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Scoprirsi amati da Dio: il solo riconoscimento di cui abbiamo bisogno

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don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 25/09/22

Tutti, più o meno manifestamente, desideriamo avere riconoscimenti e posti di rilievo. Cosa nasconde questa sete? e cosa ci libera da questo bisogno?

Vangelo di Lunedì 26 Settembre

Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: 
«Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo:

«Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». Ma Gesù gli rispose:
«Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

(Luca 9,46-50)

“Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande”.

Potremmo scandalizzarci che tra gli amici e i discepoli di Gesù ci siano questo tipo di discorsi, ma chi si scandalizza significa che non conosce la natura umana.

È quasi connaturale a noi il bisogno di essere riconosciuti, di sentirci uno sguardo diverso addosso, di pensare che la nostra vita valga per il posto che occupiamo. Nessuno di noi è immune da queste logiche anche quando sono ben nascoste nelle nostre vite.

Gesù ha un antidoto a questo tipo di atteggiamento:

“Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse:

«Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande»”.

Solo quando si torna ad avere il cuore di un bambino si occupa il posto più vicino a Gesù. Solo quando si sceglie la via della piccolezza allora si scopre che cosa sia la via della grandezza che ci ha insegnato Cristo.
Un bambino si sente forte dell’amore di chi lo ama. È questo che lo gratifica e gli dà una posizione privilegiata.

Non confida in una carriera o in una medaglia, ma confida solo nell’amore di chi lo ama. Cristo ci chiede questo, cioè di non confidare in null’altro se non nel fatto che Egli ci ama.

Chi si sente amato non va alla ricerca di niente perché tutto ciò di cui ha bisogno ce l’ha già. Allora dovremmo riflettere su questo: se siamo sempre inquieti perché non siamo mai felici di dove ci troviamo e di quello che facciamo, allora il problema non sono il posto o le circostanze ma l’amore.

È perché non ci sentiamo amati che facciamo discorsi così. Signore, dacci questo amore che ci libera!

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