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I pianti dei genitori, le bugie di Fedez: don Alberto Ravagnani si “confessa”

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Don Alberto Ravagnani / Youtube

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 12/07/22

Il sacerdote influencer racconta in una intervista al Corriere della Sera come è sbocciata la sua vocazione a 17 anni e la verità sulla "chiusura" con il rapper

Don Alberto Ravagnani e la sua vocazione tormentata, tra preghiere serali, i pianti dei genitori, la percezione del “fuoco” interiore. Il sacerdote, nato in Brianza nel 1993, e ordinato prete nel 2018, lo ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.

Il Grande Fratello

Durante la pandemia i suoi video sulla fedehanno conquistato migliaia di ragazzi. Su TikTok lo seguono 92 mila persone, 139 mila su Instagram, senza parlare dei 146 mila iscritti al suo canale YouTube. Il romanzo La tua vita e la mia (Rizzoli, 2021) è andato a ruba. Alcuni lo volevano tra i concorrenti del Grande Fratello Vip, ma lui ha smentito («Non andrò mai, ma di sicuro vincerei»), perché il suo unico, grande, amore, è Dio.

DON ALBERTO RAVAGNANI
Questa è la faccia che fa quando ci giustifichiamo con “No, ma non sto mica tutto il tempo al cellulare!”, dice don Alberto.

La “chiamata” a 17 anni 

La “chiamata” a don Alberto Ravagnani è arrivata a 17 anni. «Volevo essere felice, come tanti adolescenti a quell’età, ma non riuscivo fino in fondo: non mi sentivo amato. Poi, con l’aiuto di don Pietro, durante una confessione, ho capito cosa mancava. Mentre parlavo delle ferite e del sentirmi inadeguato, ho sentito l’amore entrare dentro di me: era Dio. Sono tornato a casa che ero un’altra persona».

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“Avevo bisogno di un amico vero”

Prima della vocazione aveva un rapporto “normale” con la fede. «Non l’ho vissuta in famiglia, ma ho sempre frequentato il catechismo e l’oratorio, anche come animatore. Ero un ragazzo normale, forse un po’ chiuso. Al liceo classico andavo bene, non potevo lamentarmi. Avevo, però, bisogno di trovare un amico vero, non semplici compagni per uscire la sera. Mi ero preso una cotta per una ragazza, ma solo la scoperta di un nuovo orizzonte mi ha reso davvero contento. E alla fine, mi sono scoperto più innamorato dei miei compagni innamorati».

La preghiera della sera

A quel punto, ricorda don Alberto Ravagnani, «ho iniziato a pregare, senza sapere come si facesse. La sera mi chiudevo in camera: accendevo la lampada, tiravo fuori una piccola croce della Prima comunione dimenticata nel cassetto, un temperino di Art Attack e una matita, e iniziavo a leggere. Non sapevo niente di Gesù e le sue parole di uomo, senza formalismi, mi hanno affascinato. Pregavo di nascosto, anche da mio fratello Pietro, più piccolo».

La famiglia l’ha presa male

Non è stato facile per la sua famiglia. «All’inizio hanno preso malissimo la decisione: papà si è arrabbiato, mamma è scoppiata a piangere. Pensavano fosse una scelta folle, e che non sarei stato felice».

Le bugie di Fedez

Poi al Corriere, il sacerdote brianzolo rivela due cose. La verità sul suo rapporto con il rapper Fedez, che è stato oggetto di dibattito sui social «Lui improvvisamente mi ha bloccato, senza spiegazioni e senza avvisarmi. Mi ha accusato di averlo “tartassato” di messaggi, cosa non vera: non gli ho mai scritto. Mi sono interrogato sul senso del gesto: come personaggi pubblici, l’impossibilità di poter interagire è una forma di censura. Ha deciso di tenere chiusa la porta per evitare di continuare ad avere confronti con me».

L’amica suor Chiara

Infine, don Alberto Ravagnani “confessa” che c’è una persona con cui si confida, oltre a Dio. E’ «Chiara, suora salesiana quasi coetanea, amica e sorella, con la quale collaboriamo. Nella nostra amicizia i ragazzi trovano lo spazio d’amore che cercano» (Corriere, 12 luglio).

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