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“Ci vediamo in Paradiso”: l’ultimo sms di Don Loris prima dell’attentato

prete attentato mozambico

Loris Ld Vignandel | Facebook

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 09/09/22

Mozambico: le testimonianze dei preti scampati miracolosamente alla furia dei terroristi islamici e i loro messaggi alla diocesi. "Se non vi risento, approfitto per chiedervi scusa delle mie mancanze"

Sono scampati per miracolo all’attentato organizzato da gruppi di terroristi islamici in Mozambico: ora i preti della missione italiana a Chipene raccontano quegli attimi concitati, nei quali ha perso la vita una comboniana 83enne, suor Maria De Coppi

A salvarsi sono stati don Lorenzo Barro, don Loris Vignandel, suor Angeles Lopez Hernandez e suor Eleonora Reboldi, un’altra comboniana: sono riusciti a scappare nella foresta con alcune delle ragazze della missione. L’ISIS, il sedicente Stato islamico, ed in particolare in gruppi terroristici che rispondono a loro nel centro Africa, hanno rivendicato la paternità dell’attentato. 

Sœur Maria De Coppi
Suor Maria De Coppi è la religiosa comboniana uccisa nell’assalto alla missione italiana di Chipene, in Mozambico.

La rivendicazione dell’ISIS su Telegram

I preti, le suore e i laici della missione italiana in questa zona poverissima del Mozambico davano fastidio. Sui loro canali Telegram, i ribelli islamici hanno scritto apertamente che stavano diffondendo il cristianesimo e meritavano di essere uccisi. Solo la Provvidenza divina ha fatto sì, che l’assalto non si trasformasse in una strage di religiosi. Sono agghiaccianti le testimonianze di chi era presente al momento dell’assalto dei terroristi. 

MOZAMBIQUE

“Ho perdonato chi eventualmente mi ucciderà”

«Qui sparano. Ci vediamo in paradiso. Stanno incendiando la casa. Se non vi risento, approfitto per chiedervi scusa delle mie mancanze e per dirvi che vi ho voluto bene. Ricordatevi di me nella preghiera. Se il buon Dio me ne darà la grazia, vedrò di proteggervi da là. Ho perdonato chi eventualmente mi ucciderà. Fatelo pure voi. Un abbraccio». 

Sono questi i disperati messaggi che don Loris Vignandel, poi sopravvissuto, ha inviato via chat alla Diocesi di Pordenone, mentre i ribelli stavano incendiando la struttura in cui si trovava, in Mozambico, assieme agli altri religiosi della missione (Ansa, 9 settembre). 

“Hanno devastato la chiesa”

«Dopo aver ucciso suor Maria hanno devastato la chiesa e fatto irruzione nella nostra casa lì accanto, dando tutto alle fiamme. Ci siamo nascosti nelle camere. I ribelli non sono entrati: siamo stati graziati». A raccontare come è avvenuto l’agguato in cui è stata colpita a morte suor Maria De Coppi è don Lorenzo Barro, friulano, parroco nella missione mozambicana di São Pedro de Lurio-Chipene.

MOZAMBIQUE

I terroristi sono arrivati alle nove

Il parroco ha così ricostruito l’assalto di martedì sera a Chipene in Mozambico, a cui lui è scampato miracolosamente. «Sono arrivati attorno alle nove, per fortuna quando quasi tutti i 38 ragazzi e le 40 ragazze che frequentano le scuole presso la missione erano già andati via», premette don Barro. «Suor Maria era nella stanza della sua consorella più anziana, suor Angeles Lopez Hernandez; credo stessero chiacchierando e vedendo insieme alcuni filmati condivisi su WhatsApp». 

Così si è salvata Suor Angeles

Le due non si sarebbero accorte dell’arrivo dei ribelli, appostati a una finestra: «Suor Maria è stata colpita da uno sparo, appena rientrata in camera. Suor Angeles l’ha vista riversa a terra ed è riuscita a scappare, nascondendosi nel “mato”, la boscaglia che circonda la missione». 

L’irruzione nella casa del parroco

Il commando ha dato alle fiamme la casa delle religiose e poi anche l’ospedale e la chiesa vicina. A quel punto ha fatto irruzione nella casa dove si trovava il parroco insieme con un altro missionario, don Loris Vignandel. «Hanno cominciato a bruciare ogni cosa», ricorda don Barro. «Noi ci siamo nascosti nelle stanze e loro non sono entrati».

Due ore di raid

Il raid è terminato attorno alle 11 di sera, dopo circa due ore. Gli assalitori hanno incendiato anche alcune automobili, forse dopo aver provato a rubarle. «I militari sono arrivati solo dopo», continua don Barro, «informandoci che avevano trovato nelle vicinanze i cadaveri di due altre persone uccise, che non conosciamo» (Avvenire, 9 settembre).

Dove si trovano ora i sopravvissuti? 

I componenti superstiti della missione assaltata stanno bene e si stanno dirigendo in un luogo sicuro», ha spiegato all’Ansa, Alex Zappalà, segretario del Vescovo e direttore del Centro Missionario di Concordia-Pordenone. «Don Lorenzo Barro, don Loris Vignandel e alcune suore sono fuggiti nel cuore della notte – ha aggiunto -: attorno alle 3 abbiamo ricevuto dei messaggi tragici e abbiamo temuto il peggio. Per fortuna, dopo un terribile e lunghissimo silenzio, verso le 9.30 abbiamo saputo che i missionari della nostra Diocesi erano ancora vivi, ma anche che suor Maria era stata uccisa».

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