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Il favoloso mondo dei videogiochi

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Envato Elements / AnnaStills

Umberto Macchi - pubblicato il 05/10/22

Li condanniamo da sempre, ma i videogiochi non hanno solo lati negativi, stimolano anche la creatività e il problem solving. Attenzione, però, a rischi e dipendenza.

I videogiochi, oggi, sono strumenti sempre più diffusi, tanto che in tutto il mondo si contano ben 3 miliardi di gamers, 15,5 milioni solo in Italia. Fra di loro ci sono molti giovanissimi, sempre più affascinati da realtà come i metaversi e gli ambienti virtuali. Una ricerca ha addirittura riscontrato che i videogiochi cambiano la struttura fisica del cervello, proprio come fa la lettura o suonare il piano. Questo, ovviamente, ha implicazioni sia positive che negative.

L’impatto positivo dei videogiochi

Uno studio condotto da Preply, che ha coinvolto 1400 gamer di varie nazionalità, ha evidenziato competenze e conoscenze che vengono sviluppate grazie ai videogiochi e che si dimostrano fondamentali nella vita quotidiana. Per esempio il problem solving (53%), la salute mentale (51%), la capacità decisionale (48%), la coordinazione occhio-mano (46%) e l’abilità comunicativa (40%). Alcuni effetti positivi dei videogame?

• Promuovono il lavoro di squadra e l’ascolto delle esigenze altrui (se si gioca online o in modalità multiplayer con i propri amici).

• Migliorano il processo decisionale: il bambino/ragazzo si trova a dover prendere una decisione in pochi secondi e sotto pressione, ciò fa sì che il cervello si abitui a prendere decisioni rapide.

• Stimola il problem solving e la logica.

• Fanno mantenere la precisione nelle decisioni rapide facendo calcolare in fretta i dati a disposizione.

• Stimolano la coordinazione occhio-mano e le abilità motorie e spaziali.

• Insegnano a gestire al meglio le risorse e il miglior utilizzo delle stesse.

• Insegnano l’abilità del multitasking e la gestione di più obiettivi.

• Sviluppano abilità di mappatura e matematiche.

• Insegnano a perseverare per raggiungere un obiettivo e ad assumere dei rischi per vincere. • Aumentano l’autostima e la fiducia in se stessi a mano a mano che si affrontano livelli più difficili.

I rischi dei videogiochi

Quello dei videogiochi, però, è un fenomeno complesso che nasconde anche dei lati negativi. Secondo lo studio di Preply, oltre il 90% degli intervistati ha subito oppure assistito ad abusi emotivi durante una sessione di gaming, e 7 giocatori su 10 hanno pensato di smettere per questo motivo. 2 gamer su 5 invece hanno sperimentato degli episodi di razzismo e oltre 1 su 3 afferma di essersi imbattuto in discorsi che incitavano all’odio sulle piattaforme di gioco. Altri effetti negativi dei videogiochi possono essere:

• Problemi di salute come convulsioni, obesità, disturbi posturali, mal di schiena, dolori muscolari e scheletrici, problemi alla vista, gravi disturbi di ansia e insonnia.

• Gravi problemi di dipendenza, “gaming disorder”, basata sul meccanismo della ricompensa. La malattia si manifesta con disturbi alimentari e del sonno, isolamento dalla vita familiare e sociale e nessun altro interesse che per il gioco.

• Sindrome da astinenza da videogame.

• Problemi scolastici. Molte ricerche hanno dimostrato che più tempo un bambino trascorre davanti ai videogiochi più scarsa è la sua prestazione scolastica.

• Comportamenti violenti. I bambini che giocano a videogiochi hanno maggiori probabilità di sviluppare pensieri, sentimenti e comportamenti aggressivi e violenti, sviluppando una certa insensibilità emotiva associata a una minore empatia nei confronti degli altri.

Consigli utili per i genitori

1. Spiegate ai vostri figli che il videogioco è un computer, che non sbaglia mai e che è dunque difficile vincere. Un passaggio propedeutico importantissimo per evitare cadute di autostima.

2. Il videogame non è una babysitter: trovate una valida alternativa, portateli al parco, proponete i giochi da tavolo o fateli giocare, anche da soli, con i loro giochi preferiti. 3. Stabilite tempi precisi: concordate una fascia oraria da dedicare ai videogiochi, come al tablet o alla tv, anche ascoltando le loro esigenze e gli orari in cui preferiscono distrarsi. Cercate di rispettare i ritmi cronobiologici. Dalle 15 alle 17 la memoria a lungo termine funziona bene, dunque è preferibile che questa fascia sia dedicata ai compiti e allo studio. Dalle 17 alle 20 la capacità di apprendimento e la concentrazione diminuiscono, dunque è meglio dedicare questo tempo al gioco o, meglio, allo sport e al relax.

4. Fissate un limite: mezz’ora è un tempo accettabile per i videogiochi, e il tempo complessivo davanti a un monitor (tv compresa) non deve comunque essere mai superiore alle due ore al giorno. Fino a un’ora e mezza l’intelligenza incrementa, da un’ora e mezza a due resta stabile, dopo le due ore decresce e inizia a innescare la dipendenza.

5. Tenete lontani i giochi dalla tavola tanto a casa quanto al ristorante. I bambini e i ragazzi non devono mangiare e giocare contemporaneamente. Questo vale anche durante la merenda o in un fuori pasto.

6. Vietate l’uso prima di dormire: il momento di andare a letto è uno dei più delicati della giornata. Il videogioco ha effetti stimolanti e interferisce con i meccanismi che favoriscono l’addormentamento.

7. Non puniteli, i castighi sono sempre un insuccesso. I genitori devono essere autorevoli, non autoritari. È consigliabile la strategia della “tolleranza tre”: si spiega la regola, si rispiega se non viene applicata, la terza volta si requisisce il gioco per un certo periodo.

8. Non fate eccezioni: le regole valgono sempre. Il fine settimana e le vacanze servono per uscire, per leggere un libro, per fare sport o per trascorrere del tempo con la famiglia. E se volete saperne di più anche su rischi e pericoli del mondo online, vi consiglio il mio nuovo libro, Internet e l’anello della fuffa.

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