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La cosa peggiore che i miei figli mi abbiano mai detto

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Shutterstock / Jo millington

padre Michael Rennier - pubblicato il 13/09/22

Crescere i figli è come vivere in una casa degli specchi ... ma è il tipo di sfida migliore

Dopo che ho detto a mia figlia di 3 anni di pulire il piatto sporco che aveva lasciato sul tavolo, si è spostata una ciocca di capelli biondi dal viso con le dita sporche, ha messo le mani sui fianchi e ha detto, “Beh, in realtà non sono stata io a lasciarlo lì”.

Le ho detto che avrei apprezzato se avesse pulito comunque.

Mi sono poi rivolto alla sorella maggiore e le ho ricordato di lavarsi i denti prima di andare a letto e di ripulire il dentifricio schizzato su tutto lo specchio. Ha risposto: “Beh, in realtà è stata mia sorella”.

Le ho chiesto con decisione di pulire in ogni caso.

Mi stavo irritando. I bambini avevano una replica per tutto.

A un certo punto, tutti i miei figli hanno iniziato ad assumere questo atteggiamento, il che mi ha fatto ribollire il sangue. Ho pensato che dovevano smettere di chiarire tutto in modo pedante, limitandosi ad annuire e ad essere d’accordo con me. Stavano invece scegliendo di discutere ogni punto e letteralmente ogni sfumatura. Non potevano lasciar correre niente senza far notare che in qualche modo erano nel giusto.

Mistero risolto

Quando l’abitudine del “Beh, in realtà…” è comparsa in casa nostra, ho pensato che fosse lo sviluppo peggiore che si potesse immaginare. Ogni volta che sentivo quella frase rabbrividivo. Ho spiegato ai bambini quanto fosse fastidiosa e scoraggiante, ma non hanno smesso di ripeterla. In qualche modo era ormai “collegata” a loro. Alla fine, ho capito come questa misteriosa malattia verbale avesse infettato la nostra famiglia.

I bambini mi imitavano.

A quanto pare, dico sempre quelle parole. Non me ne rendevo conto, ma nel corso degli anni avevo assunto l’abitudine verbale di contraddire o correggere leggermente ciò che mi veniva detto.  Suppongo che fosse un modo per affermare il mio controllo della situazione, alludendo sottilmente alla mia (immaginaria) superiorità. Era un segnale che diceva agli altri che ero quello che sapeva come vanno le cose.

È così che ho imparato che la mia personalità è fastidiosa. Anche per me. I miei figli, da piccole macchine di imitazione che sono, lo hanno rivelato con spietata efficienza. Dio li benedica.

Ecco perché “Beh, in realtà…” è la cosa peggiore che i miei figli mi abbiano mai detto. Ha rivelato un lampante difetto di personalità che ero riuscito a spingere sul retro della mia coscienza. Quando la mia carne e il mio sangue me lo gettavano in faccia ogni giorno, però, non potevo ignorarlo. Dovevo cambiare.

Ho chiesto a mia moglie quali altre mie abitudini fastidiose avessero ereditato i bambini, e lei si è messa a ridere. Mi ha risposto che erano troppe per essere elencate.

La sfida genitoriale

Da allora sono diventato molto più attento. Sono come un’aquila che scandaglia la terra in cerca di segnali di movimento. Quando i bambini fanno qualcosa che mi irrita, mi chiedo se stiano riflettendo un difetto che ho involontariamente insegnato loro. Quando scattano l’uno con l’altro parlando in modo estremamente arrogante o dichiarano con sospiro “Non ho tempo per questo adesso”, riconosco in loro i miei comportamenti peggiori.

Questa consapevolezza non solo mi aiuta a diventare un padre migliore, facendomi essere più paziente e permettendomi di comprendere il loro comportamento negativo, ma mi ha sfidato personalmente a sottopormi a regolari auto-esami. Non voglio trasmettere cattive abitudini. Voglio che i miei figli diventino migliori di me – da tutti i punti di vista. Lo strumento più prezioso che ho come genitore per aiutarli è quello di diventare una persona migliore raccogliendo la sfida di modificare le cattive abitudini di lunga data, soprattutto quando si riflettono sul comportamento dei miei figli.

Come padre, sono rimasto sbalordito dal modo in cui i miei figli siano diventati strumenti di grazia. Non si limitano a tenere in mano uno specchio e a spingermi a considerare in modo corretto l’immagine che vedo, ma mi superano ampiamente in tutte le caratteristiche positive che ho trasmesso loro. Ci sono momenti in cui si comportano con tanta sensibilità, generosità e gentilezza che non capisco come possano essere diventati tanto meravigliosi.

Sono questi i momenti per cui vivono i genitori e in cui rifletto sul fatto che quando finalmente crescerò voglio essere proprio come loro.

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