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Arianna Sacripante e Giorgio Minisini hanno “vinto” gli Europei di nuoto

ARIANNA SACRIPANTE, GIORGIO MINISINI

Federnuoto | Instagram

Annalisa Teggi - pubblicato il 18/08/22

Arianna è una sincronette con sindrome di Down, Giorgio ha conquistato 4 ori in questi Europei. Si sono esibiti insieme per esprimere il desiderio di poter un giorno gareggiare insieme nelle competizioni ufficiali.

Si concluderanno domenica 21 agosto gli Europei di nuoto in corso a Roma. L’Italia ha dominato le competizioni in vasca, conquistando 19 ori, 19 argenti e 14 bronzi. Un totale di 52 podi. Ma un altro evento, a margine delle gare ufficiali, ha catturato l’interesse e il cuore degli spettatori.

Se non avete visto l’esibizione dell’atleta paralimpica Arianna Sacripante insieme al campione olimpico Giorgio Minisini, ve la raccontiamo.

Amici e grandi atleti

Hanno nuotato insieme una coreografia di nuoto sincronizzato sulle note di Imagine. La cornice è stata quella del Gala Event, la festa di chiusura degli Europei di nuoto artistico al Parco del Foro Italico. Lui, Giorgio Minisini, è arrivato con 4 medaglie d’oro al collo vinte nei giorni precedenti (2 come solista e 2 in coppia con Lucrezia Ruggiero). Lei, Arianna Sacripante, è una sincronette (nuotatrice artistica) con la sindrome di Down, medaglia d’oro ai Trisome Games nel 2016.

Sono due grandi atleti e amici che non possono gareggiare insieme nelle competizioni ufficiali, ma hanno voluto mostrare quale potrebbe essere il volto dello sport del futuro, se gli atleti con disabilità gareggiassero insieme ai normodotati.

Sono entrati in piscina tenendosi per mano e con il sorriso, Arianna aveva il dito di un piede fratturato a causa di un infortunio durante un allenamento. Ma nessuno spettatore si è accorto di questo dettaglio. Sono stati eccellenti e impeccabili.

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Giorgio Minisini ha raccontato così la preparazione a questa esibizione:

«Lo abbiamo pensato all’inizio di quest’anno e lo abbiamo allenato principalmente la settimana dopo i Mondiali e riprovato un’ora dopo la mia finale di oggi nel mixed. Arianna ha una caparbietà tale da averlo reso possibile. Visto il periodo che stiamo attraversando vogliamo richiamare l’attenzione verso il sogno di un mondo più pulito, più inclusivo e che pensi un po’ di più ai deboli».

Il vero talento di un campione

Potete godervi l’intera coreografia sul canale di Rai Play qui.

L’ho guardato più volte, una di queste concentrandomi sulla figura di Giorgio. Chi detta il tempo nell’esercizio è Arianna, ed è bellissimo notare lo sguardo con cui Minisini segue e accompagna la sua collega. E’ lo sguardo di un campione che si fa compagno. Ogni gesto nasce come risposta alla mossa di Arianna. Sono insieme, ma non come due disinteressate rette parallele.

Da solista Minisini è capace di performance atletiche mozzafiato e dall’eccellenza indiscussa. Quando compete insieme a Lucrezia Ruggiero si crea un ‘mostro’ di ritmo, perfezione, velocità, bellezza da far pensare a dei supereroi.

Insieme ad Arianna si vede in piscina l’anima di Giorgio, un atleta talentuoso che non vive solo di piedistalli. Il 26enne romano collabora dal 2018 con il Progetto Filippide, un’associazione che permette ad atleti con disabilità cognitive come Arianna di avvicinarsi al nuoto. E avvicinarsi è un eufemismo. Questa disciplina si è dimostrata particolarmente consona alle persone con autismo e sindrome di Down. Ne fanno oggi parte atleti che si sono distinti per merito nelle competizioni internazionali, fino alle Paralimpiadi.

Lo sport è riconosciuto dal mondo medico-scientifico come efficace strumento riabilitativo e terapeutico per tutti i disabili intellettivi e relazionali. La partecipazione a competizioni sportive in particolare, risulta determinante al fine di acquisire maggiore consapevolezza dei propri limiti psicosifisici, di qualsiasi grado, nel tentativo di superarli.

Lo spirito dell’associazione Filippide è quello di dimostrare come lo sport possa diventare per soggetti affetti da disabilità mentale, uno strumento funzionale all’acquisizione di una propria autostima, a migliorare le proprie autonomie personali, all’integrazione sociale.

Le immagini dell’esibizione di Arianna e Giorgio hanno mostrato a un pubblico vasto che la parola ‘inclusione’ non è un bel contenitore astratto, ma un’ipotesi di storie sorprendenti da scrivere in ogni ambito sociale.

Il desiderio di sincronia

Il nuoto sincronizzato è magico, diciamo noi spettatori senza competenze. Si rimane a bocca aperta di fronte ad acrobazie acquatiche fatte all’unisono.

Spesso mi sono chiesta quale corda profonda della nostra umanità tocchi questa disciplina. Ed è proprio la sincronia. Muoversi in acqua dà l’impressione di vincere attriti e pesantezze. Muoversi all’unisono è simbolo di un’intesa perfetta.

Il nuoto sincronizzato è l’antitesi dei nostri rapporti e movimenti quotidiani.

Qui e ora, l’attrito c’è. Non si vola leggeri. Qui e ora, anche con le persone a cui siamo affezionati non c’è l’intesa che trasforma due esseri in ‘una figura sola’. E patiamo questa mancanza di sincronia, ci lascia l’amaro in bocca questo muoversi a scatti in cui i passi di chi ci è accanto arrivano sempre troppo tardi rispetto al bisogno (così ci sembra, così puntiamo il dito).

Arianna e Giorgio sono due persone diversissime, altrettanto diverse sono le loro figure corporee. Il loro lavoro atletico, riuscito benissimo, è quello di tendere a una collaborazione, a una danza sincronica che sembra un assaggio di Paradiso. Ci portiamo dentro questo desiderio di essere insieme davvero, di una compagnia che vinca le nostre frizioni e inciampi.

Non a caso Danto ha riempito le sfere celeste di danze. Qui sulla terra la sincronia richiede un immane sforzo atletico, in Cielo sarà un dono che godremo appieno senza essere campioni olimpici.

Tags:
atletidisabilitàinclusionesindrome di down
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