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Il parroco può vietare i cortei funebri?

WEB FUNERAL PROCESSION CORTEGE CROSS © Fr Lawrence Lew CC

© FR LAWRENCE LEW CC

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 27/07/22

O è una responsabilità che può assolvere solo il sindaco?

Il caso più clamoroso è avvenuto in provincia di Novara, poi ha fatto rumore un secondo episodio nell’anconetano: il parroco ha vietato i cortei funebri, dividendo l’opinione pubblica. Solitamente sono motivi di ordine pubblico, quelli che spingono i sindaci o loro delegati, ad adottare questi provvedimenti. Ma il parroco avrebbe potuto farlo? Oppure si è preso una responsabilità che non gli appartiene?

POGRZEB, PAWEŁ KRÓLIKOWSKI

Il caso Galliate

Qualche anno fa gli abitanti di Galliate, su esplicito divieto del parroco, non hanno più visto cortei funebri sfilare per le strade della cittadina novarese. «Si chiacchiera e non si prega», sintetizzando, è il messaggio che il parroco don Ernesto Bozzini (rimasto alla guida della parrocchia fino a giugno 2022), ha scritto in una lettera ai fedeli, abolendo così i cortei funebri ai funerali (La Stampa).

Scarsa partecipazione alla preghiera

La decisione presa da don Ernesto ha fatto mugugnare gli abitanti di Galliate. «Vedendo la scarsa partecipazione alla preghiera durante il corteo al cimitero – scriveva il parroco sulle colonne del settimanale diocesano – nonché la situazione di viabilità, si ritiene opportuno concludere il rito delle esequie con l’ultima aspersione sulla porta della chiesa. Si avrà il tempo di avvicinarsi ai congiunti per le condoglianze e in seguito raggiungere con le proprie auto il cimitero senza la presenza del sacerdote, la cui preghiera sul feretro è stata completata con l’aspersione» (Corriere di Novara).

“Manifestare la vicinanza in altri luoghi”

Il parroco, dunque, ha stigmatizzato il caos lungo il tragitto che conduce al cimitero, e ha consigliato ai fedeli di «cercare altri luoghi per manifestare la loro vicinanza». Inoltre ha ribadito perplessità rispetto alle critiche subite: «Anche il suono delle campane la notte era una tradizione, ma quando è stata sospesa perché disturbava nessuno ha protestato».

POGRZEB MAMY BISKUPA GRZEGORZA RYSIA

Disposizioni legittime

Di fatto il ragionamento del sacerdote – ripetuto dal suo omologo di Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona – è corretto dal punto di vista delle norme ecclesiastiche, come ha confermato ad Aleteiail liturgista don Enrico Finotti.

Il rituale delle esequie, se da un lato prevede che i riti si muovono su tre tappe (casa del defunto – chiesa – cimitero), dall’altro non esclude che un parroco possa dare delle disposizioni mirate alla sua comunità, per motivi di traffico, ordine pubblico, o anche per un particolare contesto come è il presunto caos lungo il tragitto.

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