Un gruppo di donne sostenitrici dell’aborto ha cercato di dare fuoco alla cattedrale primaziale della Colombia mercoledì 28 settembre, nel contesto delle manifestazioni durante la giornata dell’azione legale per un aborto legale e sicuro. Le manifestazioni hanno avuto luogo in vari Paesi dell’America Latina.
A quanto pare, le donne hanno lanciato una bottiglia incendiaria piena di combustibile contro la porta di legno, ingresso principale del tempio, e questa avrebbe appiccato il fuoco, fortunatamente posto sotto controllo in pochi minuti. Le femministe hanno anche dipinto graffiti a favore dell’aborto sulla facciata del tempio e lanciato invettive contro la Chiesa.
Indignazione
Le critiche su mezzi di comunicazione e reti sociali non si sono fatte attendere, e cristiani e non hanno espresso la propria indignazione di fronte alla mancanza di rispetto delle convinzioni cattoliche in un Paese con libertà di culto e con una tradizione storica cattolica.
La rivistaSemana ha intitolato: “Aberrante: donne incappucciate e disadattate hanno cercato di dare alle fiamme la cattedrale primaziale di Bogotà; le immagini sono allarmanti”. Nella notizia, si dice che “un gruppo di vandale ha cercato di appiccare il fuoco all’ingresso della cattedrale primaziale di Bogotà, di fronte allo sguardo impavido di alcuni funzionari del distretto, noti come Gestori della Convivenza”.
“Si possono constatare l’aggressività e l’odio con cui, in mezzo ai fischi, i manifestanti festeggiano il fatto di aver appiccato il fuoco”.
Al rifiuto dell’atto si sono uniti politici come Andrés Forero, rappresentante alla Camera per Bogotà, del Partito Centro Democratico di destra, che ha definito il fatto come un’“inaccettabile dimostrazione di intolleranza”.
Sul suo account Twitter, il noto avvocato penalista Julián Quintana ha affermato che il tentativo di bruciare la porta del tempio è “una chiara violazione della libertà di culto e un rischio per la vita altrui”.