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Stupri e messe nere, l’incubo di una minorenne

ABUSE

Shutterstock | Doidam 10

Lucandrea Massaro - pubblicato il 12/10/22

Gli abusi sarebbero iniziati nel 2000 pochi mesi dopo che la ragazza era stata affidata dopo avere denunciato per violenze i suoi genitori naturali

Sperava di aver trovato sicurezza e affetto dopo essere sfuggita ad una famiglia disfunzionale di provenienza dove subiva violenza, e invece è caduta in un inferno in terra ancora peggiore.

Affidata a dei mostri

Una ragazza, 17enne al momento dei fatti, data in affidamento ad una coppia lombarda si è ritrovata segregata in casa e poi stuprata durante – è questa la testimonianza raccolta dal GIP – messe nere e rituali di satanismo. Tutto è iniziato con la ragazza plagiata e messa incinta a diciassette anni dal padre adottivo, e termina anni dopo con la vittima chiusa in una botola per impedire che venisse salvata dai servizi sociali. Nel frattempo, i due genitori aguzzini ricevevano altri due ragazzini in affido dal tribunale dei minori. Il Giornale riassume così la vicenda:

Accade tutto in un piccolo centro in Lombardia, dove il padre affidatario gestisce un avviato centro di registrazioni musicali: dettaglio non irrilevante, perchè le imbottiture utilizzare per insonorizzare gli studios vengono a un certo punto usate dall’aguzzino anche per impedire che le urla della vittima vengano udite all’esterno della stanza, nel seminterrato di una villetta, dove viene stuprata. La descrizione della scena, contenuta nei capi di imputazione, è raggelante. La giovane viene fatta sdraiare su un tavolo, in una stanza illuminata da fiaccole. Davanti a lei ci sono cinque uomini incappucciati e con tuniche bianche. Alla parete è appeso un crocefisso capovolto. L’unico a volto scoperto è il suo principale persecutore, il suo tutore. La ragazza viene violentata ripetutamente.

Nessuno l’ha aiutata

I fatti risalgono al 2000 pochi mesi dopo che la ragazza era stata affidata dopo avere denunciato per violenze i suoi genitori naturali facendo partire un’inchiesta poi archiviata dopo la sua ritrattazione. In seguito ha detto di avere fatto marcia indietro solo per paura.

“I due imputati hanno ridotto e mantenuto la ragazza in uno stato di soggezione continuativa – scrive la giudice  – tale da compromettere seriamente la relativa libertà di autodeterminazione, ritenendola al pari di un oggetto di cui disporre a loro piacimento, una ‘schiava’ che doveva assecondare ogni loro richiesta, destinata a subire violenze sessuali individuali con il padre e brutali violenze sessuali di gruppo  nel corso di inquietanti rituali che si svolgevano con modalità che richiamavano le messe sataniche” (AGI).

Nel 2002 è poi nato un bambino dalla donna e il cui padre è il genitore affidatario che aveva definito (insieme alla moglie) il bimbo come “un abominio della natura” e tentando di indurre la giovane donna ad abortire.

I due (finalmente) in carcere, ma quanto ci è voluto?

Ora i due aguzzini sono in carcere con l’accusa di sequestro di persona e di stupro di gruppo. Le accuse nei loro confronti sono suffragate da certificati medici e perizie. Soprattutto da loro, visto il lungo tempo trascorso, dipende la possibilità di dare un nome agli altri colpevoli, i cinque mascherati sotto i cappucci bianchi che inneggiando a Satana devastavano una giovane vita.

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