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Dire la verità come atto di vero amore, anche se costa

SAN GIOVANNI BATTISTA

ded pixto|Shutterstock

Statua, Testa di San Giovanni Battista

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 29/07/22

La morte di S. Giovanni Battista rattrista lo stesso Erode che aveva accettato di farlo decapitare. Forse era stato il solo ad avere avuto il coraggio e la libertà di dirgli la verità, senza adularlo o compiacerlo.

Vangelo di Sabato 30 Luglio

 In quel tempo il tetrarca Erode ebbe notizia della fama di Gesù.  Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista risuscitato dai morti; per ciò la potenza dei miracoli opera in lui».
 Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello.  Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!».  Benché Erode volesse farlo morire, temeva il popolo perché lo considerava un profeta.
Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. 8 Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».  Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data  e mandò a decapitare Giovanni nel carcere.  La sua testa venne portata su un vassoio e fu data alla fanciulla, ed ella la portò a sua madre.  I suoi discepoli andarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informarne Gesù.

(Matteo 14,1-12)

La cronaca della morte di Giovanni Battista, così come ce la riporta il Vangelo di Matteo, non è solo il resoconto della violenza dei potenti, ma è anche una lezione per i tempi presenti. Giovanni infatti paga la sua parresia, il coraggio di chiamare le cose per nome

Erode aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione per causa di Erodìade, moglie di Filippo suo fratello. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla!».

C’è da dire però che Giovanni non urla la verità in faccia ad Erode per provocarlo o per costringerlo a ucciderlo, ma come estremo atto di bene nei suoi confronti. Dire la verità è un modo di amare l’altro. E questo lo sappiamo per certo perché Erode non accoglie con gioia la costrizione di decapitare Giovanni:

“Venuto il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle tutto quello che avesse domandato. Ed essa, istigata dalla madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re ne fu contristato, ma a causa del giuramento e dei commensali ordinò che le fosse data e mandò a decapitare Giovanni nel carcere”.

Perché Erode rimane “contristato” dalla morte di chi lo accusava pubblicamente?

Forse perché in cuor suo sapeva che Giovanni aveva ragione e in un mondo dove tutti vogliono usarti o compiacerti è un miracolo trovare qualcuno che ti dica le cose come stanno veramente.

Mi piace pensare che l’annuncio della verità del Vangelo sia come quello di Giovani Battista, un modo di amare e non di accusare, un modo di fare del bene e non semplicemente di provocare.

Diffido invece molto di chi si fomenta annunciando la verità e pensando che solo il fatto di dirla lo renda migliore degli altri. A costoro va ricordato che anche il demonio può dire la Verità, ma lo fa per il motivo contrario a quello di Giovanni: accusa per condannare, e non annuncia per salvare. 

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