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60 anni di vita consacrata a Dio… e felice

sor praxedes

Agustinas Descalzas Benigánim

Matilde Latorre - pubblicato il 17/09/22

Suor Práxedes, monaca agostiniana di 87 anni, confessa: “La felicità si prova seguendo ciascuno la propria vocazione. Lo sa solo chi lo vive”

Come può essere felice una donna che vive chiusa in un monastero di clausura? Suor Práxedes de San Agustín, la religiosa più anziana della comunità delle Agostiniane Scalze di Benigánim, nei pressi di Valencia (Spagna), offre la risposta.

È nata 87 anni fa a Valdeltorno, Teruel, ed è entrata in convento a 27 anni. Con un grande sorriso, la religiosa ha spiegato ai lettori di Aleteia come ha sentito la chiamata del Signore:

“Da piccola non volevo diventare suora. È stato quando ero già grande, a 27 anni, che Dio mi ha chiamata, e sono felicissima. Ero sotto la direzione spirituale di don Vicente Micó, direttore spirituale del seminario di Teruel. Ai miei genitori è costato un po’, ma il Signore mi chiamava e io volevo seguire la mia vocazione al di sopra di tutto. Una delle mie sorelle, che aveva 11 figli, mi ha incoraggiata ad andare avanti”.

sor praxedes

La vocazione agostiniana

Don Micó ha svolto un ruolo decisivo, perché proveniva da Ollería, dove si trovava una comunità di Agostiniane Scalze. È stato lui a incamminarla verso questo ordine.

Il primo convento che ha visitato è stato quindi quello di Ollería, in cui è rimasta per 40 anni, molti dei quali come priora. 

Suor Práxedes ricorda i momenti che vi ha vissuto:

“Quel convento era una meraviglia: avevamo una Casa di Preghiera, e tutte le domeniche venivano gruppi provenienti da tutta la zona di Valencia. Ero molto attaccata al convento perché avevo fatto molti lavori, ma poi lo abbiamo dato ad altre religiose, quelle del Verbo Incarnato. E così a Ollería la vita religiosa continua ad essere presente e viva”.

L’arrivo a Benigánim

Nel 2009 le religiose hanno dovuto trasferirsi a Benigánim per via della scarsità di vocazioni. L’agostiniana ricorda quel momento con tristezza e nostalgia, ma non c’era altro da fare, visto che a Ollería erano ormai molto poche e tutte anziane.

Nel suo convento, è facile vederla occuparsi del negozio di ricordini della beata Inés, felice perché continua ad essere utile alla comunità, nonostante la perdita dell’udito e i vari acciacchi.

Suor Práxedes non esita a confessare la sua gioia: “Sono molto felice. Non ho mai dubitato di tutto questo. Non possiamo essere infelici se Dio è con noi”.

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La preghiera, centro della sua vita

Per suor Práxedes, pregare per tutti è una grande necessità: è il centro della sua vita e ciò che dà un senso alla sua vocazione. Nel silenzio, migliaia di monache come suor Práxedes donano la propria vita alla preghiera per tutta l’umanità.

“Sono felice di poter pregare per tutti, per questo siamo qui. Siamo il cuore della Chiesa, siamo silenziose, ma la preghiera va e irriga ovunque. Gesù è grande: vogliamo amarlo totalmente, ogni giorno di più”.

Si può seguire la vita quotidiana di suor Práxedes e della sua comunità attraverso le reti sociali. Le religiose, infatti, sanno come far sì che la loro vita e il loro messaggio arrivino molto lontano: hanno un canale di YouTube (Agustinas Descalzas Benigánim), Instagram (@agustinasdescalzasbeniganim) e Facebook (Agustinas Descalzas).

È anche possibile visitare la comunità personalmente o in gruppo, telefonando al numero +34962920294 (beatainesbeniganim.com). Le religiose saranno felici di accogliere chiunque per poter intavolare un’amicizia spirituale, rispettando la clausura.

Grazie all’opera di coordinamento della Fundación DeClausura, in questo momento 550 monasteri e conventi sono disponibili a pregare per le intenzioni dei lettori di Aleteia.

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