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La frase che Thérèse di Lisieux ripeteva quando si sentiva sola 

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Philip Kosloski - pubblicato il 04/10/22

La vita di santa Teresa di Gesù Bambino non è stata sempre facile: benché sia stata da sempre circondata da una famiglia amorevole, si sentiva spesso sola e lottava contro la depressione. Una frase, appresa durante l’infanzia, l’aiutava a restare in piedi.

Benché circondata da parenti e amici, santa Thérèse di Lisieux ha provato nell’infanzia e durante la vita monastica una profonda solitudine. Una sensazione che nella Storia di un’anima spiega, e che ha fronteggiato meditando spesso su una frase: 

La vita è la tua nave, non la tua casa. 

La vita della piccola Thérèse non è sempre stata facile: benché sia stata da sempre circondata da una famiglia amorevole, si sentiva spesso sola e lottava contro la depressione. Timida com’era, non aveva molti amici e prese Gesù per suo unico amico. Lo racconta con sincerità nella Storia di un’anima

Essendo uscita prima di aver finito gli studi, non avevo il permesso di entrare come ex allieva; confesso che questo privilegio non eccitava il mio desiderio, ma pensando che tutte le mie sorelle erano state “figlie di Maria”, temetti di essere difila della Madre Celeste meno di quanto lo fossero loro, ed andai molto umilmente (malgrado quanto ciò mi costasse) a chiedere il permesso di essere ricevuta nell’associazione della Santa Vergine in chiesa. La direttrice non volle oppormi un rifiuto, ma pose la condizione che andassi due giorni a settimana, al pomeriggio, per mostrarmi degna di essere ammessa. Ben lungi dal farmi piacere, questa concessione mi costò moltissimo: io non avevo, come le altre ex alunne, delle maestre amiche con cui andare a trascorrere molte ore, così mi accontentavo di andare a salutare la maestra e poi lavoravo in silenzio fino alla fine della lezione pratica. Nessuno faceva caso a me, e allora salivo in cappella e restavo davanti al Santissimo Sacramento fino al momento in cui Papà veniva a cercarmi. Era la mia unica consolazione: è Gesù il mio unico amico? 

È in questi momenti che Thérèse confida di essere stata sostenuta da una frase estratta da una poesia di Lamartine che suo padre, san Louis Martin, le aveva insegnato quando era bambina: 

Ah, era davvero per la Santa Vergine soltanto che andavo all’abbazia! Talvolta mi sentivo sola, molto sola. Come nei giorni della mia vita in collegio, quando passeggiavo triste e malata in cortile e ripetevo quelle parole che mi facevano sempre rinascere la pace e la forza nel cuore: «La vita è la tua nave, non la tua casa». Questa parola, benché piccola, mi restituiva il coraggio. Ancora adesso, malgrado gli anni che fanno scomparire tante espressioni di pietà infantile, l’immagine della nave incanta ancora la mia anima e l’aiuta a sopportare l’esilio… Non dice anche la Sapienza che «la vita è come la barca che fende i flutti agitati e non lascia dietro di sé traccia alcuna del suo rapido passaggio?». Quando penso a queste cose, la mia anima s’immerge nell’infinito, mi sembra di toccare già le rive eterne… Mi sembra di ricevere i baci di Gesù… Mi pare di vedere la mia Madre Celeste che mi viene incontro con Papà, Mamma, i quattro piccoli angeli… Credo insomma di poter godere per sempre della vera vita, della vita eterna in famiglia… 

Questa frase, che ha confortato e accompagnato santa Thérèse per tutto il corso della sua vita terrena e nelle prove e nei dubbi, si rivolge a ciascuno. Meditarla può aiutare a sopportare «l’esilio di questa vita», sapendo che un giorno tutte le nostre lacrime saranno asciugate, e che saremo abbracciati da tutti i nostri cari nella vita eterna che verrà. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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