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Pro life salva bambini grazie anche a un medico abortista

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Gentileza William Haag.

José Antonio Méndez - pubblicato il 04/10/22

La nuova campagna di 40 Giorni per la Vita parte in tutto il mondo grazie a volontari come William Haag, che da 6 anni prega davanti a una clinica abortiva in Spagna e nel frattempo è diventato amico del direttore del centro, che oggi riconosce di essere “meno ateo di prima” e che ha iniziato a “perdere clienti”: mostra le ecografie alle donne incinte e dirotta da William quelle che si mostrano dubbiose

William Haag ha una curiosa mescolanza di accenti: a volte sembra uno statunitense che parla andaluso, altre come un andaluso che racconta barzellette in inglese. Quello che non cambia è la sua simpatia, la vicinanza che informa i suoi gesti e il suo sguardo pulito.

È forse per questo che il direttore del centro abortista di fronte al quale William prega da anni in Spagna è rimasto spiazzato il primo giorno in cui Haag gli ha augurato buona giornata vedendolo entrare nella clinica, e ancor più quando un suo compagno gli ha poi detto: “Ciao, mi chiamo Pedro e sono tuo amico per quello di cui hai bisogno”, mentre sosteneva un cartello con su scritto “Preghiamo per te e per il tuo bambino”.

Oggi, cinque anni dopo quel primo incontro, il direttore della clinica è diventato amico di William, parla di Dio con lui, gli dice di essere “meno ateo di quando ci siamo conosciuti” ed è “quello che tira fuori il tema dell’aborto quando andiamo a cena insieme”.

Grazie a questo rapporto, “e anche se dice che per lui significa perdere clienti, ha acconsentito a mostrare un’ecografia del bambino alle donne incinte che vanno ad abortire, il che fa sì che molte ci ripensino, e ci chiama anche perché aiutiamo le donne che hanno dei problemi quando percepisce dei dubbi nella decisione di abortire”, racconta William ad Aleteia. “E ogni volta scendono le settimane in cui dice che inizia la vita!”, sottolinea con un grande sorriso.

William Haag fa parte del movimento 40 Giorni per la Vita (40 Días por la Vida, 40DPV), che ha appena avviato una nuova campagna di preghiera davanti a cliniche abortive di tutto il mondo per porre fine in modo pacifico alla piaga dell’aborto.

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La campagna è la prima che si celebra in Spagna dopo la riforma della legge sull’aborto, che ritiene una “molestia” pregare in strada per difendere la vita.

242 abortisti convertiti

Questa riforma legale è andata di pari passo con varie campagne mediatiche che cercano di presentare i pro-vita come molestatori violenti delle donne. La realtà, però, è che in molti casi sono i dipendenti dei centri abortisti a insultare e vessare i membri di 40 Giorni per la Vita quando pregano in strada.

Per questo, William segnala che “provare rifiuto per chi commette aborti e ci tratta male è naturale, guardarlo con amore è soprannaturale. È questo a cui siamo chiamati, e per questo abbiamo bisogno di tutto l’aiuto spirituale che possiamo avere, perché amare l’abortista è il passo decisivo, e quello che spesso ci manca nella lotta pro-vita”, spiega.

E ha aggiunto un dato rivelatore: “In 20 anni di campagne di 40DPV in tutto il mondo, almeno 242 persone legate all’industria dell’aborto sono diventate pro-vita e hanno posto fine alla loro attività. Alcuni oggi guidano perfino le nostre campagne locali. E il vostro abortista locale potrebbe essere il prossimo abortista convertito!”

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Per amare un abortista

Per la sua esperienza, William sa che “per amare un abortista, la prima cosa è pregare per lui”. Di fatto, pregare per quanti lavorano nell’industria dell’aborto è una delle chiavi di 40DPV.

“Questa preghiera”, chiarisce, “non è per ‘vincere’ una battaglia contro di loro, ma perché desideriamo davvero il loro bene”.

“Amare l’abortista – aggiunge con un sorriso – è uno scacco matto spirituale: rinunciamo a qualsiasi successo personale o collettivo solo per cercare il bene di quella persona, anche se poi porta molti più beni sotto forma di bambini che verranno salvati dall’aborto”.

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Bambini come quelli che sono nati grazie al fatto che l’abortista del centro locale di William ha mandato da lui le donne dubbiose, chiedendogli di aiutarle.

“Spesso, noi volontari di 40DPV siamo le uniche persone pro-vita nel contesto delle donne incinte e dei lavoratori della clinica abortiva, e dobbiamo essere un esempio: mostrare loro che siamo normali, non aggressivi, né pazzi o attivisti; che stiamo loro vicino, che possono contare su di noi se ne hanno bisogno. E visto che non dobbiamo nascondere quello che facciamo, il nostro rapporto con loro non è superficiale, ma sincero”.

“Ceno con una persona che ha ucciso 30.000 bambini”

Questa sincerità moltiplica gli aneddoti, come ad esempio il fatto che i dipendenti della clinica abortiva davanti alla quale prega William abbiano difeso quattro volte davanti alla polizia i volontari di 40DPV, dopo che alcuni vicini li avevano accusati falsamente di molestare le donne.

“È difficile comprendere la mentalità degli abortisti, per questo bisogna procedere a poco a poco, senza giudicarli e solo con la guida dello Spirito Santo. Perché quando ceno con il mio amico abortista, sto parlando con una persona che in 30 anni ha ucciso più di 30.000 bambini. Una persona mi ha detto che il mio amico potrebbe essere considerato un assassino di massa. E quindi è ovvio che non abbiamo le parole adeguate per convincerlo di niente! Proprio per questo abbiamo bisogno della guida dello Spirito Santo”, aggiunge.

“Se vogliamo che il centro abortista di un luogo venga chiuso, serve la conversione degli abortisti. Abbiamo bisogno di pazienza e coraggio per dire ‘Ciao’, per salutarli giorno dopo giorno, per intavolare una conversazione amichevole e magari anche per prendere una birra insieme… Porre fine all’aborto e amare gli abortisti sono azioni che possono venire solo dallo Spirito Santo, e per questo dobbiamo chiedergli di aiutarci a scegliere di amare l’abortista. E sarà allora che il Signore darà frutti”.

Per ulteriori informazioni sull’iniziativa 40 Giorni

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