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Perché la fede o è concreta o non significa nulla?

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 31/07/22

La fede non è occuparsi di cose al margine della vita, ma è occuparsi di ciò che dà senso a tutta la vita compresa la fame o il gusto stesso di mangiare o di bere, come leggiamo nel Vangelo di oggi

Vangelo di lunedì 1 agosto 2022 (S. Alfonso M. de’ Liguori, S. Pietro Favre)

Udito ciò, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in disparte in un luogo deserto. Ma la folla, saputolo, lo seguì a piedi dalle città. Egli, sceso dalla barca, vide una grande folla e sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù rispose: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». Gli risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qua». E dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi al cielo, pronunziò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli e i discepoli li distribuirono alla folla.  Tutti mangiarono e furono saziati; e portarono via dodici ceste piene di pezzi avanzati. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

(Matteo 14,13-21)

Il Vangelo di oggi ci riporta la cronaca di un miracolo che accade alla fine di un’intensa giornata che Gesù passa a catechizzare la gente.

Ma la cosa che colpisce è che inizialmente sembra che siano i discepoli ad essere concreti, a differenza del loro Maestro Gesù che non pare tener conto delle esigenze della gente che lo ha ascoltato tutto il giorno:  

Sul far della sera, gli si accostarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare».

L’idea che la fede sia una questione astratta mentre la vita è fatta di cose concrete è unpregiudizio che molta gente nutre dentro di sé. Attraverso la moltiplicazione dei pani e dei pesci Gesù sembra voler smentire un simile pregiudizio che attraversa innanzitutto i ragionamenti dei suoi discepoli ma che riguarda un po’ tutti.

La fedeinfatti non è occuparsi di cose al margine della vita, ma è occuparsi di ciò che dà senso a tutta la vita compresa la fame o il gusto stesso di mangiare o di bere.

Infatti quando una persona perde il senso della propria esistenza a cosa serve avere da mangiare o vivere ripiegati solo sulle cose materiali?

La semplice materia non appaga il cuore dell’uomo. Noi siamo essere spirituali, cioè dotati di una dimensione più profonda che quando non prendiamo sul serio ci trasforma in sbandati che non sanno più dove andare.

Il problema del mondo contemporaneo è tutto qui: intratteniamo la gente con i nostri discorsi ma quando ha bisogno concretamente di qualcosa la lasciamo andare a cercarsi da sola la soluzione.

Molta gente abbandona la Chiesa perché gli viene annunciato un Vangelo che non tocca più la concretezza della loro vita. Sono a noi rivolte le parole di Gesù della pagina del Vangelo di oggi:

«Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». 

La fede o è concreta o non è. 

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