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La misura della nostra umanità: il modo in cui trattiamo il corpo femminile

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Shutterstock / Mariia aiiraM

Zoe Romanowsky - pubblicato il 15/10/22

Queste parole di Papa Francesco fanno da cornice a due recenti dichiarazioni della Santa Sede sulle donne

Mentre scrivo, le donne in Iran continuano a scendere in strada per protestare contro l’uccisione di una 22enne iraniana curda arrestata dalla polizia morale del Paese per aver violato le regole sull’abbigliamento. Questo fatto mi ricorda le parole pronunciate dal Santo Padre nel gennaio 2020, quando in un’omelia ha affermato: “Da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità”.

“Quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare”, ha aggiunto Papa Francesco, sottolineando che “va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato”.

Il punto di vista della Chiesa sulla donna suscita spesso confusione tra credenti e non credenti. Giovanni Paolo II ha parlato molto della dignità e della vocazione della donna, scrivendo anche una sentita Lettera alle Donne nel 1995. Anche Papa Benedetto ha rimarcato la dignità delle donne, lodandone il ruolo nella storia della Chiesa.

Due dichiarazioni recenti di rappresentanti della Santa Sede hanno gettato più luce sul punto di vista della Chiesa sulle donne, e sulla chiamata sia a queste che agli uomini a entrare in azione.

Una dichiarazione dell’arcivescovo Gabriele Caccia, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, al Terzo Comitato dell’Assemblea Generale ha sottolineato che a molte donne in tutto il mondo “viene impedito di sviluppare i propri doni e di partecipare su un piano paritario alla società, a volte a causa di atteggiamenti dannosi, ma anche per via di violenza, povertà e discriminazione. Affrontare questo richiede un impegno da parte della società nel suo insieme per affermare la pari dignità di donne e uomini”.

La dichiarazione – consegnata di persona da monsignor Robert Murphy, Vice-Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite – ha sottolineato la necessità di affrontare il problema mondiale della tratta di esseri umani e di riconoscere l’importanza delle donne nella costruzione della pace, sottolineando anche il ruolo fondamentale degli uomini nella creazione di una vera uguaglianza e giustizia per le donne:

“Anche agli uomini è richiesto di… dire no a qualsiasi forma di violenza, inclusa quella contro le donne e le ragazze. A questo riguardo, è fondamentale una sana formazione familiare, perché donne e uomini modellano rispetto, sostegno e cooperazione per i loro figli e le loro figlie”.

L’arcivescovo ha dichiarato che la capacità unica delle donne di diventare madri dovrebbe essere valorizzata, ma troppe di loro durante la gravidanza affrontano rischi finanziari e sanitari, motivo per il quale ha esortato a una rinnovata attenzione sugli interventi per evitare le morti materne.

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Un’altra dichiarazione recente, riferita su Vatican News, è giunta da monsignor Janusz S.Urbańczyk, Rappresentante Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

Nella sua dichiarazione alla V sessione plenaria della Conferenza sulla Dimensione Umana di Varsavia (Polonia), monsignor Urbańczyk ha indicato che l’uguaglianza tra uomini e donne è la base della libertà, della giustizia e della pace nel mondo.

Sottolineando le problematiche che donne e ragazze affrontano nell’Ucraina lacerata dalla guerra e in altri luoghi, monsignor Urbańczyk ha affermato che “ogni persona e l’intera società sono danneggiate quando la dignità intrinseca di una donna o di una ragazza non è rispettata o protetta”, e ha chiesto tutte le misure necessarie per affrontare la violenza contro donne e ragazze. 

Il presule ha anche osservato che in molte circostanze questo problema “ha le sue radici nell’idea perlopiù inespressa, deplorevole e sbagliata che le donne siano inferiori agli uomini, e che quindi sia normale per l’uomo di sottomettere la donna alla sua volontà o far sì che serva il suo piacere”.

A suo avviso, non c’è speranza di invertire questa tendenza “se la comune e uguale dignità di maschio e femmina non viene riconosciuta, affermata e spiegata e insegnata in modo idoneo alle generazioni future”. 

Come sempre, il futuro della nostra società e il modo in cui tratta le donne – come anche le opinioni sul matrimonio e sulla vita familiare – inizia da quello che insegniamo ai nostri figli. Possiamo intraprendere questo compito facendo in modo di modellare queste verità sulla dignità di tutte le donne e di tutti gli uomini e su come realizziamo insieme la missione d’amore di Dio nei confronti del mondo.

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