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Papa Francesco al centro di una mega-produzione sulla crisi ambientale 

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Capture YouTube

Extrait du film “La Lettre”.

i.Media per Aleteia - pubblicato il 06/10/22

Papa Francesco al cuore di un documentario prodotto da YouTube e uscito martedì 4 ottobre 2022: intitolato “The Letter”, racconta l’incontro fra quattro attivisti in prima linea contro la crisi ambientale e papa Francesco.

Il 4 ottobre scorso ha avuto luogo in Vaticano la proiezione del film “The Letter” (La Lettera), un documentario diffuso da You Tube Originals e dedicato al messaggio dell’enciclica Laudato si’. In 80’ il film mette in scena quattro testimoni dello scombussolamento climatico in una conversazione con papa Francesco. 

È stato proiettato in anteprima nel giorno della festa di san Francesco d’Assisi, davanti ai responsabili della Curia, tra cui il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, alcuni ambasciatori e poi l’équipe stessa del film – tutti riuniti nella sala del Sinodo in Vaticano. Il film, ormai disponibile sulla piattaforma You Tube, è stato prodotto dalla società Off the Fence, ed è sponsorizzato da donatori privati e canali nazionali. 

Al di là delle immagini spettacolari di una natura che va fuori controllo, il documentario vuole incarnare questi sconvolgimenti attraverso il ritratto di quattro personalità singolari. 

Il film guida dunque lo spettatore sui passi del capo indigeno brasiliano Cacique Odair Dadá Borari, dell’attivista indiana quattordicenne Ridhima Pandey, di una coppia di scienziati statunitensi o dello studente senegalese Arouna Kandé, rifugiato climatico. Quest’ultimo, nato in un piccolo villaggio del Senegal, lavorava in fattoria, tra capre e polli, ma la progressiva distruzione dell’ambiente ha spinto il giovane musulmano a lasciare il villaggio. 

1,2 miliardi di sfollati climatici da qui al 2050 

A proposito della città costiera di Saint-Louis, il giovane racconta che l’innalzamento delle acque ha già costretto migliaia di persone a lasciare le loro case. Secondo gli esperti, avverte il documentario, da qui al 2050 1,2 miliardi di persone dovranno spostarsi a causa del cambiamento climatico. All’inizio del film, Arouna Kandé, Ridhima Pandey e gli altri protagonisti del documentario hanno ricevuto un invito personale di papa Francesco, “la lettera”. 

Ricevendoli in Vaticano, il Papa ha cominciato con l’ascoltarli. Poi, offrendo una lettura del racconto biblico della torre di Babele, ha commentato sconfortato: 

Erigiamo una torre dell’arroganza umana, con i mattoni del potere, i mattoni dell’economia. E migliaia di persone lavorano come schiavi a questa costruzione. Se uno schiavo cade non fa niente. Ora facciamo un passo in più: se viene meno la natura non fa niente. 

L’autore dell’enciclica Laudato si’ accusa ancora l’ 

arroganza economica, l’arroganza del potere di una minoranza che si serve di tutto – della gente, della natura. Se ne servono e distruggono. 

In un’altra sequenza del film, il Papa spiega il modo in cui gli è venuta l’idea dell’enciclica: 

Ho sentito che ne dovevo parlare. Ho riunito degli scienziati e ho chiesto loro di identificare chiaramente i problemi; poi ho incontrato dei teologi e ho chiesto loro “Che possiamo dire su questo? È una cosa grave”. Ed ecco come è nata Laudato si’

Francesco «ha visto arrivare il momento» 

Durante una conferenza stampa organizzata il giorno stesso in Vaticano, il regista del film, Nicolas Brown, ha detto che l’umanità è ormai soverchiata dal cambiamento climatico. Con la sua enciclica, il pontefice argentino «ha visto arrivare il momento», aggiunge il vincitore di un premio Emmy che vuole anch’egli contribuire a dare l’allarme per far sopravvivere il pianeta. 

Per il cardinale Michael Czerny, prefetto del dicastero per il Servizio allo sviluppo umano integrale (che è partner dell’iniziativa), il film fa che ciascuno sia rimandato alla propria coscienza e alla propria responsabilità personale. In materia di ecologia, ha affermato, «l’unica tappa che devo considerare è la mia prossima tappa». 

Invitando a smascherare le proprie resistenze nei riguardi di una vera conversione ecologica, il prelato canadese ha indicato come «uno dei nemici di Laudato si’» sia la parola “verde”. Un aggettivo secondo lui riduttivo, che rischia di relegare il documento a «qualcosa che non ci riguarda». 

Reagendo da parte loro, i due più giovani protagonisti del film hanno espresso la loro ferma volontà di agire: 

La mia famiglia, in Senegal – sono parole di Arouna Kandé –, non ha fatto nulla per causare la siccità del nostro villaggio e le inondazioni in città. Ci investono le scelte fatte da altre persone. Il futuro però sta arrivando, è mio e io ne farò buon uso. 

Da parte sua Ridhima Pandey aggiunge: 

Noi giovani diciamo “basta”. Gli adulti devono fare meglio. Non ho intenzione di aspettare che troviate una soluzione. Credetemi: i miei sforzi sono appena cominciati. 

[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio] 

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