

L’economia folle di Dio è un’esperienza di vita in cui la moltiplicazione passa dalla sottrazione più dolorosa possibile.

Sergio, una via di fede in salita

Lontano dalla Storia, dentro la storia. In un cantuccio d’Italia, in un paesino di montagna del modenese comincia la storia di una famiglia ‘nascosta’ che ha vissuto ogni circostanza della vita in relazione con Dio. Da questo cantuccio la buona novella si è sparsa nel mondo. Da un marito e una moglie dediti a una quotidianità di duro lavoro sono nati 10 figli, le cui vocazioni hanno portato la speranza cristiana anche molto lontano (fino in Australia, nel caso di una figlia che si è fatta suora ed è andata in missione).

Perché la missionarietà nasce dicendo un sì personale nel piccolo posto che Dio ci ha dato, e naturalmente questo bene esonda.

Il sì di Sergio Bernardini a Dio ha attraversato una serie di tragiche circostanze. Sembra quasi simbolico il tragitto che da bambino faceva con sua madre per andare in chiesa.

Con la madre, Sergio ricorderà di aver percorso tutte le domeniche i tre chilometri e la ripida salita che li portava alla chiesa. Vi andavano la mattina, per la Santa Messa e vi ritornavano il pomeriggio, per il Rosario, la benedizione e l’istruzione religiosa.

SENTIERO, MONTAGNA, SALITA

Quella salita, negli anni a venire, si fa ripida. Lavora nel mulino di famiglia e nel 1907, a venticinque anni, Sergio sposa Emilia Romani. Nel giro di pochi anni perde due figli piccoli, poi la moglie, poi anche l’ultima figlia che era nata. La confusione addolorata di questa catena di sofferenze lo spinge ad andare via da quel paesino di montagna nel modenese. Sergio tenta una nuova vita in America, ma ne rimane provato e deluso.

Ritorna a casa e qui lo attende un’ipotesi di vita nuova. Dio gli ha tolto molto, ma non gli toglie gli occhi di dosso.

Domenica, una moglie quasi incompatibile … vera via alla felicità

Anche Domenica Bedonni conosce la perdita che spezza il cuore. A vent’anni vede morire il suo fidanzato a causa di un male incurabile. Il successivo incontro con Sergio, già vedovo, non è dunque quello tra due anime che pensano all’amore in chiave esclusivamente romantica.

Si conoscono quando Sergio torna dall’America e il fondamento del legame che s’instaura tra loro non è puramente sentimentale. Entrambi sanno che l’equilibrio di una coppia deve essere qualcosa di più stabile della fragilità umana. Domenica ha un carettere molto diverso da Sergio, la loro compatibilità non si fonda su un’emozione passeggera.

Sergio e Domenica avevano due caratteri diversi, ma capirono ben presto di avere un progetto di vita in comune, potevano guardare insieme verso la stessa meta: creare una famiglia con tanti figli, che facessero nel mondo tanto bene.
Trascorrevano il tempo insieme parlando di loro stessi e delle loro famiglie; Domenica era la più loquace mentre Sergio andava all’essenziale. Nelle loro passeggiate leggevano il Vangelo, per avere un terreno sicuro da condividere e sul quale confrontarsi.

L’ipotesi di sposarsi nasce sullo sfondo della morte di cui entrambi hanno fatto esperienza, il sì che dicono di fronte a Dio il 20 maggio 1914 è una fiducia radicale nell’unico amore che ci strappa dall’incubo di non poter salvare quelli a cui vogliamo bene.

La santa ‘radio’ di famiglia

Domenica desiderava molti figli, ne arrivano 10. A loro si aggiunge l’adozione di un seminarista nigeriano a cui pagano gli studi a Roma. La moltiplicazione di Dio è una ricchezza di cuore che trova risorse anche se in tasca c’è poco. La vita modesta e le preoccupazioni non scalfiscono la gioia piantata in seno alla famiglia Bernardini Bedonni. In questa sovrabbondanza di fatiche e di gioie domestiche, la bussola di Sergio e Domenica resta la compagnia con Dio, scandita da tre momenti quotidiani di preghiera:

Una famiglia numerosa richiedeva un lavoro assiduo, sia nei campi che in casa, ma questo non impedì a Sergio e Domenica di iniziare la giornata con la preghiera, fermarsi a mezzogiorno per la recita dell’Angelus e terminare la sera con la recita del Rosario.

Bernardini e figli consacrati

In quest’immagine c’è una dritta di santità che è davvero a portata di tutti, un invito da cogliere al volo: scandire la giornata al ritmo di una preghiera fatta insieme. Fosse anche un momento solo, possiamo imitare questo gesto di affidamento e ristoro: mollare la gestione familiare, per stare insieme a tu per tu col Padre. Tutto il resto s’innesta in questa coscienza, che il matrimonio sta in piedi se si è in tre (direbbe Fulton Sheen).

Il ricordo di una figlia ci consegna un’altra immagine tanto semplice quanto piena di senso:

La figlia, suor Teresa Maria, ricorda il senso di sicurezza che dava ai bambini ascoltare le voci dei genitori che, all’alba, iniziavano la loro giornata pregando. E così chi era il primo a sentirli dava la sveglia agli altri, a volte ripetendo una battuta scherzando: «hanno attaccato la radio, è ora di alzarsi!».

Dei 10 figli avuti da Sergio e Domenica, 8 si sono consacrati a Dio. Più che un caso di eccellente educazione cristiana, è proprio una sveglia umana: la voglia di alzarsi perché c’è una voce buona che in ogni istante ci chiama alla vita.

E anche questa è una dritta di santità che noi genitori possiamo imitare, senza tirar fuori troppe scuse per sottrarci. Non è la nostra condotta perfetta o le parole giuste al momento giusto che educano i nostri figli. Che ci vedano inciampare non è un problema. Ciò che di davvero essenziale possiamo donare loro è che ci vedano cercare e trovare quella voce al mattino, che non smette di bussare alla porta del Cielo.

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