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Cos’è l’infallibilità pontificia?

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Antoine Mekary | ALETEIA

Aleteia - pubblicato il 21/07/22

Tutto quello che dice il Papa è infallibile? Non può sbagliare?

1. È stato il Concilio Vaticano I a definire l’infallibilità papale come una verità di fede per i cattolici

Nel 1854, Papa Pio IX ha dichiarato, pronunciato e definito il dogma dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria.

Questo ha dato luogo a un dibattito che si trascina da secoli: Maria, la “piena di grazia”, è stata preservata dal peccato originale?

I Papi e il Concilio di Trento avevano chiesto di accantonare questa domanda, ma la devozione all’Immacolata Concezione della Vergine continuava ad aumentare.

La medaglia coniata in milioni di copie dopo le apparizioni in Rue du Bac, a Parigi, nel 1830, invoca Maria “concepita senza peccato”. E le tante richieste esortarono il Papa a pronunciarsi.

Nel 1849, il Pontefice scrisse a tutti i vescovi per chiedere la loro opinione. La maggioranza si espresse a favore di una definizione.

Le lettere sono ancora conservate in Vaticano, in una “libreria” che è un capolavoro di oreficeria, donata da Lourdes nel 1877.

Grazie alle risposte ricevute, il Papa proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione nella data tradizionale della festa, l’8 dicembre 1854.

Il precedente di Lourdes

Meno di quattro anni dopo, la Vergine apparve a Bernadette Soubirous e le rivelò la sua identità: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

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Nonostante il carattere peculiare di questa denominazione – “Una donna non può avere questo nome”, disse il sacerdote –, le apparizioni vennero riconosciute come autentiche nel 1862.

Perché il Papa non avrebbe percepito questo segno come una conferma del dogma? Anche Bernadette lo vedeva così.

Affermare l’autorità del Papa

Allo stesso tempo, il potere temporale del Papa diminuiva nell’Italia che marciava verso la sua unità politica.

La fede cristiana era messa sempre più in discussione dalle varie dottrine. Sembrava molto più opportuno affermare l’autorità dottrinale del Papa.

Il Concilio Vaticano I votò in questo senso il 18 luglio 1870. Il 20 settembre la città venne conquistata e il Concilio fu sospeso.

Il testo recita esattamente:

“Il Romano Pontefice, quando parla ex cathedra, cioè quando, adempiendo il suo ufficio di pastore e maestro di tutti i cristiani, in virtù della sua suprema autorità apostolica, definisce che una dottrina riguardante la fede e i costumi dev’essere ritenuta da tutta la Chiesa… gode di quell’infallibilità, di cui il divino Redentore ha voluto dotata la sua Chiesa allorché definisce la dottrina riguardante la fede o i costumi”.

L’infallibilità si applica solo in condizioni molto rigorose. È necessario che il Papa si esprima come pastore universale, restando quindi esclusa la presa di posizione su questioni particolari, e le “definizioni” devono riguardare la fede e la morale, escludendosi così le questioni politiche che temevano i Governi dell’epoca.

Infallibilità della Chiesa

L’infallibilità del Papa è un aspetto dell’infallibilità della Chiesa. Cristo ha promesso ai Suoi discepoli di inviare lo Spirito Santo, che avrebbe ricordato loro tutto ciò che Egli aveva detto e avrebbe guidato alla verità completa (Giovanni 14, 26, 16, 13).

Le stesse facoltà sono state date da Cristo solo a Pietro e al gruppo degli apostoli (Matteo 16, 19, 18, 18).

Il giorno di Pentecoste, Pietro, in piedi con gli Undici, ha annunciato la prima professione di fede: “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”.

È stato su Pietro, dopo la sua professione di fede, che Cristo ha promesso di costruire la Sua Chiesa, sulla quale le forze dell’inferno non avrebbero prevalso. Il Signore ha pregato in particolare per Pietro, perché non perdesse la sua fede.

Il testo del Concilio Vaticano II termina precisando che “le definizioni del Romano Pontefice sono immutabili” e non hanno bisogno del “consenso della Chiesa”.

Le “definizioni” sono per natura “definitive”, ma possono essere sempre approfondite ed espresse in un contesto più ampio.

Non hanno bisogno di un consenso a posteriori. Il consenso si esprime prima della definizione.

2. L’infallibilità papale aveva degli oppositori nel mondo cattolico. Questo ha dato origine allo scisma dei “vecchi cattolici”

Durante il Concilio, le discussioni sul tema sono state energiche.

Nessun vescovo metteva in discussione l’autorità speciale del Papa: la esercitava già da più di 18 secoli. Ma perché si è dovuti arrivare all’“infallibilità”?

Alcuni Papi non avevano espresso sempre una dottrina del tutto affidabile. Quali sono i limiti e le condizioni per l’esercizio di questo potere?

Indeboliva l’autorità dottrinale dei vescovi, anch’essi dottori della fede?

L’infallibilità non avrebbe creato un nuovo scisma e aggravato la frattura tra la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane?

I vescovi hanno lavorato vari mesi per rispondere alle obiezioni ed evitare le interpretazioni massimaliste.

Un decimo dei vescovi abbandonò Roma prima della votazione definitiva. Nessuno dei vescovi realizzò uno scisma.

Nel 1889, un certo numero di comunità cristiane si raggrupparono sotto il nome di “vecchi cattolici”.

Il loro vescovo era già fuori dalla Chiesa molto prima della definizione dell’infallibilità.

Nel 1870, l’ecumenismo non era all’ordine del giorno, e l’infallibilità del Papa fu un punto di disaccordo tra cattolici e cristiani di altre confessioni.

Dopo un secolo e mezzo di prove, globalizzazione, creazione indefinita di nuove “chiese”, il

Concilio Vaticano II, l’esercizio della collegialità tra il Papa e i vescovi e le iniziative ecumeniche come il “Gruppo di Dombes”, il ruolo specifico del Papa, la sua autorità dottrinale, non era più un tema proibito.

3. Dal 1870, l’infallibilità papale è stata messa in atto solo una volta

Parlando in senso stretto, l’infallibilità del Papa è stata messa in atto solo una volta: per la definizione dell’Assunzione al cielo della Vergine Maria, il giorno di Ognissanti, nel 1950.

Il metodo è stato esattamente lo stesso che per il dogma dell’Immacolata Concezione. Papa Pio XII ha scritto a tutti i vescovi, ponendo loro due domande:

“Crede che l’assunzione corporea della Beata Vergine possa essere proposta e definita un dogma di fede? Lei, il suo clero e i suoi fedeli, lo volete?”

Il Papa chiese poi della legittimità, ma anche della convenienza di una definizione di questo tipo, messa in discussione per molto tempo.

La celebrazione liturgica si realizzava ogni 15 agosto. L’approvazione è stata quindi ampia, ed è derivata logicamente dall’Immacolata Concezione.

La Costituzione Apostolica del 1° novembre 1950 è estesa e contiene tutte le argomentazioni a favore della definizione.

La definizione in sé, però, è molto breve. In particolare, non risponde alla questione della transizione di Maria dalla terra al cielo: direttamente o passando per la morte, come suo Figlio?

Temi che potrebbero trattarsi un giorno

I Papi non hanno mai voluto definire Maria “corredentrice”, come vorrebbero alcuni, né hanno usato l’infallibilità per condannare la limitazione ufficiale delle nascite e degli aborti.

Chissà se un giorno si potrà usare per dire che solo gli uomin possono essere ordinati sacerdoti e vescovi della Chiesa cattolica.

4. I testi del Concilio Vaticano II non sono coperti dall’infallibilità pontificia, pur essendo stati approvati e promulgati da Papa Paolo VI.

L’uso dell’infallibilità è molto ristretto. È il massimo grado di autorità che il Papa esercita ai vari livelli di impegno.

Papa Paolo VI ha usato la sua autorità per approvare, decretare e promulgare tutti i punti – e ciascuno di essi – dei testi approvati nel Concilio Vaticano II.

Per volontà di Papa Giovanni XXIII, nelle disposizioni del Concilio da lui convocato non si includeva il progetto della “definizione”.

È un errore dedurre che l’attuale Papa o qualsiasi suo successore debba fare marcia indietro al Concilio Vaticano II.

Come ha detto Papa Benedetto XVI, si tratta di interpretare correttamente e soprattutto di mettere in pratica.

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