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Il leggendario Cristo di Toledo e la sua posa insolita

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MANUEL COHEN via AFP

Daniel R. Esparza - pubblicato il 04/08/22

Almeno tre leggende diverse cercano di spiegare perché il braccio destro di Cristo è abbassato, come a fare un gesto gentile nei confronti di chi va a salutarlo

Il Cristo de la Vega è unico per molte ragioni. Questa amata immagine viene portata in processione per le strade di Toledo, in Spagna, il Venerdì Santo. Piuttosto che essere inchiodato alla croce, in questa rappresentazione il braccio destro di Cristo punta verso il basso, come a fare un gesto gentile nei confronti di chi va a salutarlo.

La statua viene portata in processione anche ogni venerdì tra Pasqua e Pentecoste (sette venerdì in totale), commemorando le Ultime Sette Parole. La posa insolita del Cristo de la Vega invita a chiedersi perché il braccio destro di Gesù non sia inchiodato alla croce. Almeno tre leggende diverse cercano di spiegarlo. In tutte, l’immagine sacra gioca il ruolo di giudice o di testimone, rispondendo miracolosamente a una richiesta.

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Denaro dovuto

Come spiega Mónica Arrizabalaga ad ABC, padre Antonio de Quintadueñas scrisse nel 1651 un compendio intitolato Santi della Città Imperiale di Toledo. Il suo racconto della leggenda del Cristo de la Vega recita così:

“Sull’altar maggiore della chiesa ho visto l’immagine di Cristo nostro Signore. Alto di statura e con un braccio destro sceso, alcuni dicono che un ebreo non voleva pagare una certa quantità di denaro a un cristiano, sostenendo di non dovergli niente e chiamando il Santo Cristo come suo testimone. In quello stesso momento, l’immagine abbassò il braccio, puntando al cristiano e implicando che il debito era reale”.

La leggenda dei due cavalieri

Il cronista del XIX secolo Sixto Ramón Parro racconta un’altra storia. Nel suo libro Toledo en la mano, sostiene che due cavalieri si sfidarono a duello proprio davanti all’eremo in cui è conservata l’immagine di Cristo. Quello che aveva insultato per primo il rivale cadde immediatamente a terra, e il vincitore gli risparmiò la vita. Mentre andavano insieme a pregare davanti all’immagine santa, Cristo fece un gesto nei confronti del cavaliere vincitore, abbassando il braccio in segno di approvazione per il suo nobile comportamento.

Un santo italiano

Il compendio di Quintadueñas suggerisce che il Cristo de la Vega potrebbe essere una copia di quello trovato nella cappella di San Miniato a Firenze. La storia dei due cavalieri potrebbe infatti essere una variazione di una leggenda che racconta che quando era ancora soldato, San Giovanni Gualberto si prese la rivincita su un vecchio nemico. Sconfitto, l’uomo implorò misericordia, inginocchiandosi a braccia aperte. Gualberto lo perdonò e andò in un monastero vicino per pregare davanti al crocifisso. La statua abbassò il braccio destro come a benedirlo. Gualberto divenne poi monaco benedettino.

Descende de croix
Deposizione dalla croce, Rubens.

Un’altra spiegazione

Al di là delle leggende, gli storici dell’arte spiegano che l’immagine avrebbe potuto far parte di un gruppo scultoreo della Deposizione dalla Croce (a cui ci si riferisce anche come alla Deposizione di Cristo), un motivo relativamente comune nell’arte cristiana europea. Anche se non si conservano altre immagini, il gruppo scultoreo potrebbe aver incluso rappresentazioni della Vergine Maria, di Giuseppe di Arimatea e Nicodemo.

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