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Come guardare la vita per essere felici?

mężczyzna stoi w skalnej grocie nad brzegiem morza

djgis | Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 26/07/22

Se ci si concentra sulla bellezza, è più facile vederla

Il colore del mare deriva dalla luce che vi si riflette? O è il colore che ho nell’anima a scivolare sul mare? Le persone sono come le vedo io o come si vedono loro?

Il cielo riflette il mio stato d’animo o sono io a influire sul suo colore con i miei cambi di umore? La pioggia rattrista l’anima o la rallegra?

Dipende tutto dal colore del vetro con cui lo guardo o ci sono cose immutabili che non cambiano anche se a me sembrano diverse?

Ho più ragione quando grido o il mio silenzio può demolire più di mille parole?

Il tempo passa sempre più velocemente quando non voglio che passi? Finirò per dimenticare i sogni che non riesco a trasformare in realtà?

Dire di sì o di no alla realtà è tanto determinante? Dipende tutto dalla luce con cui guardo le cose? La realtà è migliore perché la vedo così?

Tutto influisce. E potrei porre mille altre domande, ma preferisco tacere. Non so se alla lunga il fatto di interrogarmi tanto mi porterà da qualche parte.

Le onde del mare sono imprevedibili quando le vedo da lontano. Non sai quale sia quella che può irrompere con più forza.

E le persone? Sono l’idea che ho di loro?

Come le persone, non le vedo mai arrivare. E mi sorprendono con reazioni inaspettate.

Penso di conoscere una persona e di sapere cosa pensa, ma poi mi dicono che dice altre cose e mi mostrano qualcosa di molto diverso.

Mi sono sbagliato nel mio giudizio o sono loro che si sono allontanate dalla realtà in cui credevo?

Sono loro a doversi adattare al mio giudizio o dovrò cambiare io il mio modo di pensare su di loro?

Penso più rapidamente di quanto agisco. O forse non penso, semplicemente le idee vanno e vengono nella mia anima. Senza chiarezza, senza giudizio.

Percepire la realtà com’è

Vorrei che ciò che penso corrispondesse alla realtà. Per non vivere finzioni. Per percepire le cose come sono.

Per non temere delusioni. Quando credevo che tutto fosse più bello, più pieno di bontà, più idilliaco di quello che poi risulta.

Non ho paura di commettere errori. Mi fa solo male che qualcuno me lo ricordi giorno dopo giorno dopo la mia caduta.

Non ho paura di ferire qualcuno. Quello che mi spaventa è non poter chiedere perdono o non riuscire ad abbracciare le ferite provocate.

Scegliere la speranza

Cammino lentamente per arrivare lontano. Non ho fretta di avanzare ogni mattina. Il prossimo giorno sarà migliore di oggi. O forse sarà lo stesso.

Non spero che le cose vadano come le avevo pensate. Le speranze si intessono partendo dalle aspettative, e il cuore si rallegra pensando a quello che verrà.

Andrò tutto bene? Una voce mi dice nell’anima “Non temere, andrà tutto bene”. A modo mio? Questo non importa.

I contrattempi e le sconfitte mi tolgono l’allegria. E la speranza la disegna Dio ogni mattina sulla mia alba, perché la tristezza non abbia la meglio su di me.

Ho deciso di abbracciare almeno un milione di volte. E l’odore della vita mi si è attaccato alla pelle.

Aperto al mistero

L’avventura di vivere vale la pena. Non devo risolvere tutti i problemi.

Non cerco neanche di dare una risposta a tutti i misteri. Ci sono troppe cose incomprensibili.

E la paura è troppo reale. Perché quello che non riesco a controllare mi spaventa tanto? C’è nell’anima una tendenza all’audacia e un freno interiore che non mi lascia volare. Come se mi spaventasse più la caduta finale che la vertigine e l’emozione del volo.

I figli sono i doni che Dio pone nella mia vita. E la Sua presenza benedice i miei passi. Non so come far sì che tutto si incastri nel diario dei miei giorni.

Assumo gli errori, propri e altrui. I saggi sanno cosa va fatto in ogni momento?

Non so se un giorno Dio mi darà un po’ più di saggezza.

Il mio sguardo sul presente

Ho imparato a vivere il presente come un dono. So che la nostalgia passa con un sorriso. Almeno quando una persona si sente amata in mezzo alla sua pena.

E allora le montagne si spianano, e i deserti vengono coperti da acque che annegano tutto.

Ho imparato a credere nell’impossibile, in quel Dio nascosto che contiene tutto. Non mi spaventa più la critica di chi non mi conosce. Sono solo carta bagnata, si perde senza che la veda.

Ho annotato nella mia anima gli ultimi ricordi che custodisco come sacri, per non dimenticarli. Ho scritto nel cuore il nome che Dio mi ha dato. E quando provo tristezza lo ripeto a voce alta, lentamente, chiamandomi.

Il colore della vita lo danno i miei occhi, l’ho verificato. Guarderò bene tutto ciò che mi circonda. Così saprò che la felicità è dentro di me e si effonde, riempiendo tutto di vita.

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